Che ve ne farete del latinorum?

Pare che la pronuncia del latino che ci hanno fatto studiare a scuola, la cosiddetta pronuncia “cattolica” sia erronea, per tutta una serie di motivi. Per esempio non era possibile, anche a rigor di logica, che parole come dux, ducis avessero la c velare al nominativo e palatale al genitivo. Non si pronunciava dux, ducis, ma dux dukis. Perplessità ci sono anche sul famoso dittongo -ae e su altre strutture. Tale sarebbe la cd pronuncia “skientifica“. Altri affermano salomonicamente che tanto la pronuncia effettiva degli antichi romani non la conosceremo mai lo stesso (so di gente che è stata umiliata anche in sede universitaria per aver usato la skientifica).
Chi scrive è uscito dal classico oltre undici anni fa e si tira indietro. I latinisti in ascolto, invece, cosa ne pensano?

2 Risposte a “Che ve ne farete del latinorum?”

  1. Io rammento che all’esame di storia della lingua latina il professore voleva una pronuncia diversa a seconda del testo che ci proponeva. Fino all’età classica la pronuncia scientifica,poi nel tardo impero,l’età cristiana,medioevale fino a Petrarca la pronuncia scolastica. E’ evidente che come tutte le altre trasformazioni graduali che il Latino ha subito di natura grammaticale, lessicale ,sintattica così gradualmente è cambiata la pronuncia; sempre arbitrario decidere il giorno e l’ora da cui far partire qualcosa di questo genere ,ci si può orientare solo sul periodo in linea generale. Ma lo vogliamo dedicare un pensiero ai greci che si trovano a leggere Omero con la pronuncia bizantina? secondo me stanno peggio…
    ciao,anzi “ave atque vale”
    Agnese

  2. e tu pensa che una mia collega greca all’università di Perugia mi prendeva il giro per avere studiato la pronunica erasmiana, che è probabilmente la più corretta! E il presidente agli esami di maturità, che pronunciava eziòn poiea invece di aitiòn poiéa! Peraltro, se perfino l’eta si pronuncia i alla bizantina, che motivo avrebbero avuto i greci a inventare due i?
    Un caso parte aprirei sul fi, che a scuola leggevi fi ma nove su dieci era ph, poiché, essendo il chi la gutturale aspirata, il phi ne era la labiale, versione aspirata di p (donde il latino philosophia, ripreso nelle lingue moderne diverse dall’italiano). Grazie, Erasmina, sapevo di poter contare su almeno una classicista di talento tra i Pasqual friends!

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