il Collegio

Con la puntata di lunedí 23 gennaio 2017*, si può definire conclusa l’avventura de ‘il Collegio’, riuscito docu – reality di Rai 2 che ha messo a confronti alcuni adolescenti d’oggi con i sistemi educativi degli anni Sessanta. Se i nostri figli e nipoti sono spesso smidollati, debosciati, neghittosi e riottosi, è colpa della società o della scuola? In che misura quest’ultima è messa davvero nelle condizioni di funzionare? Essa stessa crede ancora in sé?
Erano questi, d’altra parte, gli obiettivi del format inglese ‘That’ll Teach ‘Em’, adattato e mandato in onda in molti Paesi prima che in Italia?
Dubbio non v’è che i giovani concorrenti, tutti, abbiano dimostrato simpatia e ci siano entrati nel cuore; strano, anzi, che non siano in circolazione figurine, gadget e altre forme di feticistico merchandising. Bellissime le loro emozioni, pur nel delicato crinale della rappresentazione televisiva del vissuto di un minorenne. A quando una docu – fiction?
Quanto al collegio, mi perviene da fonte certa che l’olio di fegato di merluzzo, oggi rivalutato e venduto in comode capsule, era somministrato come potente antisettico e per combattere il rachitismo in quanto, tra le sue proprietà, c’è quella d’aumentare in modo esponenziale la capacità dell’organismo d’assimilare il calcio.
Mi sfugge l’efficacia educativa di alcune punizioni. Né voglio occuparmi dell’ambientazione, in ogni caso decorosa, non di rado bucolica. Mi ha colpito la didattica della matematica e delle scienze, con i conti fatti senza calcolatrice e le rane sezionate. L’importanza dello studio mnemonico.
Mi ha colpito l’assenza delle lingue straniere, ma non c’è da stupirsi: Piero Angela racconta d’aver proposto lo studio delle lingue nella scuola molti anni prima del loro effettivo inserimento, ma gli veniva detto che studiare le lingue straniere avrebbe fatto correre il rischio d’indebolire l’apprendimento dell’italiano. Fu cosí fino all’autunno del ’63…

* a meno che non facciano una puntata con ‘il meglio di…’, s’intende!

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