il passo dell’elefante

Leggo su Repubblica e rileggo su Repubblica.it che “il gruppo indiano Reliance di Mumbai è pronto a staccare un assegno da almeno 500 milioni di dollari per diventare azionista della casa cinematografica DreamWorks, guidata dal regista-produttore Steven Spielberg.

A suo tempo anche questo blog si era occupato del crescente (ma preoccupante già adesso) potere di Cindia sull’economia mondiale, pur in un contesto d’amplissimo respiro e senza particolari ambizioni.

L’economia mondiale dell’entertainment ha imparato da molto tempo le potenzialità della relocation.

Chi si occupa di cartoni animati sa perfettamente che, nella stragrande maggioranza dei casi, gli aspetti relativi alla realizzazione delle animazioni vengono curati in Cina, Corea, comunque Asia, per il basso costo delle maestranze.  

Lo si fa anche per il cinema dal vero, se non altro per le location.

Evidentemente questa furbizia occidentale ha generato effetti imprevisti. Si è creata anche una furbizia orientale, degli attori asiatici che hanno “alzato la cresta”, capito che è possibile fare affari d’oro non solo lavorando per l’Occidente, ma anche provando a invaderlo…

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