a mille ce n’è, nella storia, di fiabe da narrar…

Qual è la verità storica che si nasconde dietro le fiabe? Chi erano esattamente Cenerentola, Biancaneve, la Bella e la Bestia, lo stesso Maui di ‘Oceania’? Roberto Giacobbo, che salutiamo caramente, se n’è occupato in una delle recenti puntate di ‘Voyager’ e noi, nel nostro piccolo, vogliamo offrire un modesto contributo. Sí, ma
con l’avvertenza che argomenti come questi non posso essere conclusi in un post! Si tratta di questioni complesse, che mettono in relazione tradizioni diverse, diverse culture e diversi contesti.
Con riguardo a Cenerentola, bene ha parlato Giacobbo. È citata già da Giovan Battista Basile ne ‘lo Cunto de li Cunti’, scritto in napoletano nel Seicento; all’epoca il personaggio era “Gatta Cenerentola” e aveva ben piú di due sorellastre, addirittura sei, delle quali una, addirittura, si chiamava Pasqualina. Ci preme ricordare, tuttavia, che un’antica leggenda egizia parlava già d’una povera fanciulla, ben voluta e seguita nella vita da un Falco (Horus?), e d’una pantofola sottratta proprio dal Falco e portata ad un principe che si era innamorato di lei. Quanto al ‘Cunto de li Cunti’ di Basile, vogliamo ricordare che è stato la fonte dell’omonimo film di Matteo Garrone.
Altrettanto efficace, il Giacobbo, sulla Bella e sulla Bestia; pare che quest’ultima fosse un uomo affetto da una forma particolarmente grave d’ipertricosi, scambiato a lungo per un mostro, andato in sposo, per capriccio della regina Caterina de’ Medici, ad una bellissima fanciulla francese.
Con riguardo a Biancaneve, siamo in grado di precisare che la versione originale, quella raccolta dai fratelli Grimm, era ben più triste di quella più conosciuta. Oltre alla mela avvelenata, prevedeva una stringa di seta e un pettine avvelenato; un paio di pantofole di ferro rovente, poi, costringevano la regina cattiva ad un’interminabile danza infernale, che l’avrebbe condotta alla morte. Quanto ai Sette nani, secondo qualcuno erano in realtà i bambini mandati a lavorare nelle miniere della Germania, durante il Medioevo e la prima età moderna.
Con Maui, piuttosto che nelle fiabe siamo siamo nella mitologia polinesiana. Pare che gli dèi hawaiani fossero quattromila, tra cui Kane, padre di tutte le creature viventi, Aumakua, dio della famiglia, Ku, dio della guerra, Lono, dio della fertilità, Pele, dea del fuoco e dei vulcani, Hina, dea della luna, Kuula, dio dei pescatori, Laka, dea del canto e della danza “hula”.
Maui è un semidio. Se fosse un dio sarebbe un trickster, figura di dio birichino come l’Hermes dei Greci o il Loki dei Germani. Ha preso il sole al laccio, pescato la Nuova Zelanda, creato le Hawaii, rubato il fuoco ai compaesani, strappato il cuore a Te Fiti, varie ed eventuali. Non risulta, dalle fonti ufficiali, che avesse tatuaggi semoventi, dotati di personalità propria.
Dimenticavo… ‘Moana’, poi modificato in ‘Vaiana’, significa semplicemente ‘oceano’… 

Fonti: Voyager, letture dell’infanzia, letture piú recenti, Smithsonian.com, bifrost.it, ilovehawaii.it 

6 Risposte a “a mille ce n’è, nella storia, di fiabe da narrar…”

  1. Per simpatica coincidenza, la puntata di ‘Voyager’ realizzata presso la reggia di Caserta e dedicata alle fiabe sarà replicata il 6 gennaio, sempre su Rai 2… Si deve aggiungere che, nell’ambito della puntata, si è parlato anche di ‘Cars’ e della mitica Route 66…

  2. Mi sono ricordato d’aver letto delle varianti di Biancaneve in una vecchia pubblicazione, dove si parlava degli adattamenti che Walt Disney decise di apportare alla versione originale della fiaba. Quanto a Cappuccetto Rosso, normalmente si scomoda l’analisi semiotica di Vladimir Ja. Propp, secondo il quale la bambina che entra nel bosco sta, in realtà, entrando nell’adolescenza e nei suoi pericoli, di cui il Lupo è esemplificazione estrema.

  3. Mi sovviene che anche il Pifferaio magico può vantare mitologica origine: una leggenda greca voleva che Apollo, perciò detto “Sminteo”, avesse liberato la Troade dai topi. (cfr. Iliade)

  4. Che poi, anche la mela avvelenata di Biancaneve potrebbe aver avuto un precedente in quella lanciata da Eris, dea della discordia, al banchetto nuziale di Peleo e Teti…

  5. Con riguardo alla Bella e alla Bestia, altre fonti citano Giovanni Francesco Straparola (1550 ca), lo stesso Giambattista Basile, Charles Perrault, le francesi Gabrielle-Suzanne Barbot de Vileneuve e Jeanne-Marie Leprince de Beaumont.

  6. Un altro possibile parallelo è tra il tallone d’Achille, vulnerabile perché non a contatto con lo Stige, ed il punto della schiena di Sigfrido dove cadde la fogliolina mentre l’eroe si bagnava nel sangue del drago.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

DarkLight