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Il consiglio d’amministrazione della Rai ha approvato all’unanimità il Piano industriale 2016-2018. Il Direttore generale, Antonio Campo Dall’Orto, ha dichiarato che la Rai il canone “deve meritarselo” e ha parlato di “un profondo rinnovamento editoriale che consenta all’azienda di sviluppare una vocazione sempre piú universale e mantenere la leadership di ascolti nel nuovo contesto digitale multipiattaforma“.
Tale obiettivo va perseguito sviluppando un’offerta editoriale di qualità, rafforzando le caratteristiche di servizio pubblico, anche attraverso la revisione di generi e linguaggi, completando il passaggio da broadcaster tradizionale a Digital Media Company, rivedendo il modello ideativo e distributivo, ponendo in essere investimenti tecnologici, modelli produttivi e professionali in grado di sviluppare un’offerta digitale distintiva e personalizzabile. Sei le parole chiave: universalità, indipendenza, pluralismo, responsabilità, innovazione, eccellenza.

In primo piano due asset in cui la Rai primeggia già adesso, come Fiction e Cinema, assai delicati, peraltro, quali punti industriali nevralgici per il Paese. Saranno ridimensionati il genere poliziesco ed il cosiddetto infotainment, dove si mescolano giornalismo e informazione.

Ogni canale avrà la sua mission e un target di riferimento, se già non fosse: Rai 1 “familiare, universale, in sintonia con il Paese, votata all’impegno civile, con grandi eventi e i talenti migliori“, Rai 2 “affidabile ma sorprendente, eclettica ma anti-conformista, sperimentale ed esploratrice, con un’informazione agile ed efficace“, Rai 3 “linguaggi innovativi, immagini d’autore”, Rai 4 “sfrontata, divertente, giovane, fantasy“…

I canali nel loro complesso potrebbero però diminuire di numero: dopo le Olimpiadi di agosto, RaiSport 1 e 2 si unificheranno e RaiScuola potrebbe lasciare il digitale terrestre per trasmettere solo nel web.

Sul fronte tecnologico, sono previste numerose innovazioni, come il passaggio alla produzione in qualità full Hd, la sperimentazione del 4k e il lancio di un canale con contenuti codificati in Hdr (High dimension range), lo sviluppo delle reti Ip. Nel 2017 sarà varato un canale sperimentale full HD; entro il 2020, sarà in full HD tutta la catena produttiva dell’azienda; sette partite degli Europei di calcio lo saranno già la prossima estate, d’altra parte. Gli attuali centri di produzione verranno valorizzati e differenziati nella produzione dei contenuti.
Per quanto riguarda l’informazione pura, la Rai intende declinare il suo ruolo di servizio pubblico in un’ottica multipiattaforma; il Direttore editoriale Carlo Verdelli ha presentato al Direttore generale e al Cda la proposta di squadra che lo coadiuverà nell’attività di coordinamento dell’offerta informativa: Francesco Merlo, Pino Corrias e Diego Antonelli, cui aggiungere quattro giornalisti Rai selezionati attraverso il job posting: Frediana Biasutti, Cristina Bolzani, Paola D’Angelo e Valentina Dellorusso. Il consigliere Franco Siddi ha abbandonato la seduta per protesta e ha dichiarato:

“Il CdA non è stato chiamato a ragionare e deliberare su questa struttura. Inoltre Merlo è un illustre scrittore, ma è pensionato e non può essere assunto da un’azienda pubblica”.

Il CdA ha preso atto, inoltre della designazione di Raffaele Agrusti, già Chief Financial Officer, alla presidenza di RaiWay, la qual cosa sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea.
(⇐Comunicati stampa, ANSA)
Aggiornamento: in data 21 aprile, il presidente della Commissione di vigilanza, Roberto Fico, ha dichiarato:

“Dopo aver letto del nuovo piano editoriale della Rai da fonti di stampa ho chiesto immediatamente in ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza di ascoltare il direttore generale del servizio pubblico Antonio Campo Dall’Orto. La commissione chiederà i dettagli del piano, lo farà in diretta streaming, in modo trasparente. È importante che tutti i cittadini sappiano qual è il futuro del servizio pubblico, non solo i componenti della Vigilanza. Questo è un impegno preso a inizio legislatura cui non possiamo rinunciare in quanto portavoce del popolo italiano. Chiederemo cosa comporta il piano editoriale, se ha individuato degli sprechi e se esiste un vero piano di sviluppo per l’azienda pubblica radiotelevisiva. Sarà l’occasione anche per capire perché il direttore editoriale Carlo Verdelli si sta circondando di nuove figure, quasi tutte esterne. Prima di parlare di nomi e stipendi, dobbiamo capire che faranno queste persone e a cosa servirà questa struttura. Al momento non è chiaro. La Rai non può essere il salotto dei potenti, meno che mai dei mafiosi.”

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