anche tv8, nel suo piccolo…

È stato diramato nei giorni scorsi il comunicato stampa di Tv8, con la programmazione autunno – inverno 2019:

TV8 mette in cantiere 4 ore di produzioni originali consecutive: il canale FTA di Sky arricchisce il palinsesto pomeridiano con un nuovo format e un nuovo volto, che insieme a programmi già consolidati, dà il via a 4 ore di intrattenimento tutto italiano.
Apre il pomeriggio alle 17.30 Enrica Bonaccorti con il suo “Ho qualcosa da dirti”, il nuovo emotainment in onda da lunedì prossimo, 9 settembre, tutti i giorni dal lunedì al venerdì in prima tv assoluta.
Alle 18.30 è la volta di  (altro…)

cosa ci riserva il 2015 (2)

Il 2015, con buona pace di alcuni professori che vanno in televisione, è l’anno della Capra, segno orientale caratterizzato da istinto, creatività, inventiva, mitezza ma anche pessimismo.

Quanto agli appuntamenti cinematografici, si sono già ricordati quelli internazionali e si tratterà di quelli italiani (proprio oggi, per inciso, esce ‘Si accettano miracoli‘, con Alessandro Siani).

Quanto agli appuntamenti non esclusivamente cinematografici e alle ricorrenze d’ogni tipo, nel 2015: (altro…)

il destino e la ruota

“La ruota della fortuna ha

una formula che non si corrode!”

Mike Bongiorno

La ruota della fortuna’ corrisponde ad una delle pagine piú importanti dei game televisivi, nonché di tutta la televisione commerciale*.
Con il titolo e la formula definitiva, venne varata nel 1989 dal grande Mike su Canale 5 e 
costituí a lungo il traino perfetto per il telegiornale delle 20 in quanto, basata su un meccanismo semplicissimo, fidelizzava i telespettatori e li traghettava in modo ameno verso l’ora di cena.

Nel 1996, contestualmente all’esodo di Bongiorno su Rete 4, il programma si spostò con lui e avvolse l’edizione delle 13.30 del TG4 con due tranche che andavano in onda prima e dopo.

Il pubblico a casa giocava assieme ai concorrenti in studio nell’indovinare la frase e questo ha sempre costituito la chiave di volta nel successo di un game; si tratta, d’altro canto, di una metafora della vita: le occasioni girano, sta a noi saperle cogliere e far fruttare.

In tempi piú recenti, la Ruota della fortuna è servita ad animare la fascia di access  di Italia 1, per la conduzione di Enrico Papi, con Victoria Silvstedt e qualche modifica (mi rimbomba ancora nelle orecchie Ca-ver -na Ca-ver-na).

Le repliche di quest’ultima versione vanno in onda proprio in questo periodo, su Canale 5, dalle 18.30 alle 20,due alle volta, rieditate velocemente.  L’ascolto, però, è pessimo e dà da pensare, pur essendo al di fuori del periodo di garanzia.

Non siamo piú negli anni ’90, è vero, gli scenari sono complessi.

Se solo si considerasse, però, che la Ruota di Papi era stata concepita per tutt’altre esigenze, in tutt’altra collocazione, sarebbe un bene; qualcuno si chiede anche perché non si mette una fiction, in quello slot.

Quanto alla mitica Ruota di Mike, che ricordiamo con nostalgia, chissà… Forse, con carismatica conduzione, funzionerebbe ancora oggi.

*non per niente è citata anche
nel mio Codice Peyo…

le metamorfosi

Non mi ha stupito affatto l’indiscrezione secondo la quale Colorado, fresco di festeggiamenti per le cento puntate, potrebbe passare su Canale 5 dalla prossima stagione, in tempi di palinsesti come materia viva e scenari sempre più complessi.
Né sembrano esserci, d’altro canto, differenze sostanziali tra Colorado e
Zelig, tradizionale roccaforte umoristica del Biscione e transfuga, a suo tempo, anch’essa.
I cambiamenti della televisione, però, non si limitano solo alla programmazione.
Uno specialista di metamorfosi era sicuramente  
Manimal, il miliardario che, in una fortunata serie degli anni ’80, era in grado di trasformarsi in pantera, falco, serpente, cavallo. Secondo la bisogna.
La morte a soli 58 anni dell’attore che lo impersonava (Simon MacCorckindale
*) è passata pressoché inosservata, a dispetto dello spazio, forse discreto, che la serie occupa nei nostri ricordi infantili (per quanto riguarda la mia generazione, almeno). 
La sigla del telefilm chiariva che il protagonista era a conoscenza “dei segreti che separano l’uomo dall’animale e l’animale dall’uomo ma la serie era di un’ingenuità mostruosa, non solo per il dato scientifico ma anche per alcune imperdonabili distrazioni (basti pensare che il personaggio si traformava strappando i vestiti ma, una volta tornato umano, se li ritrovava addosso perfettamente integri).
Ancora vivi e vegeti, sembra, i protagonisti degli altrettanto ingenui
Supercar, Automan e Street Hawk. Da bambino li guardavi affascinato, vittima di un ultrapositivismo marketing oriented, e ti chiedevi in che misura quelle tecnologie potessero essere raggiungibili.

A chiudere il post, la sigla storica di Manimal:

* va detto che il MacCorckindale ha lavorato anche in produzioni di rango più elevato, al cinema in “Assassinio sul Nilo” accanto a Peter Ustinov, “Lo Squalo 3” e “Poltergeist”, in televisione, oltre a Manimal, in Hazzard, Dynasty, Falcon Crest e Nikita.

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