diale(t)tichetta

L’uso del dialetto presenta delle criticità, anche nel marketing e nelle campagne pubblicitarie. Chi lo sceglie in modo consapevole, sa di usare un registro posizionato su un livello diverso rispetto alla lingua ufficiale, idoneo ad alcuni contesti piuttosto che ad altri. Chiunque, in ogni caso, è infastidito da un uso del vernacolo che sia artificiale, maccheronico, da persona che faccia finta di conoscerlo e tenti di servirsene per conquistare la simpatia dell’interlocutore o l’interesse dell’uditorio.

L’ultimo caso salito agli onori della cronaca riguarda la strategia di Nutella, crema spalmabile tra le piú invitanti, di mettere espressioni dialettali sui vasetti che tradizionalmente ci consentono di acquistarla, facendosi ricettacolo di prezioso privilegio. Le hanno chiamate “Dialettichette”.

I vasetti con le etichette personalizzate

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che mondo sarebbe senza ferr(er)o?

Michele Ferrero, responsabile dello slancio e del successo internazionale dell’azienda fondata dal padre, ha deciso di lasciarci; non prima, però, d’aver testimoniato, per una vita intera, i valori del lavoro, dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, della responsabilità sociale.

Proprio in questi giorni è stata lanciata la corporate tv del gruppo Ferrero: nasce “per diffondere la cultura aziendale, le strategie, i risultati conseguiti e le iniziative dedicate ai collaboratori” ed è auspicata come “strumento efficace e dinamico per mantenere aggiornato il personale su tutte le attività svolte e programmate dall’azienda”; la “progettazione del concept, dell’architettura logica della piattaforma e dell’interface design” è stata curata da Industree Communication Hub che, in collaborazione con la funzione HR e Comunicazione Interna della Ferrero, si occupa anche del palinsesto e dei contenuti (rassegna stampa, notizie Ansa, video, meteo, approfondimenti…).

Per la par condicio tra aziende dolciarie, mi corre inoltre il gradito obbligo di ricordare un’iniziativa della Perugina, azienda che, pur controllata dall’elvetica Nestlè, è sicuramente motivo d’orgoglio del made in Italy alimentare nel mondo.

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il giorno di Carosello

È arrivato il grande giorno: questa sera su Rai 1, alle 21.10 parte Carosello Reloaded, tre minuti e mezzo di ‘mini-fiction’ da settanta secondi con l’obiettivo di innovare con la tradizione, rispolverando un fenomeno che la storia della nostra televisione certo non ha dimenticato.
Da oggi fino al 28 luglio; un esperimento presentato da Fabrizio Piscopo (Sipra) come “un format multimediale e interattivo su diverse piattaforme”, probabilmente anche un modo per ottimizzare la presenza dei marchi disposti a spendere di piú nella fascia piú appetibile.

Rai Pubblicità, al momento ancora Sipra, stima un bacino di pubblico corrispondente al 30% del totale, formato al 62% da donne e al 60% da Responsabili Acquisti; il listino chiede un milioncino di euro sull’unghia e prevede

  • ventun passaggi nell’ambito di Carosello reloaded,

  • altrettanti il giorno dopo alle 18.55,

  • quarantadue su RadioUno web

  • 514 proiezioni nei cinema, per tre settimane.

Innovazioni assolute, da concordare a parte, i concorsi a premi e il double screen, ovvero un’app che consente l’interazione con gli spot attraverso un dispositivo e si avvia con un segnale a infrasuoni.

Le aziende clienti che hanno abbracciato l’iniziativa sono: Ferrero (forse con Jo Condor), Conad, Eni (col cane a sei zampe), Wind, UnileverProcter & Gamble, Regione Marche, BNL (in futuro forse anche Fiat); la musica è quella storica, composta nel 1957 da Raffaele Gervasio, con un arrangiamento di Fabio Gurian e l’esecuzione da parte dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai all’Auditorium “Arturo Toscanini” di Torino. La sigla ha qualche colore in più e si apre sulle piazze italiane.

Il tutto nella speranza di portare nelle casse di viale Mazzini tra i quindici e i sedici milioni di euro in piú, senza la minima indulgenza verso forme di comunicazione quali informazioni di prodotto, telepromozioni, sconti o annunci di promozioni.

Rileggi Caro(sello)

e Caro(sello) (2)

carosello reloaded

aggiornamento delle 22: ci si aspettava forse qualcosina in piú…

l’importanza della Scala

Uno dei post più fortunati di questo blog è dedicato al sogno di Giacobbe, il patriarca che vide una scala che arrivava fino al cielo, con angeli che la percorrevano a piedi pur avendo le ali.

Quanto scritto è preludio perfetto a quanto segue, giacché la Scala di cui ci si occupa in questa sede è anch’essa della massima importanza.

È il Teatro alla Scala di Milano, tempio del bel canto, delle eccellenze artistiche del nostro Paese e, quest’oggi, del Winning Italy Award. Il riconoscimento viene conferito a quanti brillano italiano nel firmamento internazionale ed è stato creato due anni fa proprio dalla Farnesina per promuovere il nostro Paese all’estero (tra gli ambasciatori Valentino Rossi, Ferrero e le Frecce Tricolori).

Verrà pertanto consegnato dal ministro degli Esteri Franco Frattini, il quale si è cosí espresso:

“la Scala è la più importante macchina di spettacolo al mondo, uno straordinario laboratorio che produce melodramma, musica sinfonica e balletto da oltre 230 anni. (…) la Scala è ancora una miniera del talento italiano. E pur parlando il linguaggio universale della cultura la sua lingua è l’italiano e ci regala un patriottismo amato e rispettato anche in questi giorni dei 150 anni d’Italia”

È l’istituzione che, meglio di altre interpreta l’eccellenza italiana e si regge principalmente su finanziamenti privati, realizzando produzioni, co-produzioni, vendendo perfino scenografie. In questa quarta edizione, dedicata alla Scala, ci sarà anche un omaggio a Franco Zeffirelli.

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