madri e matrigne

Vogliamo proporre una poesia sui tempi che stiamo vivendo:

Madre Natura è talvolta Matrigna.
Dal Male talvolta il Bene proviene. Non sempre.
Se tale, tuttavia, è il volere del Mondo,
del quale l'Uomo è particola,
che mai tanta malizia?
Perché tanto accanirsi?
E com'è che ciò che vien da Natura
all'acciaio s'aggancia*
e all'intime fibre dell'uomo,
all'inquinamento si mostra sodale? (© Pasquale Curatola 2020)

*mi è stato spiegato che il Covid-19 si attacca facilmente all’acciaio e alle superfici lucide perché si aggancia allo sporco che può accumularcisi sopra, non al metallo in quanto metallo.
Voliamo adesso piú in alto. In occasione della festa della Mamma, proponiamo anche la ‘Lettera alla Madre’, di Salvatore Quasimodo: (altro…)

matres dulcissimae

  • ‘Mamma mia! Here We Go Again’, a remake of the 2008 Meryl Streep starred ‘Mamma mia!’, will be released in US on July, the 20th, in Italy on September, the 6th (‘Mamma mia! Ci risiamo’).
  • As for the ABBA, the very famous pop group whose songs were ‘Mamma mia!’ actual soundtrack, they announced on their official Instagram account they are set to release new music for the first time in 35 years: (altro…)

Mamma Mia again

In tempi di celebrazioni alle genitrici, o festa della mamma che dir si voglia, perché non mettere in agenda un appuntamento a teatro, magari per ‘Mamma mia’? Iniziativa tra le piú meritorie, la celeberrima commedia musicale rivive in una produzione tutta italiana (PeepArrow Entertainment e Il Teatro Sistina) affidata alla regia e all’adattamento di Massimo Romeo Piparo.
Musiche degli Abba eseguite dal vivo da un’inclita orchestra, scenografia tecnologica con vera sabbia e undicimila litri d’acqua di mare, cast di trenta artisti tra cui (altro…)

il lato “materno” di Pasolini

Sembra adeguato celebrare la festa della Mamma con una nota poesia di Pier Paolo Pasolini:

Supplica a mia madre (da ‘Poesia in forma di rosa’)

È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo (altro…)

Barbie Channel e Bordertown, gli estremi dell’animazione

Barbie e Bordertown, cartoni animati a confronto. Domenica prossima ricorre la Festa della Mamma ed il gruppo De Agostini intende celebrarla con uno speciale “Barbie Channel”, in onda su DeAKids e DeAKids+1 dal 7 al 13 maggio (canali 601 e 602 di Sky). Come intuibile, questo temporary channel è dedicato a Barbara Millicent Robert, in arte semplicemente Barbie, la bambola icona di molte generazioni, nota anche per le sue apparizioni cinematografiche e televisive.
Ecco alcuni appuntamenti:

‘Barbie e il tesoro dei cuccioli’, in onda il 7 maggio alle ore 20.00 (Prima tv SKY)
‘Barbie Squadra Speciale’ in onda domenica 8 maggio alle ore 20.00
‘Barbie e le scarpette Rosa’ martedí 10 maggio alle ore 20.00
‘Barbie Super Principessa’ giovedí 12 maggio alle ore 15.00
‘Barbie e il cavallo leggendario’ mercoledí 11 maggio alle ore 15.00
‘Barbie Super Principessa’ giovedí 12 maggio alle ore 15.00
Il 7 maggio, oltre al Barbie Channel, partirà su DeAKids la serie ‘Mia and Me’; in prima tv su Sky, la serie, già trasmessa in oltre cinquanta Paesi e settanta canali, unisce animazione e live action. È la storia della dodicenne Mia, che si trasferisce in collegio dopo la morte dei genitori, con la sola compagnia di un vecchio libro sugli unicorni e di un braccialetto che le consente di raggiungere il mondo parallelo di Centopia.
Decisamente piú birichina la serie ‘Bordertown’, che la political correctness sembra averla (altro…)

la mamadre

Vogliate gradire una poesia in cui Pablo Neruda ricorda una sua matrigna

che profumava di mamma a tutti gli effetti:

La mamadre

La mamadre viene por ahí,
con zuecos de madera. Anoche
sopló el viento del polo, se rompieron
los tejados, se cayeron
los muros y los puentes,
aulló la noche entera con sus pumas,
y ahora, en la mañana
de sol helado, llega
mi mamadre, doña
Trinidad Marverde,
dulce como la tímida frescura
del sol en las regiones tempestuosas,
lamparita
menuda y apagándose,
encendiéndose
para que todos vean el camino.

Oh dulce mamadre
—nunca pude
decir madrastra—,
ahora
mi boca tiembla para definirte,
porque apenas
abrí el entendimiento
vi la bondad vestida de pobre trapo oscuro,
la santidad más útil:
la del agua y la harina,
y eso fuiste: la vida te hizo pan
y allí te consumimos,
invierno largo a invierno desolado
con las goteras dentro
de la casa
y tu humildad ubicua
desgranando
el áspero
cereal de la pobreza
como si hubieras ido
repartiendo
un río de diamantes.

Ay mamá, ¿cómo pude
vivir sin recordarte
cada minuto mío?
No es posible. Yo llevo
tu Marverde en mi sangre,
el apellido
del pan que se reparte,
de aquellas
dulces manos
que cortaron del saco de la harina
los calzoncillos de mi infancia,
de la que cocinó, planchó, lavó,
sembró, calmó la fiebre,
y cuando todo estuvo hecho,
y ya podía
yo sostenerme con los pies seguros,
se fue, cumplida, oscura,
al pequeño ataúd
donde por primera vez estuvo ociosa
bajo la dura lluvia de Temuco.

La Mamadre, ecco che arriva

con zoccoli di legno. Ieri 

soffiò il vento del polo, si sfondarono
i tetti, crollarono
i muri e i ponti,
l’intera notte ringhiò con i suoi puma,
ed ora, nel mattino
del sole freddo, arriva
mia mamadre, signora
Trinidad Marverde,
dolce come la timida freschezza

del sole delle terre tempestose,
lanternina
minuta che si spegne
e si riaccende
perché tutti distinguano il sentiero.
O, dolce mamadre
mai ho potuto
dire matrigna,
la mia bocca trema a definirti,
perché appena
fui in grado di capire
vidi la bontà vestita di poveri stracci scuri,
la santità piú utile:
quella della farina e dell’acqua,
e questo fosti: la vita ti fece pane
e lì ti consumammo
nei lunghi inverni desolati
con la pioggia che grondava
dentro la casa
e la tua ubiqua umiltà
che sgranava
l’aspro
cereale della miseria
come se tu andassi
spartendo
un fiume di diamanti.

Ahi, mamma, come avrei potuto
vivere senza ricordarti
ad ogni mio istante?
Non è possibile. Io porto
il tuo Marverde nel mio sangue,
il cognome
di quelle
dolci mani
che ritagliarono da un sacco di farina
le brachette della mia infanzia,
di lei che cucinò, stirò, lavò,
seminò, calmò la febbre,

e, quando ebbe fatto tutto
e ormai potevo
reggermi saldamente,
si ritirò, cortese, schiva,
nella piccola bara
dove rimase in ozio per la prima volta
sotto la dura pioggia del Temuco.

Pablo Neruda
DarkLight