Mi dedico oggi ad alcune news sulla settima arte.
Esce oggi nelle sale “Una sconfinata giovinezza“, ultimo lavoro di Pupi Avati. La cinematografia del Maestro bolognese è una garanzia di stile, classe, poesia e quest’ultima opera non deluderà certo le aspettative.
“Una sconfinata giovinezza” tocca il mondo dell’Alzheimer, patologia della quale so qualcosa (ricordate il mio post su Serendippo?). Protagonisti del film Lino Settembre e Chicca, giornalista sportivo e professoressa di Filologia romanza. I due sono sposati da molti anni ma la loro unione non è stata arricchita da prole, a dispetto di quanto avviene invece nella famiglia d’origine di lei, dove ci si riproduce a ritmo serrato.
A fungere da prole per Chicca dovrà essere proprio Lino, a causa di una demenza degenerativa (l’Alzheimer, appunto) che lo fa retrocedere nella lucidità e tornare bambino.
Era il 28/08/1938. Data piena di 8, come quella delle ultime Olimpiadi.
Un frugoletto di nome Maurizio veniva al mondo, ignaro del catodico destino che lo attendeva.
Non è questa la sede per sciorinare la biografia di Maurizio Costanzo, le innovazioni e i cambi epocali che ha introdotto nella nostra televisione. Vogliamo solo fargli gli auguri, il podio dei settant’anni è sicuro motivo di vanto per una persona che ha navigato in mezzo a oceani talvolta burrascosi, riportando innumerevoli vittorie.
Simone Rossi, di Digital Sat lo ha intervistato la settimana scorsa, gli ha chiesto un bilancio:
«I traguardi sono utili per qualche riflessione. Penso di essere molto fortunato. Ho fatto ciò che sognavo di fare sin da ragazzino: giornalismo e teatro. Ho avuto genitori che me lo hanno permesso, malgrado mio padre fosse un impiegato e mia madre una casalinga. E a quei tempi si diceva che la notte, per strada, giravano solo ladri, puttane e giornalisti! Ho avuto la fortuna di fare il primo talk show in Italia, quando non si sapeva bene cosa fosse. La fortuna di interpretare la prima sit com, “Orazio”, che Silvio Berlusconi, per pudore, chiamava “scenetta”. Ho fatto anche il primo teatro-cabaret a Roma…».
Che je devi di’? Di lui si dice di tutto, cose vere e cose false, soprattutto cose false (Ezio Greggio mi perdonerà questa citazione dai tempi del Drive in…).
A me è sempre piaciuta la sua militanza in alcune cause, per esempio l’amore per gli animali e le sue crociate contro l’abbandono dei cani in estate (ma, ovviamente anche in autunno, inverno e primavera). E la sua conoscenza del mezzo televisivo. Una volta arrivai perfino a proporre ad un suo collaboratore un vero e proprio Maurizio Costanzo Channel, per ospitarvi all’un tempo le produzioni passate, le puntate storiche del suo show e i format di oggi.
Perché no, magari proprio sul digitale terrestre!
Anch’io, nel mio piccolo, sono stato al Costanzo Show. Per la precisione, al “Maurizio Costanzo show – Parlando”, quando il palcoscenico veniva allungato e ospitava anche dei giovani, che intervenivano con le loro domande e riflessioni.
Pomeriggio ricco, due registrazioni consecutive.
Gabriel Garko, Nancy Brilli, Francesca Neri, Giuliana De Sio, Melissa P…
La violenza negli stadi, il Bello delle donne, la corruzione nelle università, i graffi dell’anima…
Quante cose ho imparato quel pomeriggio!
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