Greece and Rhodes: a new Colossus

The Colossus of Rhodes was one of the seven Wonders of the Ancient World, and it is possible it could be again. An international team of engineers and architects, leaded by Aris A. Pallas, launched a project for the statue of the god Helios be rebuilt, given the earthquake that destroyed it in 280 B.C. At that time, Ptolemaeus III claimed for rebuilding at his own expense but Rhodians did not want because the Oracle of Delphi had said that the Gods had destroyed the statue because they were not satisfied of it.
According to the project, spite of what the oracles used to tell in ancient times, the new Colossus will be more than 443 feet (135 metres), will be realized in 3/4 years, and will cost €250 million, hopefully obtained thanks to international sponsorships, EU fundings or crowdfunging forms.
It will stand in the harbour, like in the Old Greece and as a sort of Statue of Liberty in the Mediterranean Sea (and please (altro…)

Fetonte o… della gioventú bruciata

Fetonte era figlio di Helios, il dio del Sole. Un giorno, nell’ambito di una lite tra fanciulli quale spesso capita tra i ragazzini delle medie, un compagno di classe dubitò della sua discendenza e, anche in virtú del detto latino mater semper certa est pater nonnunquam, a lui rivolse alate parole:
«Sciocco,» gli disse, «in tutto tu credi a tua madre
 e vai superbo d’un padre immaginario». (Ovidio, le Metamorfosi)  
Ah Caino, ah bastaso!” avrà detto il fanciullo, pur esprimendosi in greco antico o nella versione latina di Ovidio; né è difficile immaginare quali filastrocche gli intonassero davanti i compagni: “La mamma di Fetonte è visionaria, la mamma di Fetonte è visionaria…”.
Tornato a casa, egli si rivolse alla madre Climene, dicendole d’essersi taciuto solo per non causarle maggiore dolore. Nondimeno, grave era l’onta, imperdonabile l’accusa:
«E a tuo maggior dolore, madre mia, io che sono cosí impulsivo,
cosí fiero, m’imposi di tacere: non sopporto che qualcuno
abbia potuto insultarmi cosí, senza che potessi ribattere!
Ma tu, se è vero che discendo da stirpe celeste,
dammi prova di questi natali illustri e rivendicami al cielo».
All’epoca non c’erano gli smartphone e Climene avrebbe dovuto penare non poco per rintracciare il marito che, peraltro, era un pezzo grosso. Si curò, comunque, di rassicurare il figlio, alzando le braccia al cielo e giurando in tal guisa:
«Per questo splendido fulgore di raggi abbaglianti» disse,
«che ci vede e ci ascolta, io ti giuro, figliolo,
che tu sei nato da questo Sole che contempli e che regola
la vita in terra. Se ciò che dico è menzogna, mai piú mi consenta
di guardarlo e sia questa luce l’ultima per i miei occhi!
Del resto non ti sarà fatica trovare la casa paterna:
la terra in cui risiede confina con la nostra, là dove sorge.
Se questo hai in animo, va’ e chiedi a lui stesso».
Non c’era bisogno di declamare tali esametri due volte! Fetonte, baldanzoso e affamato di rivalsa, abbandonò l’Etiopia, attraversò l’India e tornò alla casa del Padre, piú nello stile di C’è posta per te che del Figliuol prodigo.

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Adrano e l’Etna

Il vulcano Etna è legato a molti miti.

Zeus e Athena schiacciarono sotto la sua massa il gigante ribelle Encelado.

Efesto e i Ciclopi operavano nelle sue magmatiche viscere. Secondo Eschilo anche Tifone venne confinato colà. Vi finirono dentro, per motivi diversi, il filosofo Empedocle e re Teodorico.

Chi abita da quelle parti conosce anche la storia di Adrano, il dio che viveva proprio in prossimità del cratere. Aveva dei cani, i fedeli cirnechi, che accompagnavano fedelmente al tempio quanti vi accorrevano con devozione, mettendo in fuga i ladri e i malintenzionati (a tutt’oggi c’è una razza di cani che si chiama “cirneco dell’Etna”).

Helios, per rimanere sul mitologico, ha sempre regalato caldi raggi ricchi d’energia per gran parte dell’anno,  dal suo cocchio dardeggiando instancabile.

Non per niente, il comune di Adrano, dove ricordo d’essere stato in gita scolastica nel 1988, ospita una centrale per la produzione di energia solare concepita proprio per mettere a frutto la generosità del Sole.

In questi giorni si parla nuovamente di energia nucleare, che presenterebbe qualche vantaggio ma anche numerosi problemi in termini di costi, rischi e tempi.

Helios dardeggia generoso non solo sulla Sicilia ma su gran parte del Paese. Perché non preferirlo?

Ops… dimenticavo Eolo…

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