i miserabili

Ses dents splendides avaient évidemment reçu de Dieu une fonction, le rire.
Victor Hugo, Les misérables

Si conclude questa sera su Rai Tre la messa in onda della miniserie ‘i Miserabili’. Trasposizione BBC dell’immortale capolavoro di Victor Hugo, trasmessa in Italia in prima visione assoluta, ‘Les Misérables’ è stata interpretata, tra gli altri, da Dominic West (nel ruolo di Jean Valjean) David Oyelowo (Javert), Lily Collins (Fantine).
Secondo solo all’
Uomo che ride, quello de ‘i Miserabili’ è un romanzo che impregna l’anima, migliora il cuore e lascia inchiodate nella memoria alcune figure indimenticabili, dal titanico spessore*.
Dal punto di vista televisivo, la miniserie ha ottenuto dei riscontri che hanno sorpreso in positivo, al di sopra dell’11% di share, tanto che i dirigenti Rai potrebbero essersi perfino pentiti di non averla meglio valorizzata.
Pur con qualche licenza sul romanzo, è sembrata ben fatta; particolarmente cruda la scena del sacrificio di Fantine, che ha riprodotto in modo realistico quello che una madre disperata poteva rassegnarsi a fare.**. (altro…)

à propos des Misérables

Il film Les Misèrables è stato poco valorizzato agli Oscar perché è un musical (in tutta sincerità, a me è piaciuto e, a parte la strepitosa Anne Hathaway, ho apprezzato anche Hugh Jackman nei panni e nelle corde vocali di Jean Valjean).È pur vero, e non era possibile dirlo prima per non influenzare la giuria, che, quando sono andato a vederlo al cinema, mi è venuta una sensazione di déjà écouté in un paio di scene.La musica, come noto, è quella del musical ma un paio di musiche mi sembrava d’averle sentite anche prima:

  • quella della taverna, quando avventori e proprietari introducono il loro ambiente e il loro modus vivendi;
  • quella che fa sottofondo a uno dei monologhi finali.

Parla bene, probabilmente, chi ci ricorda che le note sono soltanto sette e qualche coincidenza è sempre possibile!

Congratulazioni, comunque, per le statuette portate a casa da Anne Hathaway come Miglior attrice non protagonista, Lisa Westcott e Julie Dartnell per trucco e parrucco, Andy Nelson, Mark Paterson and Simon Hayes per il missaggio!

 

The film Les Misérables was few appreciated at the Oscars because it is a musical (honestly, I liked it and, a part the wonderful Anne Hathaway, I also liked Hugh Jackman in the role and in the vocal chords of Jean Valjean). Also true – and it was not possible to tell before for the jury to be not influenced – that, when I went to watch the film at the cinema, a sort of déjà écouté came to me as for a couple of scenes. As known, musical themes are those ones of the musical, but my impression was to have already heard something before:

•        that one in the tavern, when clients and owners introduce their environment and their “life style”;

•        that one which serves as the background of one the final monologues.Who remembers us that the notes are only seven is probably right: some coincidence is always possible!

Congratulations, anyway, for the Oscars won by Anne Hathaway as the best actress in a supporting role, Lisa Westcott and Julie Dartnell for makeup and hairstyling, Andy Nelson, Mark Paterson and Simon Hayes for the Sound mixing.

 

 

 

 

 

 

 Read again Oscars 2013: the winners

Ciao, 2013! (2)

(segue dall’Ultimo post) Né saranno meno interessanti i movimenti e i giochi di mano che riguarderanno tutto il mondo dello spettacolo.

Il 2012, per quanto riguarda Mediaset, è terminato con la sostituzione di Massimo Donelli alla direzione di Canale 5 e con il ritiro di Fatma Ruffini dalla piú che trentennale direzione dei format e dei varietà milanesi (per un certo periodo anche di giochi e quiz in generale).
Cari saluti a parte, dunque, vale la pena di chiedersi quali altri sconvolgimenti stiano per interessare l’azienda del Biscione che, nell’attesa, ha varato in Spagna una nuova televisione a target femminile, sorellina, pardon, hermana di Tele5: ‘Nueve’. Visibile nella terra di Lope de Vega alla frequenza 67 UHF del digitale terrestre, Nueve trasmette miniserie, telenovele, serie drammatiche, telegiornali, talent, informazione e, da febbraio, una finestra di dodici ore per la diretta del Grande fratello spagnolo, giunto alla quattordicesima edizione.
Mediaset España intende chiudere cosí, pertanto, la strategia multicanale che ha visto due anni fa l’acquisizione di Cuatro e, nel 2011 e 2012, il lancio di Boing, Divinity ed Energy (rileggi las hermanitas de Tele 5 e Mediaset primo operatore spagnolo).

Se i primi vagiti Mediaset del 2013 sono in spagnolo, italianissimi sono quelli di Feltrinelli.

‘La Effe’, casa di produzione nata dalla detta casa editrice (attraverso ‘Effe 2005’)e da TiMedia, dopo l’autorizzazione da parte dell’antitrust, comincerà a produrre a fine gennaio ‘Zeta’, il nuovo programma di Gad Lerner, per varare poi in primavera un intero canale, tutto nuovo, diretto da quel Riccardo Chiattelli profugo di Cielo.
Il capitale sociale nella newco sarà detenuto per il 70% da Effe 2005 (dunque Feltrinelli) e per il restante 30% da La7.

Quanto alla Settima Arte, da segnalare l’uscita in sala di molti film italiani:

• ‘La miglior offerta’, di Giuseppe Tornatore (già nelle sale);
• ‘Mai Stati Uniti’, di Carlo Vanzina (dal 3 gennaio);
• ‘Quello che so sull’amore’, di Gabriele Muccino (dal 10);
• ‘Pazze di me’, di Fausto Brizzi (dal 24);
• ‘Educazione Siberiana’, di Gabriele Salvatores (dal 28).

Con la speranza che tali pellicole possano dare filo da torcere a Frankenweenie o a Les misérables

Nueve
Nueve Mediaset Espana

Mediaset España

i nomi parlanti di Victor Hugo

Dai precedenti articoli si sarà forse intuito che Victor Hugo è l’autore che prediligo.

Poiché si è oggi conclusa la messa in onda de ‘Il cuore di Cosette‘, tratto da ‘I Miserabili’, vale forse la pena di ricordarne uno degli infiniti meriti.

Una delle preziosità dello scrittore francese, comune però anche ad altre esperienze letterarie (Collodi e García Márquez per esempio), è quella di conferire ai suoi personaggi dei nomi parlanti particolarmente efficaci e suggestivi.

Ne I miserabili:

  • Jean Valjean contiene due volte Jean, che significa Giovanni, riferimento al Battista e all’Evangelista;

  • Père Madeleine, pseudonimo usato da Jean Valjean, è un ovvio tributo a santa Maria Maddalena;

  • Fauchelevant, seconda parte dello pseudonimo, potrebbe derivare nella prima parte da fauché, forma popolare per squattrinato, oppure dal verbo faucher, che tra i suoi significati ha anche quello di rubare; nella seconda da levant, levante, quindi Oriente, con il significato di chi sorge a nuova vita, come persona completamente nuova;

  • Fantine deriva da fant, che vuol dire bambino, oppure dall’italiano fantino;

  • Marius è un tributo alla Vergine Maria, spesso presente nei romanzi di Hugo (basti pensare al titolo di Notre Dame de Paris).

Ne L’Uomo che ride:

  •  Gwynplaine deriva da due parole, una gaelica e una francese, che significano entrambe piano, spianato;

  • Ursus, filosofo vagabondo è chiamato così per il suo carattere e per alcune sue abitudini;

  • Homo è attribuito a un lupo in ricordo del motto di Hobbes homo homini lupus (presente già in Plauto) e di alcune sue abitudini, compatibili con Ursus (significa, tra l’altro, che un animale può essere piú umano di noi);

  • Dea è ovvio ma azzarderei un riferimento al culto di Maria Maddalena, forse perfino a Iside; in alternativa, Dea potrebbe essere stato usato come sinonimo di Diva, ed essere dunque un omaggio alla moglie dello scrittore, che era un’attrice.

In Notre Dame de Paris:

  • Quasimodo deriva dalle prime due parole latine di un passo biblico che si legge il giorno dell’Annunciazione, quando lo sfortunato e deforme bambino venne ritrovato nella ruota degli orfani;

  • Esmeralda dalla pietra preziosa;

  • Febo da uno dei nomi del Sole;

  • Frollo forse da frôler, che significa anche strisciare

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