nomen omen?

Come sapete, sono sempre ben lieto quando è possibile vantare italico orgoglio nel mondo della televisione, del cinema o dell’animazione. 

Oscar Cosulich dirige, assieme a Giulietta Fara, l’XI edizione del Future Film Festival (è una pura coincidenza se il suo cognome fa rima con quelli di Alfio Bastiancich ed Elio Radovich, anch’essi coinvolti nel cinema d’animazione).

Il piatto è ricco, soprattutto per quanto attiene alla produzione italiana, magnificamente rappresentata da Bruno Bozzetto (Psicovip), Maurizio Nichetti (Teen Days), Iginio Straffi (Huntik, citato in passato), Gregory Panaccione (Matt & Manson), Maurizio Forestieri (Gladiatori, Premio Pulcinella all’ultimo Cartoons on the Bay) , Giuseppe Laganà (Kim, dal romanzo di Kipling).

Non c’entra molto ma profitto della coincidenza per ricordare Cattivik, lo sfigatissimo genio del male nato dalla fantasia di Bonvi, poi affidato a Silver, in onda dal 1° dicembre su Italia 1.

Sempre a proposito d’italico orgoglio (e un po’ anche d’italiani all’estero), vale ancora la pena di ricordare le cinque realtà italiane (o comunque italofone) che hanno presenziato all’Asia TV Forum, la fiera dell’audiovisivo di Singapore che avuto luogo dal 10 al 12 dicembre 2008. (altro…)

anime d’Italia

Nel nostro Paese sono rimaste solo società di progettazione, mentre l’animazione viene fatta altrove. Se va bene, si realizzano progetti italiani con animatori solo coreani”.
Francesco Testa, presidente di Asifa Italia
Il problema del cinema d’animazione in Italia non è certo la bontà del prodotto, è che c’è bisogno di un certo lavoro di box office perché il film abbia successo. In fatto di creatività non ci batte nessuno, ma per sfondare servono gli investimenti. Ma nessuno sembra interessato. E dire che sarebbe anche un buon investimento: tanto che dei prestiti che eroga il ministero per il cinema, quello d’animazione ha sempre restituito fino all’ultimo centesimo. Nonostante questo, manca ancora una certa lungimiranza. In questo contesto di scarsa imprenditorialità ridurre i costi, è diventato un imperativo. E per farlo si subappalta parte del processo in paesi dove la manodopera costa meno. È inevitabile, altrimenti si sfora con i costi”.
Piero Campedelli, presidente di Cartoon Italia
 

Le due citazioni (altro…)

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