on the Red Sea (2)

Christian Bale will play as Moses in the next Ridley Scott’s kolossal,  ‘Exodus: Gods and Kings’(The title seems to reveal a quiet disenchanted approach to the Holy Bible, seen as the Hebraic mythology). 

As in the previous films based on the Exodus (and Deuteronomy), 40 years old Christian will have to make Israelite slaves get out free from Egypt and move toward the Promised Land.

Of course, it is to tell the particular relationship between Moses and Rhamses, (Joel Edgerton of Warrior and The Great Gatsby), born almost as brothers, became ennemies because of the facts and, someone says, of the different opinions on slavery.

They arrive to duel, and Rhamses screams:

Let’see who’s more effective at killing, you or me?’.

By the way, Moses takes Rhamses informed on what runs the risk to happen:

I came here to tell you that something is coming that is out of my control‘.

According to the trailer, another star in this film, which is said to have a budget of over $150m, seems to be the Nature; we see tornadoes, dantesque landscapes, lightning storms, rivers of blood (perhaps because of the 10 Plagues, I suppose).

In the cast, Bale and Edgerton a part, there are also Sigourney Weaver, Aaron Paul, Ben Kingsley, Emun Elliott and John Turturro.

The film, written by the Oscar awarded Steven Zaillian (‘Schindler’s List’), realised at the Pinewood Studios of London, will be released in America on December 12, 2014; in Italy, on January 2015.

Christian Bale interpreterà Mosè nel prossimo kolossal di Ridley Scott, ‘Exodus: Dèi e Re’ (il titolo sembra rivelare un approccio abbastanza disincantato verso la Sacra Bibbia, vista come mitologia ebraica).

Come nei precedenti film basati sull’Esodo (e sul Deuteronomio), il quarantenne Christian dovrà far uscire liberi dall’Egitto gli schiavi israeliti e muovere verso la Terra Promessa.

Naturalmente, c’è da raccontare il particolare rapporto tra Mosè e Ramses, (Joel Edgerton di Warrior e Il grande Gatsby), nati praticamente fratelli, diventati nemici a causa dei fatti e, dice qualcuno, delle diverse opinioni sulla schiavitú.

Arrivano a duellare e Ramses urla:

‘Vediamo chi è piú bravo a uccidere, io o tu’.

Comunque, Mosè informa Ramses su cosa corre il rischio di accadere:

‘Sono venuto qui per dirti che sta arrivando qualcosa che è fuori dal mio controllo’.

Stando al trailer, un’altra protagonista di questo film, che si dice abbia un budget di oltre 150 milioni di dollari, sembra essere la natura; si vedono tornado, paesaggi danteschi, temporali, fiumi di sangue (forse a causa delle Dieci Piaghe, suppongo).

Nel cast, a parte Bale e Edgerton, ci sono anche Sigourney Weaver, Aaron Paul, Ben Kingsley, Emun Elliott e John Turturro.

Il film, scritto dal premio Oscar Steven Zaillian (‘Schindler List’), realizzato presso i Pinewood Studios di Londra, uscirà in America il 12 dicembre 2014, in Italia a gennaio 2015.

for Easter…

da In the Beginning – Storie dalla Bibbia

Osamu Dezaki è salito al Cielo dei registi da qualche giorno

ma le produzioni che ha diretto vivranno sempre con noi.

Non solo Rèmi, Lady Oscar, Rocky Joe o Astro Boy ma anche,

come suggerito dall’immagine,

In the Beginning – Storie dalla Bibbia.

Proprio con riguardo a quest’ultima serie,

si è preso in prestito il fotogramma

con il passaggio del mar Rosso

da parte del popolo ebraico.

Grazie, maestro! 

on the Red Sea…

Il Pasquale Curatola’s World formula a tutti i suoi friends i migliori auguri per un’ottima Pasqua e un gradevolissimo lunedì dell’Angelo. Chi è cristiano potrà esultare per la Resurrezione e, anche se non cristiano, godersi la classica gita fuori porta con fave e pecorino, in alternativa alla crociera a Sharm el Sheik. Interessanti inoltre le sorprese celate dalle uova al cioccolato. Soprattutto per la linea…

Dostoeevskj, ne I fratelli Karamazov, fa di dire al diavolo che anch’egli avrebbe voluto gioire per la vittoria del Cristo sulla morte. 

Nella notte tra sabato e domenica, nell’ambito della quale santaromanachiesa  celebra la Resurrezione, verrà anche ululato il famigerato Canto del Mare, componimento liturgico che riprende il cantico di vittoria intonato dagli Ebrei mentre uscivano dal mar Rosso, e che si caratterizza per dei vocalizzi molto particolari che vanno eseguiti alla fine di ogni strofa. Una volta, quando la mia spiritualità si identificava con la proposta del contesto, era perfino linkato in questo blog.

Dal punto di vista liturgico, accompagna la lettura del libro dell’Esodo, dove si racconta del mare che si aprì di fronte a Mosè, fece passare indenne il popolo ebraico e si richiuse sui soldati egiziani e sul faraone, facendoli perire tra i flutti. Per il faraone, passi, che era in effetti cattivello, ma quei disgraziati di soldati che colpa avevano, se non quella di fare il loro lavoro? Magari avevano solo dei contratti a progetto, del tipo “la scrivente società Pharaoh Enterprise si servirà delle prestazioni del soldato… a carattere occasionale, con preciso riguardo alla cattura di taluni ebrei che stanno cercando di uscire dall’Egitto… Al soldato verrà riconosciuta una diaria consistente in n° 40 sacchi di farina, altrettanti di miglio, e due orci d’olio…

Poveri diavoli umiliati due volte, la prima dal ministero del lavoro egizio, la seconda dal mare.

Ovviamente si scherza. Facendo i seri, una prima aporia è rinvenibile già nel testo delle scritture. Nella Bibbia, Esodo, capitolo14, ai versi 21-22 si legge:

“Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore, durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto. Mentre le acque erano per loro come una muraglia, a destra e a sinistra.”

A verso 27 si legge invece:

“Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, vi si dirigevano contro”.

Chi è affezionato alla rappresentazione classica, con Charlton Heston che solleva il bastone e il mare si apre, immagina le due sponde del mare sollevate come due bastioni. Altri possono immaginare semplicemente delle acque al di sotto del livello standard, come ritengono alcuni archeologi.

Un’ulteriore interpretazione vuole che tutta la narrazione sia una elaborazione mitica di un concetto che apparteneva alla cultura egiziana. Il faraone, rappresentato da un ideogramma che richiama in effetti due sponde di mare divise a metà, era in grado di separare la luce dalle tenebre. E la narrazione biblica, al di là dell’orgoglio epico, servirebbe solo a testimoniare che anche il popolo redento era stato capace di tale separazione. E i cristiani di oggi superano il baratro tra Peccato e Salvezza.

Peccato che, qualche capitolo dopo, nella Bibbia si separarono anche le acque del Giordano…

religioni a confronto

Nella mitologia egiziana, il dio Ptah creò l’uomo con l’argilla e gli soffiò nelle narici l’alito vitale.
Nella mitologia ebraica, l’uomo venne creato col fango e ricevette la vita attraverso il Respiro.
Nella mitologia greca, Prometeo crea l’uomo con il fango e lo vivifica col fuoco degli dei.
Le antiche culture riportano in pratica lo stesso mito per spiegare la nascita dell’uomo.
Può sembrare blasfemo che abbia inserito in questo elenco anche la narrazione che c’è nella Bibbia ma, non dimentichiamolo, essa era la summa di tutte le tradizioni ebraiche, anche di quelle mutuate da altri popoli (Mosè, probabile autore del Pentateuco, era stato allevato alla corte del Faraone).
Un mio amico egittologo mi ha anche spiegato che la parola ebraica Elohim, che  normalmente traduciamo Dio, è un plurale.

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