Pasquale e… il servizio militare

Dopo il post di ieri, dedicato alle vicende vissute da Mr. D durante la naja, a qualcuno sarà forse venuto l’uzzolo di sapere quali siano invece i ricordi di Pasquale Curatola (che modestamente sarei io) su tale periodo.
Ebbene, come già anticipato, io all’epoca ho fatto il servizio civile. Per la precisione ho fatto il servizio civile in un centro per ragazzi handicappati gestito da un ordine religioso dalla denominazione contorta, le “Pie, addolorate  caritatevoli, compassionevoli e afflitte sorelle che eternamente contemplano la misericordia di Nostro Signore Gesù Cristo, il Suo Sacratissimo Cuore e l’operato sempre miracoloso della Beata Vergine Maria e che eternamente confidano nella missione dello Spirito Santo Paraclito”.

Scherzo, la denominazione non era così lunga, ma era vero che i confini tra il centro laico dove lavoravano gli operatori specializzati, validamente aiutati dagli obiettori, e il convento vero e proprio, ove risiedevano le suore proprietarie del tutto, erano veramente laschi. Sia dal punto di vista fisico sia nella mentalità.

I ricordi più belli derivano dal rapporto che si instaurava con i piccoli pazienti del centro. La cosa forse più alta che ti insegnavano era la loro capacità di dar valore all’esistenza senza crucciarsi minimamente del loro handicap, riuscendo a colorare la propria e l’altrui esistenza di sfumature che per noi non hanno importanza, per loro sì.

Una bella giornata di sole a noi non dice quasi nulla. Eppure, se mi chiedeste di descrivervi il sorriso che sbocciava sul volto di quei bambini davanti al sole, avrei difficoltà a trovare le parole più acconce…

Mister D e… il servizio militare

Un personaggio singolare come Mr D non poteva non avere svolto in modo singolare anche il servizio militare.
Era in marina (non ho mai capito quel meccanismo degli scaglioni, lui era di ottobre… fortuna che ho fatto il servizio civile), in un primo momento in caserma.
Il primo giorno gli chiesero:
“Sai suonare qualche strumento musicale!”
“Ho studiato pianoforte per dieci anni!”, rispose il nostro, con entusiasmo.
“A noi serve uno che suoni la tromba. Se non sai suonare la tromba non servi a un c.!”
Il tapino venne messo di guardia.
Il suo onere era di passeggiare ripetutamente con il fucile in mano e dire Altolà, chi va là? a qualsiasi primate evoluto si fosse appropinquato alla caserma.
Si appropinquò il generale.
“Generale! Che piacere, come sta?”, esclamò Mr D, con gioia e garbato entusiasmo.
“Dieci giorni in consegna!”, rispose quegli, dacché il nostro avrebbe dovuto comunque recitare la formula di rito.
Questo a terra.
Sulla nave gli veniva chiesto di dormire alternando due ore di sonno a due ore di veglia. Se si veniva sorpresi a vegliare durante le ore di sonno o a dormire durante le ore di veglia erano cavoletti amari.
Così avvenne, difatti. Due giorni in cella di rigore.
Un giorno, poi, mentre si preparavano ad un allenamento in cortile, o qualcosa del genere, si permise di far presente ai commilitoni che un altro ragazzo non era ancora uscito dal bagno, nonostante fossero passati molti minuti dal suo ingresso in tale locale.
“Ma va là, figurati! Chissà cosa combina quello lì, in bagno!”
“Ma cosa dite! – ribatteva il pianista- forse sta male, forse ha bisogno di qualcosa!”
Nessuno gli diede retta.
Il ragazzo era passato a miglior vita…
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