Roma Fiction Fest, i vincitori

La cerimonia di chiusura del Roma Fiction Fest, condotta da Tiberio Timperi,  ha consacrato i vincitori di un’edizione che ha visto oltre ventitremila presenze, oltre trecento personaggi sfilare sul pink carpet, duecento professionisti che hanno partecipato ai convegni dell’APT e vari altri record.

Il maestro Pupi Avati, presidente di Giuria, la giornalista Laura Delli Colli, il direttore del Teatro dell’Opera di Roma Alesio Vlad e la produttrice Grazia Volpi hanno decretato vincitrice del concorso Fiction Italiana Edita 2012 (Lunga Serie) Una grande Famiglia diretta da Riccardo Milani (produzione di Magnolia Fiction per RaiFiction). 

Premio per la categoria Miglior Tv Movie a Paolo Borsellino. I 57 Giorni (Compagnia Leone Cinematografica per RaiFiction), andato in onda su Rai 1;

Miglior Miniserie Il Sogno del Maratoneta (Casanova Multimedia per RaiFiction);

Miglior Regia a Enzo Monteleone per  Walter Chiari. Fino all’ultima risata (ancora Casanova per RaiFiction);

Miglior Attore per la categoria Tv Movie è Silvio Orlando per Il Delitto di Via Poma (Taodue per Mediaset);

Miglior Attrice  Stefania Rocca per Mai per Amore – La Fuga di Teresa (Ciao Ragazzi per RaiFiction);

per la categoria Miniserie, vincono invece Elio Germano per Faccia d’Angelo (Goodtime per Sky) e Valeria Solarino per Anita Garibaldi (Goodtime per RaiFiction).

per la categoria Lunga Serie premiati Michele Riondino per Il Giovane Montalbano (Palomar per RaiFiction) e Vanessa Incontrada per I Cerchi dell’Acqua (Palomar per Mediaset);

premio Francesco Scardamaglia 2012, Giuria SACT-100Autori, alla Migliore Sceneggiatura a Enzo Monteleone e Luca Rossi per Walter Chiari. Fino all’ultima risata; Elena Bucaccio, Alessandro Sermoneta, Angelo Longoni, Maurizio Giammusso per Tiberio Mitri – Il campione e la Miss;

premio L.A.R.A.
Migliore Attrice: Giulia Bevilacqua per Bentornato Nero Wolfe (Casanova per RaiFiction), Il Delitto di Via Poma (Taodue per Mediaset), Dov’è mia figlia (Mediavivere per Mediaset)
Miglior Attore: Alessio Boni per Walter Chiari. Fino all’Ultima Risata (Casanova per RaiFiction)

premio TV Sorrisi e Canzoni (Giuria popolare)
Miglior Attrice: Vittoria Puccini per Violetta (Magnolia, Beta Film per RaiFiction)
Miglior Attore: Alessandro Preziosi per Un amore e una vendetta (Mediavivere per Mediaset).

Menzioni Speciali:

  • Mai per Amore (Ciao Ragazzi per RaiFiction)
  • La vita che corre (Dap Italy per RaiFiction)
  • Il tredicesimo Apostolo (Taodue per Mediaset)

rileggi l’articolo sul Roma Fiction Fest 2012

le colombe pugnalate*

 “Io sono certo che Emanuela Orlandi sia viva perché ho parlato con lei”. 

 Luis Rocha, lunedì 18 luglio 2011.

“…Emanuela Orlandi era una giovane figlia di un funzionario del Vaticano che sparì ufficialmente nel 1983. Ma dire che sia morta è un insulto a tutti gli italiani. So che mi prenderanno per pazzo, ma sono vaccinato. Nel mio prossimo libro ‘La figlia del Papa, che prometto di presentare in anteprima a Reggio, rivelerò con certezza la tesi che un Papa nel XX secolo ha avuto una figlia”.

 Sono queste le dichiarazioni che Luis Rocha ha rilasciato a Reggio Calabria nell’ambito di Tabularasa, interessante kermesse giornalistica di incontri, dibattiti ed interviste che ha luogo nella città dello Stretto. Lo scrittore portoghese si occupa del caso di Emanuela Orlandi nel libro di prossima pubblicazione ‘La figlia del papa’, seguito ideale del già pubblicato ‘La morte del papa’, dedicato agli scenari e ai contesti che videro la morte di Giovanni Paolo I.

Si occuperà invece di Simonetta Cesaroni e della sua morte la fiction che Taodue inizierà a girare a Roma il prossimo 7 agosto.

Roberto Faenza dirigerà Giorgio Colangeli nel ruolo di Pietrino Vanacore (il portiere dello stabile di via Poma dove avvenne l’omicidio della ragazza) e Silvio Orlando in quello dell’ispettore (non presente nella storia ma inventato).

Non si conoscono ancora gli attori che interpreteranno Simonetta, la sorella Paola e il fidanzato Raniero, considerato colpevole e condannato a ventiquattro anni di reclusione. I legali di quest’ultimo hanno però annunciato che si opporranno al progetto.

* titolo originale de All’ombra delle fanciulle in fiore, di Proust

Emilio

‘Perché, Why, Picché?‘ , citato in un recente post, era uno dei tormentoni di Emilio, brillante varietà satirico di Italia 1 negli anni ’89 -’90 (con tanto di special sui Mondiali di calcio…). La prof si  aspettava che l’alunno modello vedesse I promessi sposi di Nocita, su Rai 1, ma rinunciare  a quella irresistibile verve e a quell’impagabile nonsense era pressoché impossibile…

Sigla:

Ahi ahi ahi se faccio un figlio

Ahi ahi ahi lo chiamo Emilio

Sempre meglio di Basilio

Se è una femmina non so!

Un marocchino nella foresta (altro…)

niente cellulite e molta celluloide

Un esercito di quaranta ragazze, scelte da una rosa di oltre quattromila tra quante, in tutto il mondo, hanno in comune italico DNA, sarà a Reggio Calabria il prossimo 4 luglio. In tale data e in tale location avrà infatti luogo la finale di Miss Italia nel Mondo, con la conduzione di Elisa Isoardi e Pupo (su Rai 1).

Venerdì e sabato scorsi, come da questo blog anticipato, si è  inoltre tenuto il Reggio Calabria Film Fest 2011 (settima edizione), che ha visto le seguenti premiazioni:

  • Silvio Orlando alla carriera;

  • Kim Rossi Stuart: premio Raf Vallone;

  • Pupi Avati: premio ”Città di Reggio Calabria”;

  • Giuseppe Gagliardi: Premio Mediterranea;

  • Peppe Voltarelli: Premio Musica Città del Mediterraneo (il compositore ha colto l’occasione per difendere l’origine filologica di ‘Onda calabra’);

  • Anita Caprioli: Premio Leopoldo Trieste (l’attrice è interprete di ‘Corpo Celeste‘, film interamente girato in Calabria).

Nell’ambito della kermesse, si è parlato anche di Tatanka con Giuseppe Gagliardi e Peppe Voltarelli, de ‘Il mercante di stoffe’, di Sebastiano Somma (prossimamente in tournée teatrale con ‘Il giorno della civetta’), de ‘L’umanità scalza’, di Americo Melchionda, della figura di Vittorio Gassman. È stato inoltre proiettato il gradevole ‘Vorrei vederti ballare’, con Adriana Toman, Giulio Forges Davanzati, Giuliana De Sio, Gianmarco Tognazzi e Alessandro Haber.

il papà di Giovanna

  Elémire Zolla considerava Pinocchio un libro dalla profondità esoterica e spirituale quasi intollerabile. L’uso del termine “intollerabile” suggerisce l’idea di una ricchezza difficilmente racchiudibile in definizioni, che non obbedisce a categorie restrittive e semplicistiche.

 

 è molto vicino a questo tipo di ricchezza, per la sublime poesia che vive in esso e per le altezze che riesce a raggiungere.  

Il papà in questione (Silvio Orlando), quello di Giovanna, appunto, si chiama Michele Casali, è un personaggio straordinariamente ricco, più materno della madre Delia (Francesca Neri), che tende ad allontanarsi dai problemi o a viverli in modo poco costruttivo.

 Egli conosce la figlia (Alba Rohrwacher) e capisce la sua problematicità molto prima che si compia l’ineluttabile, e continua ad amarla con tutta l’anima, cercando si seguirla sempre, nei suoi sogni e nelle pieghe, talvolta decisamente complesse, della sua mente. Solo lui, infatti, si preoccupa del processo, va a trovarla all’ospedale psichiatrico, le porta i guanti che sa essere particolarmente importanti.

 Il dramma della famiglia ha per contesto un altro dramma, quello del Fascismo e della Seconda guerra mondiale, con politici, governanti, forze dell’ordine, chiunque detiene il potere insomma, che diventa mediocre ingranaggio del sistema, leggendo il proprio compito istituzionale alla luce di ciò che è opportuno e non di ciò che è giusto.

In tale luce vive anche Sergio Ghia, il personaggio interpretato da Ezio Greggio, buono ma vittima delle situazioni che è costretto a vivere.

Proprio con riguardo a Sergio Ghia e alla sua morte, azzarderei due citazioni, da Roma città aperta per la fucilazione e dal Dottor Živago per la sua morte, quando sale sul tram.

 Perfino il topo colpito da un mazzo di chiavi, particolare apparentemente insignificante, sembra acquisire un’impronta di significato, nel generale contesto dell’opera.

una gondola di magia per Miyazaki

È sicuramente d’obbligo fare i complimenti a Silvio Orlando e agli altri trionfatori della LXV edizione del Festival del cinema di Venezia.

In passato era stata da noi proposta, proprio in queste sedi, la creazione di una sezione specifica sull’animazione nell’ambito del festival, dacché è difficile mettere a confronto film dal vero e anime in sede d’assegnazione di premi.

Alcuni, per risolvere il problema almeno dal punto di vista linguistico, hanno parlato di un “Leone d’oro morale” per Hayao Miyazaki, regista che vive ormai nell’Olimpo dell’anime.  

‘Gake no ue Ponyo – Ponyo on the cliff by the sea – Ponyo del promontorio sul mare’,  fiaba piacevolissima e ricca di suggestioni, è sicuramente degna di menzione per le variazioni stilistiche, sia nel disegno che nella scrittura cinematografica. 

Sempre ligio ai suoi principi, tra i quali il ripudio della tecnologia digitale e l’encomiabile sforzo di animare a passo 1,  Miyazaki ci parla di Ponyo, piccola creatura marina che rinuncia alla bolla protettiva creata dal padre stregone e va alla ricerca di un bimbo che voglia amarla, sulla falsariga della Sirenetta di Andersen.

Se vi riuscirà, perderà la sua magia ma diventerà una bambina vera. Altrimenti, si muterà in schiuma e si dissolverà nel nulla.

Locandina Ponyo on the Cliff by the Sea

Caos calmo

Sabato pomeriggio sono andato a vedere “Caos calmo” con l’ambizioso intento, tra gli altri, di cercare di capire per quale motivo santaromanachiesa lo abbia duramente stigmatizzato. In tutta schiettezza, non trovo che le scene di sesso, peraltro limitate ad un solo momento della narrazione, meritino anatemi particolarmente veementi, forse le cancellerie vaticane si sono inquietate per altri motivi.

Tornando al film, trovo che il titolo renda bene l’effettivo manifestarsi delle emozioni e dei sentimenti dei protagonisti.

Il mondo ha subito una catastrofe, eppure tutto, apparentemente, è tranquillo.

Pietro Paladini (Nanni Moretti) ha un meraviglioso rapporto con la figlia, quest’ultima ha un bellissimo rapporto con lo zio Carlo (Alessandro Gassman), e questi è legato al fratello Pietro da cordiale e goliardica complicità.

La moglie di Pietro è morta, nel film si vede solo il cadavere tra fette di melone, senza la minima sofferenza, fisica o spirituale, dei personaggi.

Nei giorni successivi, Pietro fatica a rimanere agganciato alle problematiche aziendali, si stringe morbosamente alla figlia, aspettandola in macchina davanti a scuola dall’inizio alla fine delle lezioni.

È un mondo simpatico. Il gestore del bar che prepara panini, la splendida biondina che porta il cane Nebbia a passeggiare sempre nello stesso posto, il ragazzino handicappato che saluta l’antifurto dell’automobile e diventa un appuntamento istituzionale, irrinunciabile.

Il disagio di Pietro affiora a tratti, ad esempio alla vista del sangue, e i suoi sforzi di metabolizzarlo inserendolo nelle categorie mentali del quotidiano cozzano contro l’inevitabile problematicità del momento.

Riferimenti religiosi o spirituali ce ne sono parecchi, le strategie aziendali vengono simpaticamente descritte con gli schemi della Trinità cattolica e del monoteismo ebraico, padre e figlia parlottano insieme dei palindromi e del SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS.

Bellissimo il commento musicale.

Quanto alle inquadrature, devo mostrarle ad esempio a quel dirigente di cui vi parlavo…

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