#mortoschicchi

“È morto Riccardo Schicchi.

Già allestita la camera hardente.”

© Gaetano (Nino) Panetta

Mi sovviene che Riccardo Schicchi venne intervistato da Cinecittà Entertainment per il programma ‘Sinners‘, che facevamo per Sky (puntata ‘Non commettere atti impuri‘). Come fatto in passato, si ripropone l’intera intervista con lo Schicchi – pensiero sul pruriginoso argomento e si precisa che Cinecittà intervistò anche Eva Henger.

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Jane dei misteri

L’edizione di ‘Mistero’ che andrà in onda su Italia 1 a partire dal prossimo settembre sarà presentata da Jane Alexander.

Sembra un’ottima scelta…

 L’attrice ha peraltro condotto, ai tempi, ‘Sinners’, uno dei programmi di cui mi occupavo a Cinecittà Entertainment…

I peccati di Monicelli

Sinners (dall’inglese: Peccatori) era un programma ispirato ai Dieci comandamenti e ai Sette peccati capitali. Nell’arco delle diciassette puntate, il fior da fiore dei professionisti del piccolo e grande schermo ci aprì il suo mondo e ci consentì di verificare quanto la decodifica tradizionale del peccato sia ancora attuale e in che misura possa appartenere a chi lavora oggi nello spettacolo.
Come ho già fatto con l’intervista rilasciata da Michel Piccoli su Tognazzi, (vedi) ripropongo oggi quella di Monicelli: (altro…)

Ciao, Lupin!

Foto recente di Roberto Del Giudice

“Sono Arsenio Lupin, il ladro più famoso del mondo!”

 Le parole di Roberto Del Giudice, voce italiana di Lupin, spentosi lo scorso 25 novembre, mi vivono ancora nella memoria. Risalgono ad un’intervista realizzata nel 2004, nell’ambito della puntata di Sinners dedicata al comandamento “Non rubare”.

Ieri pomeriggio, forse anche per ricordarlo, Italia 1 ha mandato in onda un OAV intitolato “Lupin III – Le tattiche degli angeli”, che vedeva il nostro eroe alle prese con un misterioso metallo e una strana gang di amazzoni.

il bello della diretta

Come sa chiunque operi nei media, lavorare alla realizzazione del tg o programmi in diretta è molto interessante.

Quando lavoravo a Sinners e agli altri format che Cinecittà Entertainment realizzava per SKY, stavo senz’altro scrivendo alcune delle pagine più interessanti del mio curriculum, ma mancavo di quell’approccio “in campo aperto” che è invece linfa vitale per chi lavora in televisione.

La raccolta delle notizie, la definizione delle scalette e della timeline, la messa a punto dello studio, sono solo alcune delle attività che si muovono dietro ad un notiziario, simile ad un’affollata officina.

Trovo che esperienze come queste non possano mancare nel cammino di chi fa televisione.

Settanta… ma non li dimostra!

Sabato prossimo Cinecittà compie settant’anni.

Formulare alla fabbrica dei sogni i migliori auguri per il suo 70° genetliaco mi riempie di gioia e – consentite – una punta di orgoglio.

Il mio primo ingresso a Cinecittà avvenne nel dicembre 1996, per vedere la mostra sui cento anni del cinema.

Un segno del destino. Pochi anni dopo la vita mi riportava in via Tuscolana 1055 per lavorarvi…

L’emozione era quella di uno scolaretto. L’abbigliamento era curato alla perfezione, come nemmeno Lord Brummel alla prima comunione, tant’è che qualcuno, non ricordo bene chi, mi disse: “Ma ‘ndo devi anna’? Me pare de sta’ in banca pe’ fa’ ‘n mutuo!”

Il montatore, o l’operatore di ripresa devono vestire per forza in modo informale, per avere la necessaria libertà nei movimenti.  

Il produttore e il dirigente si possono mettere in tiro. I redattori, i programmisti, i registi, gli autori seguono declinazioni intermedie, spesso soggettive.

Il mio lavoro era alacre, caratterizzato da abnegazione e disciplina, e mi consentì ben presto di conquistare la fiducia di colleghi e superiori.

La prima grande soddisfazione fu ‘Sinners’: “La mia anima è un tempio sacrilego in cui le campane del peccato e del crimine, voluttuose e perverse, risuonano di rivolta e disperazione”… Mi pare ancora di udire quella frase, attribuibile non ricordo piú a chi (Renzo Novatore), che era praticamente lo slogan della trasmissione. Quanti ricordi! Le interviste scalettate fino alle due di notte, i colleghi rimasti imbottigliati nel traffico con gli speaker che li aspettavano imprecando in sumero, le scalette da cambiare all’ultimo momento…

Sulle rotte del cinema, Non aprite quella porta, Borderline, Be Fool, con tanto di comparsata fuori programma al fianco di Barbara Bouchet…

Già, le comparse… frotte di esseri umani vestiti da cittadini dell’antica Roma, che magari consumano un cappuccino e un cornetto ancora in costume, durante una pausa… È difficile immaginarlo, anche perché, per poter pagare quel cappuccino e quel cornetto, i disgraziati erano costretti a portarsi il marsupio sotto la toga.

Era delizioso, un gusto postmoderno per le contaminazioni di epoche diverse.

Contaminazioni che ho capito poco erano, invece, i graffiti realizzati da qualche sconosciuto lungo le recinzioni esterne degli Studios, contestualmente alla nascita di Cinecittà Campus. Non sono ancora riuscito a sapere se fossero opera di un creativo tra il balordo e il naïf o di un semplice teppista.

Nel fare gli auguri all’azienda che tanto ha rappresentato nel mio cammino professionale, nel compiere tale graditissimo compito, si vuol formulare una proposta, nella speranza che possa piacere a qualcuno.

Appena dopo l’ingresso di Cinecittà, un grande prato circolare sorride a chi entra e, in primavera, profuma spesso di erba tagliata di fresco.

Perché non creare, al centro del prato, un monumento che raffiguri la Fontana di Trevi, così come immortalata ne La Dolce Vita, con tanto di Marcello e Anitona che lo invita a raggiungerla in mezzo alle acque? Giusto un po’ d’attualizzazione… che so… un qualche effetto speciale che proietti nelle acque della fontana la storia del cinema italiano, o un nastro di celluloide fatto di plasma che riproduca i volti dei divi, le tappe salienti della nostra storia cinematografica…

A me sembra carina, come idea. In alternativa, la si potrebbe realizzare all’esterno degli studi, nel prato su cui veglia il colosso di Ben Hur…

Solo che poi… i teppisti chi li ferma?

DarkLight