fascisti su Mart… ehm, a Dongo…

Con l’avvicinarsi della festa della Liberazione, e a prescindere dalle convinzioni personali, si può riflettere su quanto, di quel periodo, sia stato documentato dalla televisione e dal cinema, anche a livello non professionale.
Esiste, per esempio, una documentazione filmica del momento in cui i gerarchi fascisti Alessandro Pavolini, Francesco Maria Barracu, Nicola Bombacci ecc… furono condotti sul luogo della fucilazione, a Dongo, quel 28 aprile 1945. È un film in in 9,5 millimetri, di cui esiste solo una copia in 16 millimetri conservata dall’Aamod-Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, che viene mostrata soltanto adesso grazie alla collaborazione con la Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia di Bologna.
Sarà pubblicato, con accompagnamento musicale dal vivo di Guglielmo Pagnozzi, venerdí 28 aprile sulla piattaforma homemovies100.it, nell’ambito del progetto Almanacco di HomeMovies100 che, dal 1° gennaio, propone una pellicola al giorno, girata nel corso del Novecento nella medesima data.
Misteriose e intriganti, d’altra parte, le vicende del fil. Girato a livello amatoriale da Luca Schenini, commerciante di legnami appassionato di fotografia e cineamatore, si dice sia stato tolto dalla macchina da uno dei partigiani, abbia preso in parte luce e si sia danneggiato; comunque sviluppato, è stato tenuto nascosto per molti anni, arrivando fino ai giorni nostri nella copia in 16 millimetri, oggi riportata alla luce.
Il 24 e il 25 aprile, inoltre, su homemovies100.it saranno mostrati filmati da diversi scenari della Liberazione, come l’arrivo dei partigiani accolti dalla gente nei dintorni di Parma, l’entrata in città degli americani in Liguria, a Rapallo, e i festeggiamenti collettivi tra balli, danze e sorrisi alla cinepresa.
Da vent’anni Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia raccoglie e salva dall’oblio e dalla distruzione pellicole amatoriali provenienti da tutto il Paese, un patrimonio di alto valore storico, sociale e culturale altrimenti a rischio.
Questo, invece, il filmato ospitato dal sito del Quirinale: (altro…)

#StopExecutionsinIran: Hollywood against tyranny

Update on January, 9: Iranian director Jafar Panahi, imprisoned last July while protesting against the regime, will be the honorary president of the international jury of Bif&st 2023, which will take place in Bari (Italy) since 24 March to 1 April. “A precise choice by the director of Bif&st, Felice Laudadio – a note reads – in solidarity with the great director who with his masterpieces won countless awards at the Venice, Cannes, Berlin, Locarno, San Sebastian, Tokyo festivals, of which calls for his immediate release from prison, and in support of the Iranian people’s struggle against the vicious regime of the ayatollahs.” (⇐Ansa.it)

“Cate Blanchett, Jason Momoa, Samuel L. Jackson, Jada Pinkett Smith and Bryan Cranston are among more than 50 entertainment industry members publicly supporting calls to end Iran’s execution of protestors, jailed during the country’s 100 days of demonstrations around women’s rights. In a video message conceived, organized and produced by Iranian-American screenwriter Nicole Najafi, director, writer and producer Ana Lily Amirpour, and actress-writer Mozhan Marnò, the collection of entertainers are captured through photos holding signs featuring the hashtag #StopExecutionsinIran. “We stand with the people of Iran in their fight for freedom,” the video reads. “Thousands of protesters have been arrested. Some have already been executed. Many more are in danger. But the world is watching.”
The effort, which encourages viewers to make their own hashtag signs and post photos to their social media, took 10 days to complete, includes 52 Hollywood names and features La Femme’s, “Tu t’en lasses,” the use of which was approved by the band the same day the trio DMed them. Work on the over one-minute video began shortly after the first protestor executions, and sprung, in part, from conversations between Najafi and a Ukrainian organizer and friend coordinating for #ArmUkraineNow. The piece includes a mix of Hollywood talent newly invested in raising awareness and those who have been doing ongoing work around the women-led Iranian protests.
(…) In response, Iranians took to the streets where they have been met with nationwide internet blackouts, social media restrictions, teargassing, water canons, the use of live ammunition and executions, beginning with Mohsen Shekari’s, which the government alleged was tied to a protest-related crime. (As of late December, Human Rights Iran reported around 500 deaths associated with the demonstrations, with thousands more arrested and 100 protestors at risk of execution — sentences and arrests that are ongoing.)
(…) Getting accurate, (altro…)

Stato d’assedio, Albert Camus e… altri demoni (1)

Sebbene in pochi vi abbiano riflettuto, l’opera teatrale ‘Stato d’assedio’ (L’État de siège) di Albert Camus può ispirare degli spunti incredibilmente interessanti. Il vostro blogger preferito ha avuto modo di conoscerla di recente, grazie ad un laboratorio d’alta formazione, una residenza creativa gestita dal regista Matteo Tarasco, di cui parleremo diffusamente tra qualche tempo. In attesa di piú approfonditi sviluppi, in questa sede ci limitiamo a riportare qualche citazione dal testo di Camus*:
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libertà a confronto (4) (‘Bello, ciao…’)

Ragionare sulla Libertà è sempre opportuno, anche a prescindere dalla storia e dalla “Liberazione” strettamente intesa:

  • «Una mattina mi son svegliato/ o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao/una mattina mi son svegliato/e ho trovato l’invasor!» (dal testo di ‘Bella, ciao!’, nella versione piú conosciuta)
  • «(…) Ma verrà un giorno che tutte quante/o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao/ma verrà un giorno che tutte quante/lavoreremo in libertà!» (dal testo della ‘Bella, ciao!’ cantata dalle mondine*)
  • Perché i programmi scolastici riflettono sul fascismo e sul nazismo ma non sullo stalinismo, sugli Khmer Rossi e sulle altre dittature?
  • Perché, oltre alla guerra tra Russia e Ucraina, non si riflette sui numerosi altri conflitti attualmente in essere?
  • Perché alcune persone ritengono giusto ragionare al posto degli altri?
  • Cosa pensava Hyoga del Cigno, Crystal in Italia, mentre aspettava nella bara di ghiaccio? quando gli sarebbe stato possibile tornare a combattere per Athena?

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quali uomini per Presidente?

“Lei ha detto Presidente ma… Presidente di cosa?”

il regista e presidente di Cinecittà Holding Pupi Avati, a un tizio,

durante una serata milanese (2009)

L’Italia, a differenza di Francia e Stati Uniti, non è una repubblica presidenziale ma parlamentare; la nomina del Capo dello Stato compete, pertanto, al Parlamento, inteso come istituzione nominata dai cittadini in propria rappresentanza, a seguito di democratiche e regolari consultazioni.

È affermazione potente, si badi, che dà per scontata la maturità che il singolo cittadino esprime nel voto e l’altrettanta maturità delle competenti istituzioni nel prenderne atto.

Si è spesso osservato che alcuni meccanismi istituzionali nel nostro Paese sembrano aver perso trasparenza se non addirittura efficacia, tanto da far ritenere ormai inesistenti o di relativa importanza alcune categorie di base della democrazia e della democrazia parlamentare in particolare.

Riguardo alla nomina del futuro Presidente degli italiani, alcune forze politiche sembrano avere le idee chiare, sia sul nome sia sulle tempistiche dell’elezione.

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politica, innanzitutto abbattere i dogmi

“Quand’anche tu avessi ragione e io torto,

il mio compito istituzionale sarebbe comunque

quello di difendere la sesta casa”.

Shaka di Virgo, cavaliere della Sesta casa in Saint Seiya

 È la cosa piú stupida che si possa dire. Quando la vita ti presenta una Verità superiore a quella che già conoscevi, che motivo ci sarebbe di rimanere arrancato alle tue posizioni?

Nella storia, tutte le rivoluzioni che hanno migliorato il mondo sono partite dalla constatazione che il sistema andava cambiato.

In una società complessa come la nostra, per migliorare le cose bisogna necessariamente accedere alla stanza dei bottoni.

Magari partendo del basso, con il giusto uso di internet.

fucilate

Ha generato istintivo e immediato disgusto il video-testamento di Priebke:

Noi dovevamo fucilare, altrimenti saremmo stati fucilati!”

Nel momento in cui si fossero ribellati, chi li avrebbe fucilati?

Anche ammesso, nel momento in cui si fossero rifiutati e ribellati tutti,

a tutti i livelli,

come avrebbe fatto Hitler, da solo, a fucilare un intero esercito?

Su questo treno c'erano i deportati del 16 ottobre

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