a mille ne ha, il buon Carlo, di fiabe da narrar…

La fiaba di Cenerentola è tornata in televisione domenica e ieri (nonostante il lutto nazionale).

Per la precisione, è stata trasmessa la versione musicata da Gioacchino Rossini, in tre atti mandati in onda negli stessi orari in cui si svolgono i momenti salienti della fiaba* .

Quarto appuntamento con ‘La via della musica’, ideato e prodotto da Andrea Andermann, il progetto ha vissuto nella suggestiva cornice della “Corona di delizie sabaude” (Palazzo reale, Stupinigi…), per la regia di Carlo Verdone, la cinematografia di Ennio Garnieri, l’esecuzione dell’Orchestra Sinfonica nazionale della Rai diretta da Gianluigi Gelmetti.

Non si fanno valutazioni di merito né sul valore artistico.

Sebbene il pubblico televisivo l’abbia capito in modo relativo, ha rappresentato un’interessante interpolazione di linguaggi, non ultimo quello delle raffinate animazioni che hanno integrato il “recitar cantando”, curate da Annalisa Corsi per la realizzazione Rai Fiction e Rada Film. Sono sembrate eleganti e originali, perfettamente in grado di accendere le suggestioni della fiaba.

* Si coglie l’occasione per ricordare che c’è differenza tra fiaba e favola.

Si intende per fiaba la narrazione di avventure che riguardano esseri umani, con possibile intervento di magia e interazione con creature di fantasia.

La favola, invece, la favola è un componimento  corto (della durata di poche righe) con protagonisti in genere animali o esseri inanimati che si comportano come esseri umani, riflettendone i difetti e le virtù, con fine allegorico e morale.

Quelle di Esopo sono favole, Cenerentola è una fiaba.

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