maestri a confronto (12)

  • Aggiornamenti 8 febbraio: ‘È stata la mano di Dio’, di Paolo Sorrentino, è ufficialmente in corsa per il premio Oscar al miglior film internazionale.
  • Happy birthday, John Williams!
  • Sebbene in pochi vi abbiano riflettuto, trentacinque anni fa, proprio un 7 di febbraio, ci lasciava Claudio Villa, il “Reuccio”, voce tra le piú potenti e carismatiche della canzone italiana. Cantante made in Italy per eccellenza, negli anni Cinquanta e dopo, fu in grado d’esportare la nostra musica all’estero (Argentina, Australia, Cina, Giappone, Stati Uniti, Unione Sovietica) e conquistò, in quel di Sanremo, ben quattro vittorie, ottenendo un record eguagliato dal solo Domenico Modugno.
    Dalle accuse, forse affettuose, di “abuso di stecche, eccessiva immodestia, illecito dispotismo”, cosí come da alcune altre, seppe sempre difendersi, anche aiutato da dei referendum aperti ai lettori di Tv, Sorrisi e Canzoni, che lo “assolsero” con formula piena.
    Pier Paolo Pasolini lo difese a spada tratta, scrivendo:

«Mi piace il repertorio delle canzoni melodiche di Claudio Villa perché mi piace il pubblico che ama questo stile popolare e verace. Approvo che Villa scriva, musichi e interpreti le sue canzoni. Lui lo fa nel suo piccolo come Charlot ha fatto nel suo grande».

In quarant’anni di carriera, girò trenta film, incise 3.200 canzoni, vendette quarantadue milioni di dischi. Sappiamo da attendibile fonte che, se i Duran Duran, incontrati ad una manifestazione internazionale, spocchiosamente gli dicevano: «We are Duran Duran!» Quegli, senza scomporsi, rispondeva: «I am Claudio Villa!».
Fu Pippo Baudo ad annunciarne la morte, durante la serata finale del 37° festival di Sanremo. Ne scaturí una standing ovation a tutt’oggi insuperata.

  • Sebbene in pochissimi vi abbiano riflettuto, anche ‘Ulysses’, di James Joyce,


    ha compiuto un importante anniversario. Usciva, infatti, per i tipi della Shakespeare And Company, il 2 febbraio 1922, lo stesso giorno in cui Joyce compiva quarant’anni*. A tutt’oggi ricordato come uno dei romanzi piú complessi della letteratura occidentale, anche ‘Ulysses’ prende le mosse dalla figura omerica di Odisseo, presa ad ispirazione, tra gli altri, anche da Dante Alighieri (XXVI dell’Inferno), Giovanni Pascoli (‘L’ultimo viaggio’), lord Alfred Tennyson (‘Ulysses’), D’Annunzio (‘Maia’) Umberto Saba (‘Ulisse’), Ritsos (‘La disperazione di Penelope’), Gozzano (‘L’ipotesi’), Quasimodo (nella raccolta ‘Erato e Apollion’), Cesare Pavese (‘Ulisse’), Kavafis (‘Itaca’) nonché, nel suo piccolo, da Alberto Angela, a titolo della sua trasmissione (‘Ulisse – il piacere della scoperta’).
    Strutturato in ventiquattro capitoli, ambientato in ventiquattr’ore, anche il romanzo di Joyce ospita un Ulisse ed un Telemaco. Si chiamano Leopold e Stephen, però, ed usano molto il flusso di coscienza.

* Acquario anch’egli, evidentemente…

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