FalconeeBorsellino

Il 23 maggio 2017, a Palermo, aveva luogo il terribile attentato che uccise il magistrato Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta; neanche due mesi dopo, un altro attentato poneva fine alle vite di Paolo Borsellino e, anche in questo caso, dei suoi collaboratori. Due servitori dello Stato, due amici, due professionisti animati dagli stessi valori e dalle stesse speranze subivano lo stesso destino. Venticinque anni dopo, il 23 maggio 2017, alle 20.30, Rai 1 trasmette in diretta da Palermo ‘FalconeeBorsellino’, un’orazione civile che intende ricordare, raccontare, riflettere respirando e camminando tra il palazzo di Giustizia, l’Aula Bunker, la biblioteca di Casa Professa, gli scogli dell’Addaura, la spiaggia di Mondello, la Questura, l’ufficio di Falcone, quello di Borsellino, la piscina comunale, via Notarbartolo e l’albero di Falcone per terminare proprio a Capaci, sul luogo esatto dell’attentato dove, nel nuovo giardino, saranno presenti i familiari delle vittime.
L’ordine del racconto prevede delle sovrapposizioni, per dare un senso di continuità.

Tre ore senza pubblicità, in onda subito dopo il telegiornale, con la conduzione televisiva di Fabio Fazio, Roberto Saviano, Pif e ospiti quali don Luigi Ciotti, Carmen Consoli, Pierfrancesco Favino, Beppe Fiorello, Fiorella Mannoia, Ottavia Piccolo, Nicola Piovani, Michele Placido, Vittoria Puccini, Isabella Ragonese, Giuliano Sangiorgi, gli Avion Travel, Luca Zingaretti. Previsti, peraltro, un messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso.
Fabio Fazio, conduttore e ideatore del programma, ha dichiarato:

“Palermo per una sera sarà protagonista, tre ore senza pubblicità, cercheremo di evitare la retorica affidandoci alla memoria dei luoghi. La televisione ha un potere immediato e può arrivare a tante persone contemporaneamente. Noi non vogliamo insegnare niente a nessuno, vogliamo che il Paese per una sera sia tutto insieme. Non è pensato per i palermitani che queste storie le hanno vissute e le vivono, ma per tutti quelli che le hanno attraversate distrattamente. Vogliamo affidarci ai luoghi per evitare aggettivi, avverbi inutili. Ripeto, non vogliamo retorica. Stiamo entrando in una vicenda complicatissima per tutti. Ci sono equilibri, sensibilità diverse. Vogliamo riferirci a tutti, in un modo diverso. Ho cercato, assieme ai miei autori, di asciugare al massimo i testi. Non abbiamo bisogno di retorica per raccontare quello che è stato e quello che continuano ad essere le stragi. Siamo tutti uniti nel modo migliore. È in queste occasioni che senti l’orgoglio di essere in Rai. Tutti hanno contribuito per fare in modo che sia un racconto vero, vicino alla gente”.

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