Ciao, Sanremo! (2013) (2)

La sessantatreesima edizione del festival della canzone italiana di Sanremo, testé conclusa, mi è piaciuta, nel suo complesso.

Ha dimostrato come il gusto e l’eleganza possano fare ascolto in misura non minore rispetto alla volgarità e alla pacchianeria; la stessa Luciana Littizzetto, da qualcuno gratuitamente temuta, si è comportata in modo fiabesco, cominciando da Cenerentola in carrozza e diventando viepiú un folletto birichino, una storta di stimolante spiritello messo lí a stuzzicare, a pungolare, a sottolineare le piú facete sfumature. Per non parlare di ‘Vattene amore…’

Una domanda potrebbe sorgere spontanea: a mamma Rai Sanremo conviene?

La risposta giungerebbe ovvia: Sí! Per piú di un motivo.

Gli ascolti sono astronomici, la fidelizzazione è massima, c’è un fatto di prestigio e il principale competitor nemmeno prova a controprogrammare, chiamandosi fuori dal periodo di garanzia e studiando palinsesti idonei a giovani imberbi appena usciti da un master. Oddio, è vero pure che Publitalia ha sempre detto che, al posto della concessionaria Rai, otterrebbe molto di piú…

Quest’anno la manifestazione, organizzata come sempre in convenzione con il comune di Sanremo, è costata un milione di euro in meno rispetto all’anno scorso (18 milioni in tutto, contro i 19 -20 del 2012): Fabio Fazio e Luciana Littizzetto si sono accontentati di 600 e di 350 mila euro, a fronte degli 800 mila di Morandi e dei 700 mila di Celentano (devoluti però in beneficenza).

Agli ospiti è stato riconosciuto un gettone di presenza, ai cantanti un rimborso da 17.500 euro per i giovani fino a circa 45 mila per i Big (piú un rimborso simbolico di 258 euro, salito a 3000 con ospite italiano e a 5000 con ospite straniero).

Da tenere ovviamente in conto, inoltre, le spese per le scene, la regia, le luci, il personale di produzione, l’orchestra (musicisti e direttore), i fonici, trucco e parrucco, alberghi, autisti, ristoranti, accompagnatori, etc.… etc.… etc.…

La raccolta pubblicitaria, in base a quanto comunicato da Sipra, dovrebbe aver coperto i costi vivi all’80% (anzi, Sipra ha annunciato di aver incassato 18, 35 milioni di euro, mandando per la prima volta il festival in attivo).

Le interruzioni pubblicitarie sono state dieci a puntata:

1. la prima alle 21.15: 30 secondi a 200mila euro nella prima serata e in quella finale (10mila euro in piú rispetto al 2012), a 150mila euro nella seconda e terza (come nel 2012) e a 170mila euro nella quarta (20mila euro in piú rispetto al 2012);

2. la seconda, verso le 22.20, a 200mila euro nella prima e nell’ultima serata (come l’anno scorso);

3. la terza, intorno alle 23, 170mila euro nella prima serata (l’anno scorso 155mila) e 190 mila nella finale (come nel 2012);

4. la quarta, poco prima della mezzanotte (23.40) è costata 100mila euro nella prima serata (come l’anno scorso) e 160mila per la finale (idem);

5. la quinta 50mila euro durante la prima puntata, 90mila nella finale.

In ogni puntata sono andati in onda anche cinque spot da sessanta secondi ciascuno, alla modica cifra di 2 milioni 310 mila euro in tutto; chi avesse comprato tutta la sponsorizzazione, comprensiva di spot da 5′, spot da 4′, durante la puntata e durante l’anteprima, cartellonistica e web avrebbe pagato 3,6 milioncini di euro.

Quest’anno sono stati utilizzati anche i pop up, le immagini animate apparse in sovraimpressione nell’angolo dello schermo: dieci secondi per 150 mila euro.

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