spicchi d’arte tra baffi di storia (68)

Il Cinema dovrebbe combattere il Coronavirus, nella misura in cui la Bellezza è chiamata ad esorcizzare le Tenebre e la Paura. I dati del transeunte non sempre lo permettono, purtroppo, e alcune produzioni, specie di respiro (!) internazionale, hanno ritardato le riprese e la stessa uscita nelle sale.
Tuttavia…

  • ‘Volevo nascondermi’, di Giorgio Diritti, con Elio Germano, merita sicuramente d’essere visto, il protagonista ha superato se stesso ed il mondo di Antonio Ligabue affiora con inenarrabile efficacia. Che la Decima Musa abbia in gloria, per inciso, anche Flavio Bucci, Ligabue anch’egli in una riuscita miniserie degli anni Settanta.
  • È in distribuzione dal 5 marzo, grazie a Draka Distribution, ‘Buñuel – Nel labirinto delle tartarughe’, film d’animazione diretto da Salvador Simó, nato da una coproduzione tra Spagna, Paesi Bassi e Germania, vincitore, fra gli altri, dell’European Film Award, del Goya come miglior lungometraggio d’animazione nonché dei premi della giuria e per la colonna sonora all’Annecy International Animated Film Festival. In ‘Buñuel – Nel labirinto delle tartarughe’, Salvador Simó, traendo ispirazione dell’omonima graphic novel di Fermín Solís, ha raccontato la grande amicizia tra Buñuel e lo scultore, pittore, scrittore anarchico Ramón Arsenio Acín Aquilué che, per aiutare il regista, produsse con soldi vinti alla lotteria il cortometraggio ‘Terra senza pane’, nel quale Buñuel documentava la povertà di Las Hurdes, una delle regioni piú arretrate della Spagna. Niente luce nelle strade, malaria, dissenteria e casi di nanismo, una serie di villaggi in cui i tetti delle case-stalle, bassi e ravvicinati, ricordavano la tessitura di un labirinto ed il carapace di una tartaruga, donde il titolo del film. Simó ha conversato con il nipote del cineasta, Luis, e ha raccontato un Buñuel che rimeditava il suo passato, la severità del padre, il contrasto con Salvador Dalí, che rifiutò di produrgli il documentario perché una zingara gli aveva detto di non prestare soldi agli amici. L’amico Acín sarebbe morto pochi anni dopo, nel 1936, durante la Guerra Civile Spagnola, fucilato dai fascisti. Se n’era trattato anche in altra sede.
  • Ci sembra simpatico concludere il post parlando di una produzione italo/cinese che cessato le riprese proprio in queste ore. S’intitola ‘the Italian Recipe’, è stata diretta dalla regista emergente  Zuxin Hou, co-prodotta dal regista e produttore Cristiano Bortone (Orisa produzioni), dai produttori Roberta Manfredi ed Alberto Simone (Dauphine Film Company) con Rai Cinema (Italia), da Kaixin FunAge Pictures e WD Pictures (Cina), da Lightburst (Germania), con il supporto della Regione Lazio. È una commedia romantica ambientata a Roma, una sorta di ‘Vacanze romane’ dei tempi nostri, in cui si narra dell’incontro tra un giovane e famoso cantante pop cinese, Peng (Liu Xun), in Italia per partecipare a un reality show, e la giovane coetanea Mandy (Huang Yao), che aiuta gli zii nella modesta lavanderia di famiglia e sogna di diventare chef emulando il suo mito, Antonino Cannavacciuolo. I due inizialmente non si sopportano, poi sono costretti a trascorrere insieme una notte piena di sorprese… Gli attori e le maestranze cinesi erano arrivate in Italia a gennaio, prima dello scoppio dell’epidemia di Wuhan, e, secondo quanto dichiarato dai responsabili della produzione, “hanno lavorato con grande armonia insieme agli italiani”;  in particolare, la produttrice Roberta Manfredi ha dichiarato: “In Cina il Coronavirus ha costretto l’industria locale a interrompere la produzione di film e serie televisive. Ma qui godiamo tutti di ottima salute e le riprese stanno per concludersi felicemente”. Cristiano Bortone, poi, regista, produttore e sceneggiatore, esperto e storico promotore delle relazioni tra il mondo audiovisivo europeo e cinese, cosí si è espresso: “Il progetto è nato alcuni anni fa da uno dei laboratori tenuti dall’Associazione di produttori sino-europei “Bridging the dragon” all’interno del quale è stato selezionato il progetto originariamente scritto da Alberto Simone. Ci sono voluti piú di due anni per sviluppare la sceneggiatura con i nostri colleghi cinesi al fine di rendere la storia attraente per il pubblico cinese. Ora siamo molto felici di vedere realizzato il film con un partner come la società Fun Age Pictures, una dei leader nella commedia. Questo è il risultato di ciò per cui stiamo combattendo da anni: creare un prodotto con una forte componente italiana ed europea che riesca a trovare spazio nell’enorme mercato cinematografico della Cina, oggi il primo al mondo”.
    Il film ‘the Italian Recipe’ dovrebbe arrivare nelle sale cinesi entro la fine del 2020, poco dopo nelle sale italiane.

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