cinquant’anni di angeli

Va in onda questa sera, 5 novembre, alle 21.15, su Sky Arte HD, il documentario ‘Firenze 66 – Dopo l’alluvione’, realizzato con il contributo di Fondazione Cassa Risparmio di Firenze, in collaborazione con l’Archivio del Festival dei Popoli e nell’ambito del programma Sensi Contemporanei per il Cinema. Il documentario, presentato ieri nell’ambito delle celebrazioni ufficiali, è stato prodotto da Alkermes e Sky Arte HD, diretto dal fiorentino Enrico Pacciani; sarà successivamente proposto alle scuole di Firenze e provincia, grazie alla collaborazione con l’Ufficio regionale scolastico del MIUR per la Toscana e la Fondazione Cassa Risparmio di Firenze. Le proiezioni del documentario, organizzate da Sky Italia insieme alla Toscana Film Commission, hanno avuto luogo contemporaneamente a Palazzo Vecchio e nel Cinema Teatro della Compagnia.
Ecco la presentazione ufficiale:

“Firenze 66 – Dopo l’alluvione” è un’indagine, vissuta attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, il commento degli esperti e una meticolosa ricerca d’immagini e documenti d’archivio, sui segni profondi che la forza distruttrice dell’Arno ha inferto a Firenze e alla vita dei fiorentini, ma è anche il racconto dell’impegno nel recupero del patrimonio che ha fatto della città un cantiere di eccellenza e di innovazione nelle tecniche del restauro, oltre che il ricordo di una delle più grandi manifestazioni di solidarietà e di partecipazione internazionale cui si sia mai assistito nella storia. Nei giorni della catastrofe furono centinaia di “Angeli del Fango”, giovani volontari poco più che diciottenni, ad accorrere a Firenze da tutto il mondo per contribuire al salvataggio della città e del suo patrimonio culturale, affiancando i fiorentini in un enorme sforzo alimentato dalla solidarietà reciproca. Si trattò a tutti gli effetti della prima grande mobilitazione giovanile spontanea del Dopoguerra, in cui tanti ragazzi, animati da una comune passione per l’arte, superarono i confini e le divisioni della Guerra Fredda per mettere in salvo un patrimonio che ritenevano appartenere a tutta l’umanità. Questo clima di collaborazione e solidarietà internazionale andò avanti anche nella fase di ricostruzione, con una campagna di aiuti che coinvolse numerosi paesi e una titanica opera di recupero e messa in sicurezza del patrimonio che ha segnato la vita della città nei decenni successivi.
Il grande “cantiere” della ricostruzione, raccontato nel documentario, coinvolse specialisti da tutto il mondo, che negli anni successivi lavorarono per mettere in sicurezza le opere danneggiate e restaurarne il maggior numero possibile, dando impulso a nuove tecniche di recupero dei materiali e creando centri d’avanguardia, come l’Opificio delle Pietre Dure, dove l’idea stessa del restauro e della conservazione dei beni culturali fu rivoluzionata, passando da mestiere artigianale a vera e propria disciplina scientifica. Il racconto di “Firenze 66 – Dopo l’alluvione” si snoda lungo tre filoni principali. Parte dal decennale restauro di opere medievali e rinascimentali, come l’Ultima Cena di Giorgio Vasari – che tornerà nella Basilica di Santa Croce proprio in occasione delle celebrazioni ufficiali del cinquantenario – o il Crocifisso di Cimabue, gravemente danneggiato dall’alluvione e tornato in Santa Croce, grazie a innovative e complesse tecniche di restauro. Il documentario illustra allo stesso tempo l’incredibile lavoro di recupero di milioni di volumi a stampa e migliaia di manoscritti rari della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, approdando poi alla nascita del Museo Novecento, concepito grazie a un primo progetto dello storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, che pensò di sfidare la situazione post-catastrofe creando un’innovativa struttura dedicata alle arti contemporanee e aperta anche al design.

PS: Nella serie di iniziative promosse nel capoluogo toscano in occasione dell’anniversario della grande alluvione del 4 novembre 1966, si inserisce anche la mostra della Tethys Gallery, al via il 27 ottobre. Lo spazio espositivo ubicato nel centro storico di Firenze, interamente dedicato alla fotografia, ospita infatti Balthazar Korab. I giorni dell’Alluvione. Il percorso si snoda attraverso 16 immagini, opera del fotografo di origine ungherese, oggi divenute di proprietà della Biblioteca del Congresso, Divisione Stampe e Fotografie. (…) Curata da John Comazzi e Christian Korab e organizzata in collaborazione con l’Università del Minnesota, la mostra raccoglie gli scatti che Balthazar Korab realizzò in una Firenze sconvolta dal fango e dalla disperazione. Una preziosa testimonianza di quelle ore tragiche.

Fonti: comunicati stampa, Arte.Sky.it

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