il tempo (d)e(l)la Pasqua

La chiesa cattolica ricorda la Resurrezione di Cristo, la Pasqua, nella domenica successiva al primo plenilunio di primavera. È cosa nota. Quest’anno, dunque, la Pasqua cattolica cade il 27 marzo e una delle conseguenze è, tra l’altro, la concomitanza della festività dell’Annunciazione e della celebrazione del Venerdí di Passione (che si sovrappone nella liturgia perché piú importante).
In altra sede si è già espressa una nostra idea, quella di rendere la Pasqua una festa fissa, anche sulla scorta di alcuni studi secondo i quali il sacrificio di Gesú di Nazareth avrebbe avuto luogo in un giorno ben preciso, il 7 aprile dell’anno 30. Dovrebbe essere Pasqua la prima oppure la seconda domenica di aprile. Punto.
Si tratterebbe di modificare una tradizione antichissima, è vero ma non pochi sarebbero i vantaggi, tra cui quello di evitare sovrapposizioni antipatiche. Si potrebbero armonizzare, oltretutto, le date della Pasqua ebraica, dalla quale le altre traggono ispirazione, di quella cattolico-protestante e di quella ortodossa.
È forse il tempo, d’altra parte, di riconcepire in toto il nostro calendario, almeno nei Paesi occidentali; questo problema della Pasqua, insieme con altri, potrebbe essere risolto dall’idea di due studiosi americani,

Hanke & Henry, che hanno studiato un calendario vicino alla perfezione. Secondo il modello che propongono, ogni primo gennaio sarebbe domenica e i vari mesi avrebbero tutti trenta oppure trentuno giorni; ogni cinque o sei anni, dicembre dovrebbe allungarsi di una settimana, per controbilanciare l’annullamento dell’anno bisestile.
Il vostro blogger preferito festeggerebbe il proprio compleanno solo di giovedí, le persone nate il 29 febbraio festeggerebbero tutti gli anni e, rendendo fissa la Pasqua secondo la mia idea, questa cadrebbe sempre l’8 oppure il 15 di aprile; unica cosa, bisognerebbe modificare il loro modello eliminando il 30 febbraio, il 31 giugno ed il 31 settembre per ripristinare i compleanni di chi è nato il 31 maggio, il 31 agosto e il 31 di ottobre, da loro non previsti.
Sarebbe un problema inoltre, festeggiare l’onomastico ed il compleanno delle persone nate durante la settimana integrativa di dicembre, da attivare ogni cinque/ sei anni…
Certo, sarebbe difficile imporlo, cosí come sarebbe difficile imporre un’altra idea di recente caldeggiata, quella di abolire i fusi orari e creare un tempo unico in tutto il pianeta. Come farlo se, ad esempio, il dittatore della Corea del Nord, ha addirittura aggiunto trenta minuti all’orario locale solo per celebrare degnamente il genetliaco?
Almeno per il momento, ci si deve accontentare del calendario gregoriano, voluto da papa Gregorio XIII ed elaborato da Luigi Lilio (Aloisius Lilius), matematico e astronomo di Cirò Marina (KR). È stato ricordato lunedí scorso, Lilio, proprio a Cirò, nella data ufficiale dell’equinozio ufficiale di primavera; per la verità c’è stata una commemorazione di tre giorni contestualmente alla quale il sindaco ha sottolineato come, a quattro anni dalla legge regionale per l’istituzione della Giornata Regionale del Calendario, non sia ancora stato erogato alcun finanziamento per l’organizzazione e la promozione su piú vasta scala di questa ricorrenza. Per ricordare Lilio, la comunità di Cirò Marina ha fatto enormi sacrifici, ha ospitato Roberto Giacobbo, di recente ha anche scritto al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella convinzione che la riforma di Luigi Lilio debba essere considerata patrimonio dell’umanità. Nella lettera indirizzata a Mattarella, il sindaco Caruso, ha inoltre ricordato che pende, presso il Senato della Repubblica, il disegno di legge su iniziativa del consiglio regionale per l’istituzione della Giornata Mondiale del Calendario mentre, alla Camera dei deputati, è ferma la proposta di istituzionalizzare la Giornata Nazionale del Calendario in memoria di Lilio.

Fonti: cultura personale, Voyager, Superquark, Tg3 Leonardo, testate locali

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