paucum sub sole novum (2)

Aggiornamento dell’8 agosto, secondo qualcuno il nuovo CdA Rai non rispetta, tra l’altro, la parità di genere:

“Il 30% del nuovo CdA non è fatto di donne: «Almeno un terzo dei componenti di ciascun organo sociale», scandisce la norma. Nel primo anno di applicazione, 2013, la quota rosa minima era del 20%. Vedremo a chi (7 uomini) verrà chiesto di dimettersi. O basterà mettere una sottana? Oltre, ovviamente, lavorare gratis.”

Antonio Castro, Libero, pagina 7 + 1

“In continuità con la grande tradizione della Rai, i nuovi membri del consiglio di amministrazione non sanno assolutamente nulla di tv(…)con l’eccezione di Carlo Freccero (…) L’idea di indicare per il cda della tv di Stato uno del ramo – idea che purtroppo agli altri non è venuta – consegna al Movimento cinque stelle il titolo di migliore in campo.”

Mattia Feltri, La Stampa

“Oggi è bene ricordare che la Legge Gasparri non prevede la doppia indicazione di Presidente e Dg Rai da parte del governo. #leregole”

Vittorio Di Trapani, segretario Usigrai, su Twitter 

Poiché molti hanno dedicato e dedicano le loro energie intellettuali al rinnovo del Consiglio d’amministrazione della Rai, è forse opportuno che vi sia un piccolo spazio anche in questo blog.

Unico dato interessante sembra essere la presenza, tra i consiglieri, di Carlo Freccero, professionista del settore e intellettuale indipendente, che ha dichiarato di voler  “togliere le rughe alla Rai” e che “il vero problema è la presenza di una televisione a due velocità: una per un pubblico che sa scegliere, ha competenze, è informato e un’altra per un pubblico abituato a un consumo più ‘basso‘”. Si è autodefinito, inoltre, “un sasso lanciato nella palude renzista“.

La designazione di una donna alla Presidenza era stata vaticinata già il 3 agosto, dal quotidiano Repubblica:

“Una donna al vertice della Rai. Per dare un segnale di novità e convincere anche i dubbiosi a sostenere il pacchetto di nomine di viale Mazzini. Matteo Renzi segue dal Giappone il rebus della tv pubblica. Decidesse di colorare di rosa la direzione generale, il nome sarebbe già pronto: Marinella Soldi, ad di Discovery Italia. È possibile però che preferisca affidare il timone manageriale dell’azienda ad Antonio Campo Dall’Orto, ricevuto a Palazzo Chigi solo quarantotto ore fa. A quel punto, il premier riserverebbe a una donna l’altra poltrona di prestigio, quella di Presidente di garanzia.”

T. Ciriaco, Repubblica, 3 agosto 2015, pagg. 8-9, attraverso TvZoom

In data 6 agosto, con riguardo alla Presidente eletta, Monica Maggioni, già direttore di Rai News, ANSA puntualizza:

“Il suo nome era circolato nelle ultime settimane, ma gli ultimi rumors non la davano in pole position per la presidenza. Dopo una lunga trattativa con Silvio Berlusconi, che ha ha riportato in auge il patto del Nazareno e durante la quale più di un’ipotesi è stata vagliata, Matteo Renzi ha scelto Monica Maggioni per la presidenza Rai. (…)Insieme alla giornalista, il Tesoro ha indicato anche l’altro membro del cda di sua competenza: è Marco Fortis, da settembre scorso nella squadra dei consiglieri economici di Palazzo Chigi.”

La Maggioni è stata eletta dal CdA in soli quindici minuti.

La designazione alla direzione generale di Antonio Campo Dall’Orto è spiegata da molti con il suo percorso culturale e professionale: master di Publitalia ’80, amicizia imperitura con Giorgio Gori, “tra i protagonisti della Leopolda renziana” (Corriere della Sera).

Quanto ai componenti del Consiglio d’Amministrazione, il quotidiano l’Unità ha sollevato un possibile problema legale:

“C’è un problema nella nomina di Carlo Freccero nel Cda Rai. E anche per Guelfo Guelfi e forse Giancarlo Mazzuca e Arturo Diaconale, quattro dei sette consiglieri d’amministrazione della Rai nominati ieri dalla commissione di Vigilanza.

Secondo la legge infatti un lavoratore in pensione non può assumere incarichi nelle società controllate dallo Stato. La via d’uscita, secondo una norma della legge Madia approvata ieri che è meno rigida di una precedente disposizione, sta nella gratuità dell’incarico che si può svolgere solo per un anno.

Pertanto, la situazione un po’ paradossale che si potrebbe determinare è quella di un pezzo del Cda Rai “a tempo determinato” e e “più economico” del previsto.

Sulla Gazzetta Ufficiale del 14 febbraio 2015 si legge: “Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha adottato in data 4.12.2014 un’apposita circolare per chiarire la portata dell’art. 6 del Dl n. 90/2014 convertito nella Legge n. 114/2014 che ha introdotto nuove disposizioni in materia di “incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza”.

Al fine di assicurare il ricambio ed il ringiovanimento del personale pubblico, le modifiche introdotte sono dirette ad evitare che il conferimento di alcuni tipi di incarico venga utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per continuare ad avvalersi di soggetti collocati in quiescenza. In particolare il divieto riguarda gli incarichi di studio e di consulenza, incarichi dirigenziali o direttivi, cariche di governo nelle amministrative e negli enti e società controllati. Il divieto di conferimento incarichi a soggetti in quiescenza di incarichi e cariche, riguarda tutti i ruoli rilevanti al vertice delle amministrazioni”.

Nella legge Madia approvata ieri in via definitiva si ritorna sulla questione. All’articolo 5, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e successive modificazioni, il terzo periodo è sostituito dai seguenti: «Gli incarichi, le cariche e le collaborazioni di cui ai periodi precedenti sono comunque consentiti a titolo gratuito. Per i soli incarichi dirigenziali e direttivi, ferma restando la gratuità, la durata non può essere superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione».”

(http://www.unita.tv/)

Freccero, comunque, si è detto disposto a lavorare gratis, anche in catene, pur di fare dispetto al PD.

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