a volte ritornano (53)

  • Aggiornamento, nota stampa Disney: “Disney+ annuncia la produzione originale Raffa, la prima docu-serie dedicata a Raffaella Carrà, che ripercorrerà la straordinaria vita di una delle icone della cultura pop in tutto il mondo. Raffa, le cui riprese sono iniziate in questi giorni, sarà disponibile in tutto il mondo su Disney+. La docuserie, prodotta da Fremantle, sarà diretta da Daniele Luchetti e scritta da Cristiana Farina con Barbara Boncompagni. Simbolo di libertà e di parità tra i sessi negli anni ‘70, regina della TV pubblica negli anni ‘80 e icona LGBTQ+ negli anni ’90, Raffaella è un mito che supera ogni barriera culturale e generazionale e che il pubblico di tutto il mondo ha amato per oltre 50 anni. Eppure, Raffaella è un mistero di cui nessuno possiede la chiave. Riservata per natura e gelosissima del suo privato, Raffaella è una donna che ha lottato per affermarsi in un mondo di uomini, ma anche una donna che ha amato e sofferto. La docuserie ripercorrerà la vita pubblica e privata dell’artista, a partire dall’infanzia in Romagna segnata dall’abbandono del padre, fino al flirt ‘da copertina’ con Frank Sinatra, i suoi due grandi amori, il rimpianto per una maternità mancata, moltissimi trionfi e qualche insuccesso, crisi e rinascite”. La docuserie ‘Raffa’, prodotta da Gabriele Immirzi e Alessandro De Rita per Fremantle Italia, in collaborazione con Fremantle Spagna, sarà articolata in tre episodi della durata di circa un’ora.
  • Va in onda questa sera, su Sky Arte, nel giorno del genetliaco, il film documentario ‘Virna Lisi. La donna che rinunciò a Hollywood’. Scritto e diretto da Fabrizio Corallo, prodotto da Dean Film e Surf Film in collaborazione con Luce Cinecittà, con la produzione esecutiva di Pierfrancesco Fiorenza, con la partecipazione di Marche Film Commission e Fondazione Marche Cultura, con il Patrocinio del Comune d’Ancona, il sostegno del MiC e la gentile partecipazione della Fondazione Virna Lisi, ‘Virna Lisi. La donna che rinunciò a Hollywood’ è un affresco gettato sulla figura di un’attrice che, per sessant’anni, ha saputo declinare la personalità di una Diva in una miriade d’esperienze interessanti, firmate da maestri quali Francesco (Citto) Maselli, Steno, Pietro Germi, Mario Monicelli, Mario Mattioli, Liliana Cavani, Sergio Corbucci, Lucio Fulci, Alberto Lattuada, Dino Risi, Luigi Comencini, Gianni Amelio, Carlo ed Enrico Vanzina, Cristina Comencini. Una divinità “umana”, una “divina” umanità raccontata attraverso le immagini di grandi pellicole, materiali provenienti dall’archivio di Luce Cinecittà ma anche da inediti ““fondachi” di famiglia, testimonianze di Liliana Cavani, Enrico Vanzina, Pupi Avati, Cristina Comencini, Margherita Buy, Jerry Calà, Massimo Ghini, Enrico Lucherini, altri. Una “rivelazione” del film, tale da giustificarne il titolo, è che Virna Lisi arrivò a rinunciare ad un contratto di sette anni con una major di Hollywood, quale “novella Marilyn Monroe”, per non sottostare a vincoli troppo coercitivi nonché, forse soprattutto, per tornare stabilmente con il marito Franco Pesci e con il figlio Corrado.
  • Sarà invece in alcune sale cinematografiche di Roma (cinema Nuovo Olimpia), Milano (cinema Anteo), Torino (cinema Massimo), Bologna (cinema Odeon), dal 10 al 17 novembre, un omaggio ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne. Questi i titoli, proposti in versione originale sottotitolata:

‘La Promesse’ (1996, Quinzaine des Réalisateurs)
‘Rosetta’ (1999, Palma d’Oro al Festival di Cannes)
‘L’Enfant’ (2005, Palma d’Oro al Festival di Cannes)
‘Il ragazzo con la bicicletta’ (2011, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes e Premio per la Migliore Sceneggiatura agli European Film Award)
‘Due giorni, una notte’ (2014, Premio EFA e candidatura Oscar Migliore Attrice a Marion Cotillard)
‘La ragazza senza nome’ (2016)
‘L’età giovane’ (2019)
In tutte le città coinvolte, la rassegna si concluderà con un’anteprima di ‘Tori e Lokita’, ultima fatica dei Dardenne. I quali ultimi, peraltro, saranno presenti di persona il 10 novembre, alle 21.15, al cinema Nuovo Olimpia di Roma, per inaugurare la rassegna.

  • Già da ieri, 7 novembre, grazie a ‘Il Cinema Ritrovato‘, è nelle sale italiane la versione restaurata di ‘Casco d’Oro’, di Jacques Becker. Il sito internet della lodevole istituzione ci ricorda quanto segue:

Il più celebrato e amato capolavoro di Jacques Becker, storia d’un amour fou, del suo esito fatale, del suo contesto a un tempo sordido e splendido, la Parigi malavitosa di fine Ottocento ispirata alle stilizzazioni dell’illustrazione popolare, accesa da uno sfolgorante bianco e nero e dal fuoco dei sentimenti, che siano l’amore, l’amicizia o l’anarchia. Casco d’oro è Simone Signoret, prostituta dall’alta e abbagliante coiffure che manda in rovina l’onesto carpentiere Serge Reggiani, entrambi nell’interpretazione d’una vita. Restaurato in 4K da Studio Canal nel 2022.
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Becker è affascinato dagli oggetti, dalle scenografie, e dal modo in cui rivelano i pensieri, le convinzioni e le emozioni degli uomini e delle donne che li utilizzano. È evidente che un simile talento potrà esercitarsi più facilmente su un soggetto contemporaneo che su uno storico, ed è questo che conferisce a Casco d’oro un rilievo particolare fra i successivi film del suo autore. Si noterà tuttavia che Becker, nonostante il fascino delle scenografie, ha fatto di tutto perché Casco d’oro fosse realistico, come mostrano in particolare le sequenze finali altrettanto implacabili, e non meno straordinarie, di quelle del miglior Rossellini (alcune scene di Roma città aperta e l’ultimo episodio di Paisà), ma dotate in più della forza che conferisce loro un assoluto controllo estetico del soggetto. (Lindsay Anderson)

(Casque d’or, Francia/1952) di Jacques Becker

Sceneggiatura: Jacques Becker, Jacques Companéez. Fotografia: Robert Le Febvre. Montaggio: Marguerite Renoir. Scenografia: Jean d’Eaubonne. Musica: Georges Van Parys. Interpreti: Simone Signoret (Maria, ‘Casco d’oro’), Serge Reggiani (Georges Manda), Claude Dauphin (Félix Leca), Raymond Bussières (Raymond), Gaston Modot (Danard), Loleh Bellon (Léonie Danard), Roland Lesaffre (Anatole), William Sabatier (Roland Dupuis). Produzione: Speva-Films, Paris-Films Productions. Durata: 96’

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