quali uomini per Presidente?

“Lei ha detto Presidente ma… Presidente di cosa?”

il regista e presidente di Cinecittà Holding Pupi Avati, a un tizio,

durante una serata milanese (2009)

L’Italia, a differenza di Francia e Stati Uniti, non è una repubblica presidenziale ma parlamentare; la nomina del Capo dello Stato compete, pertanto, al Parlamento, inteso come istituzione nominata dai cittadini in propria rappresentanza, a seguito di democratiche e regolari consultazioni.

È affermazione potente, si badi, che dà per scontata la maturità che il singolo cittadino esprime nel voto e l’altrettanta maturità delle competenti istituzioni nel prenderne atto.

Si è spesso osservato che alcuni meccanismi istituzionali nel nostro Paese sembrano aver perso trasparenza se non addirittura efficacia, tanto da far ritenere ormai inesistenti o di relativa importanza alcune categorie di base della democrazia e della democrazia parlamentare in particolare.

Riguardo alla nomina del futuro Presidente degli italiani, alcune forze politiche sembrano avere le idee chiare, sia sul nome sia sulle tempistiche dell’elezione.

Altre manifestano d’aver capito le intenzioni dei primi e, non volendo scendere sullo stesso terreno, ricordano che il Capo dello Stato dev’essere una figura super partes, pura il piú possibile, espressione dei valori che trovano vigore nella Carta costituzionale e che da questa promanano.

Un garante della democrazia, dunque, non l’“utile idiota” né uno che si limiti a ratificare quanto gli viene prospettato.

Chi ha fatto calcolare male il cambio lira – euro, a mio modesto avviso, era fuori dai giochi fin dall’inizio, ipso facto.

Una risposta a “quali uomini per Presidente?”

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