il futuro delle emittenti locali (5)

Lo scorso 24 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione della legge 26 ottobre 2016, n. 198, prevede disposizioni per la ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici” ma anche un regolamento concernente i criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse del fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione in favore delle emittenti televisive e radiofoniche locali (decreto del Presidente della Repubblica – esame preliminare)“.
Con riguardo a quest’ultimo, che riproduciamo in calce, si è oggi espresso Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv Locali:

Prendiamo atto positivamente dell’approvazione, in via preliminare, da parte del Consiglio dei Ministri del nuovo schema di regolamento in materia di contributi a tv e radio locali in quanto viene sbloccata, come da noi, ripetutamente auspicato, una situazione di “empasse” che rischiava di far naufragare definitivamente il provvedimento in una “miriade” di tecnicismi e passaggi burocratici. L’intento del Governo di assicurare nuovi interventi a sostegno del settore dell’emittenza televisiva e radifonica locale è apprezzabile. Dobbiamo però sospendere il nostro giudizio definitivo sul provvedimento poiché esso presenta attualmente molte aree “grigie” che vanno assolutamente migliorate. Ci riferiamo in particolar modo ai requisiti di ammissione, e tra questi, al numero dei dipendenti che il provvedimento prevede, che debbano essere posseduti al momento della presentazione della domanda e non nell’anno cui si riferiscono i contributi. Tale norma se approvata permetterebbe ad emittenti che non hanno mai garantito occupazione di assumere tranquillamente dipendenti necessari per poter partecipare al bando, vanificando l’auspicata e necessaria selezione e selettività del regolamento come richiesto anche dalla Corte dei Conti. Tutto ciò a scapito delle emittenti di qualità che da anni e sino ad ora hanno garantito occupazione ed un prezioso servizio informativo sul territorio”. “Ulteriore considerazione deve essere fatta a proposito della norma che prevede una maggiorazione di punteggio alle aziende che dimostrino di aver incrementato il numero dei dipendenti di almeno un’unità rispetto all’anno precedente.” Anche tale norma andrebbe a penalizzare le aziende che hanno garantito in maniera continuativa nel tempo un congruo ed adeguato numero di dipendenti. “Pertanto l’Associazione TV Locali si adopererà affinché nel testo del regolamento che verrà approvato in via definitiva vengano inserite norme che assicurino un adeguato rilancio e sviluppo del comparto premiando e valorizzando le aziende di qualità che trasmettono informazione sul territorio garantendo occupazione”.

Ecco il testo del comunicato stampa ufficiale, da Governo.it:

Regolamento concernente i criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse del fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione in favore delle emittenti televisive e radiofoniche locali (decreto del Presidente della Repubblica – esame preliminare)
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda, ha approvato, in esame preliminare, un regolamento adottato ai sensi della legge 28 dicembre 2015, n. 208, (legge di stabilità 2016), che ha previsto una riforma della disciplina relativa ai contributi pubblici a sostegno delle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale, anche attraverso la costituzione di un Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.
Il provvedimento stabilisce i criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse in favore delle emittenti radiofoniche e televisive locali per la realizzazione di obiettivi di pubblico interesse, quali la promozione del pluralismo dell’informazione, il sostegno dell’occupazione nel settore, il miglioramento dei livelli qualitativi dei contenuti forniti e l’incentivazione dell’uso di tecnologie innovative. Con esso s’intendono introdurre, pertanto, nuovi criteri di riparto dei benefici economici volti, da un lato, a superare le criticità emerse dall’attuazione della normativa previgente che non differenziava l’attribuzione dei contributi in base a criteri di merito, determinando una eccessiva parcellizzazione del beneficio economico, e dall’altro, a premiare i soggetti che investono nell’attività editoriale di qualità, anche mediante l’impiego di dipendenti e giornalisti qualificati e l’utilizzo di tecnologie innovative, anche la fine di scoraggiare le mera occupazione di spazio frequenziale.
Il decreto mira alla razionalizzazione delle procedure, mediante la previsione di una graduatoria unica a livello nazionale, l’individuazione nel Ministero dello sviluppo economico dell’amministrazione responsabile della graduatoria finale e l’introduzione di altre semplificazioni, quali la dematerializzazione dei documenti e dell’informatizzazione dell’iter procedurale.
Sono definiti i criteri percentuali di ripartizione annua delle risorse finanziarie disponibili nella misura dell’85 per cento per i contributi spettanti alle emittenti televisive operanti in ambito locale e del 15 per cento per quelli spettanti alle emittenti radiofoniche operanti sempre in ambito locale. Le emittenti televisive locali, per poter accedere al sostegno, devono possedere requisiti in termini di numero di dipendenti e giornalisti a tempo determinato ed indeterminato effettivamente applicati all’attività, di rispetto del limite percentuale di trasmissione di programmi di televendite nella fascia oraria tra le 7 le 23, di adesione al “Codice di autoregolamentazione in materia di televendite” e al “Codice di autoregolamentazione sulla tutela dei minori in TV”, nonché trasmettere almeno due edizioni giornaliere di telegiornali con valenza locale. Per le emittenti radiofoniche locali, i requisiti richiesti riguardano solo il numero minimo di dipendenti a tempo determinato e indeterminato, pari a due, ed il numero di giornalisti, almeno uno.
Tra i criteri di valutazione delle domande ai fini del calcolo dei contributi si prevede che sia riconosciuta dal secondo anno di applicazione del regolamento una maggiorazione del 10 per cento del punteggio individuale conseguito alle sole emittenti che dimostrano un incremento del numero complessivo dei dipendenti di almeno una unità rispetto all’anno precedente; una maggiorazione del 15 per cento del punteggio individuale conseguito alle emittenti ammesse a contributo è inoltre riconosciuta a quelle che abbiano marchi autorizzati ad operare esclusivamente in una delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia, in quanto rientranti nell’obiettivo convergenza nell’ambito delle politica di coesione dell’Unione europea. Non sono invece ammessi ai benefici coloro che abbiano reso dichiarazioni mendaci negli ultimi due anni nell’ambito di precedenti procedure di concessione del medesimo contributo. Inoltre, il Ministero dello sviluppo economico può disporre la revoca, previa contestazione ed in esito ad un procedimento in contraddittorio, nei casi di dichiarazioni mendaci o false attestazioni anche documentali contenute nella domanda ovvero in mancanza dei requisiti di ammissione previsti.
Dopo l’approvazione preliminare, il provvedimento sarà trasmesso al Consiglio di Stato ed alle Commissioni parlamentari competenti per l’acquisizione dei rispettivi pareri.

Fonti: comunicati stampa ufficiali

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