Sul Pataffio. E altri demoni.

Il film ‘il Pataffio’, di Francesco Lagi, è stato oggetto delle mie attenzioni domenica scorsa. Mi si dia retta: quanto ad efficacia scenica, Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Viviana Cangiano, Alessandro Gassmann e Valerio Mastandrea poco hanno da invidiare a Gru e ai Minions, che taluni fruitori delle cinematografiche sale potrebbero aver preferito! Il film di Francesco Lagi è carinissimo, ben realizzato e ben interpretato da attori che hanno saputo spostare dal testo alla scena personaggi quali Bellocchio, il “marconte” di Tripalle*, Bernarda, sua “giocondissima” sposa, “frato” Cappuccio, lo scaltro Migone. Nel pieno rispetto dei loro ruoli attanziali, delle loro psicologie, del registro linguistico che costituisce una delle categorie piú potenti del racconto di Malerba. Particolare tenerezza per Ulfredo & Manfredo.
Né può essere un mistero il fatto che il contesto del film, con l’eterna rivalità tra potenti e deboli, tra ambiguità e opportunismi, oltre che sul Medioevo getta un affresco su tutte le epoche della storia.
Come nel romanzo da cui è tratto.
Titoli di coda:

Il Pataffio
Data di uscita: 18 agosto 2022
Genere: Commedia, Storico
Anno: 2022
Regia: Francesco Lagi
Attori: Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Viviana Cangiano, Giovanni Ludeno, Vincenzo Nemolato, Daria Deflorian, Alessandro Gassmann, Valerio Mastandrea
Paese: Italia, Belgio
Durata: 117 min
Distribuzione: 01 Distribution
Sceneggiatura: Francesco Lagi
Fotografia: Diego Romero
Montaggio: Stefano Cravero
Musiche: Stefano Bollani
Produzione: Vivo film con Rai Cinema, in associazione con Colorado Film Production, in coproduzione con Umedia
Lino Musella: Berlocchio
Giorgio Tirabassi: Belcapo
Viviana Cangiano: Bernarda
Giovanni Ludeno: Manfredo
Vincenzo Nemolato: Ulfredo
Daria Deflorian: Vecchia del Castellazzo
Alessandro Gassmann: Frate Cappuccio
Valerio Mastandrea: Migone

*il titolo di “marconte di Tripalle” deriva, se non da un poco invidiabile poliorchidismo, in effetti citato nel romanzo di Malerba, dal nome stesso del feudo, graziosamente concesso a Bellocchio dal suocero.

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