il teatro, la “teatroterapia”, altri demoni…

Non potevamo lasciar morire il 2022 senza gettare un pur rapido affresco su un’attività che negli ultimi dodici mesi ci ha molto arricchiti: la teatroterapia. Si vorrebbe scrivere TEATRO ma tale è la stima che nutriamo nei confronti di Dioniso, il dio nato due volte, forse tre, che preferiamo peccare per difetto piuttosto che per eccesso. Nei confronti del Dio del Teatro, d’altra parte, s’è sempre in debito.
Abbiamo frequentato sei diversi laboratori, su classici quali Sofocle, Ibsen, Cechov, Strindberg, Williams.
Abbiamo atteso ad un laboratorio di scrittura, con esibizione finale, sulle figure d’Edipo e Giocasta, e su quella saga in generale
*.
Abbiamo preso parte ad una residenza artistica, con esibizione finale, basata su ‘Stato d’assedio, di Albert Camus, riletto e attualizzato da Matteo Tarasco.
Il tutto a integrazione di un corso da attore cine-televisivo già frequentato e ad implementazione di un curriculum artistico che, pur parallelo a quello manageriale, circola con minore frequenza. Che si faccia il manager o l’artista, d’altra parte,


le competenze relative al parlare in pubblico ed al comporre testi per lo spettacolo sono importanti.
*A proposito dei Labdacidi, mi sovviene d’aver scritto, tra l’altro, un dialogo tra re Pelope e Crisippo, lo sfortunato fanciullo che, in una perduta opera di Euripide, si uccise per la vergogna d’essere stato violentato da Laio:
Pelope: –Perché soffri, Crisippo, gemiti e grevi lamenti vai sollevando?
Crisippo: –Quell’uomo…
P: –Quale uomo?
C: –Laio, l’ospite venuto da Tebe…
P: –Ebbene? Parla, che cosa t’ha fatto Laio?
C: –Ha detto di dovermi insegnare a guidare il cocchio, su vostra indicazione…
P: –Dunque? Che mai?
C: –Senza che i cavalli fossero ancora aggiogati, mi ha chiesto di mettermi alla guida…
P: –E allora?
C: –Ha iniziato a toccarmi, spingendo in avanti… Col suo corpo premeva sul mio…
P: –Cosa?
C: –Sí, padre! Ed il suo sesso mi ha sporcato il corpo e le vesti!
P: –Chiamatemi Laio! Qui subito! Al mio cospetto!
C: –Padre…
P: –Che altro?
C: –È colpa mia…
P: –Che mai dici, o figlio?
C: –Mi sono fidato di lui, gli ho parlato… con lui sono salito sul cocchio…
P: –Egli ti ha ingannato…
C: –Voi da sempre m’insegnate a tenere alto l’onore della nostra casata…
P: –
C: –Che ne sarà adesso del mio onore, padre, e del vostro? Come potrò sostenere gli sguardi degli altri, le ingiurie che dovrò sopportare?
Soldato: –Mio re!
P: –Parla!
Soldato: – Laio è fuggito!

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