inquadrature auree

Con il presente post desidero riprendere il discorso della Sezione aurea, dell’equilibrio, dell’armonia e dell’estetica.

Ma lo faccio in modo affatto originale, affrontando il delizioso terreno delle tecniche d’inquadratura televisiva e cinematografica.

Come ognun sa, i campi e i piani costituiscono non solo l’ABC della ripresa, ma anche il punto di partenza e d’arrivo dell’estetica e dell’efficacia comunicativa del prodotto. Ogni scelta va fatta sulla base di considerazioni estetiche, comunicative e psicologiche.

Eppure, capita talvolta d’incontrare professionisti che non concordano su criteri ormai universalmente riconosciuti. O che pensano di poter estendere il proprio campo d’azione al di là del necessario.

Se volete gironzolare per il web, potete trovare qui, qui e qui alcuni siti che possono fornire un’idea di fondo, anche se questi argomenti in genere sono compresi in almeno un paio d’esami universitari.

A me va di trattare alcuni aspetti, sui quali, appunto, mi è capitato di confrontarmi.

Prima parlavo di sezione aurea perché, ovviamente, anche l’estetica dei media osserva delle regole, che si adattano poi alla soggettività, al gusto e alle esigenze comunicative.

Esistono, in sintesi, regole di base, come il rispetto delle proporzionidi corpi e spazi, e declinazioni che risentono di scelte più libere, dettate dal gusto, dall’esperienza, da acquisizioni più raffinate e impalpabili di quelle accademiche.

Con “Particolare/ dettaglio” s’intende normalmente l’inquadratura di una parte del corpo umano (per esempio l’occhio), o di un oggetto che deve catturare l’attenzione dello spettatore in modo esclusivo (che so, devi riprendere uno che firma un’importante dichiarazione, stringi sulla penna nel momento in cui l’inchiostro scivola sulla carta)

Il primissimo piano viene definito dal sito in modo perfetto: “Inquadratura in cui le dimensioni del soggetto superano i confini del quadro. Quando il soggetto è una persona, il ruolo del primissimo è spesso quello di creare intensità e partecipazione emotiva (…) viene spesso usato per rivelare lo spazio psicologico del personaggio”. Siamo perfettamente d’accordo, ma come rispondere a un direttore news un po’, diciamo così, all’antica, che non vuole venga tagliata la testa degli ospiti e dei conduttori durante i talk show o i programmi di infotainment? Oggi va di moda, quando si taglia ad arte il personaggio inquadrato a me piace. Dà empatia, cattura l’attenzione, il fatto stesso che gli occhi del personaggio  siano alla stessa altezza del (probabile) sguardo dello spettatore è un plus. Eppure, non voglio ripetermi, alcuni storcono il naso.

Il primo piano è quello in cui il volto del personaggio riempie il quadro. Spesso, anche in questo caso, si taglia la testa, anche inquadrando fino al petto. Un grande esperto di comunicazione mi argomentava che “il corpo umano non può essere concepito a pezzi”. Però il tg lo dirigeva divinamente… al massimo, incontrava qualche difficoltà a trovare il tally o a rimanere nei tempi..

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