radiovisione alla riscossa!

La radiovisione, medium che consente a televisione e radio d’accenderci all’unisono, sembra avviata a successi sempre maggiori. Oltre a tenerci compagnia nelle sale d’attesa del dentista, infatti, la radiovisione (36 RTL 102.5 Tv, 67 VH-1, 69 Deejay Tv, 70 Radio Italia Tv, 157 Virgin Radio, 161 Cantando Ballando, 167 R101 Tv, 258 Radio Freccia, 264 Radio Cusano Campus, 266 Radio Zeta ecc…) ha visto i suoi riscontri crescere del 4,7% solo nel primo semestre di quest’anno. A prescindere dai dentisti.
Ecco come si esprime in proposito il rapporto Censis all’uopo presentato:

La radiovisione che conquista il pubblico: professionale, affidabile, in diretta, su qualunque schermo

L’UTENZA QUOTIDIANA DELLA RADIOVISIONE È AUMENTATA DEL 4,7% NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2021. NELL’ANNO DELLA PANDEMIA 5 MILIONI DI ITALIANI L’HANNO SCOPERTA PER LA PRIMA VOLTA SUGLI SCHERMI TELEVISIVI. LA RADIO BATTE TUTTI I MEDIA IN TERMINI DI CREDIBILITÀ. E NON TEME LE PLAYLIST DIGITALI: PER IL 90% DEGLI ITALIANI L’INTRATTENIMENTO E L’INFORMAZIONE LIVE SONO INSOSTITUIBILI

Roma, 12 ottobre 2021 – La radiovisione in sintonia con gli stili di vita degli italiani. Più di 4 milioni di italiani seguono ogni giorno la radiovisione dagli schermi televisivi. Sono aumentati del 4,7% nel primo semestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma gli italiani che guardano anche saltuariamente la radio in tv superano gli 11 milioni. Più di 5 milioni nell’ultimo anno e mezzo hanno scoperto per la prima volta la radiovisione sugli schermi televisivi. Quelli che seguono i programmi radiofonici da device diversi da quelli tradizionali sono complessivamente più di 19 milioni. L’81,4% degli italiani è convinto che la radiovisione sia un nuovo media che combina i contenuti di qualità della radio con le infinite possibilità di ascolto e di visione in diretta su una molteplicità di schermi: il televisore, il pc, il tablet e lo smartphone.

Superata la prova della pandemia. I programmi radiofonici sono usciti bene dall’infodemia scatenata dall’emergenza sanitaria. Per l’82,6% degli italiani la fiducia nella radio è rimasta invariata nell’ultimo anno, per il 6,1% è aumentata. La radio batte tutti gli altri media. Perché la fiducia nella tv è aumentata per il 5,8%, quella nella stampa per il 2,7%, quella nel web solo per il 2,5%.

Credibilità e affidabilità alla base della good reputation. L’81,7% degli italiani ritiene che il successo dei programmi radiofonici dipenda dalla credibilità e affidabilità dei loro contenuti. Le notizie di politica nazionale sono quelle che interessano di più gli utenti: il 40,1%. Al secondo posto, in forte crescita nell’anno della pandemia, le notizie riguardanti scienza, medicina e tecnologia: catturano l’attenzione del 34,9%. Seguono: stili di vita, viaggi e cucina (28,8%), cronaca nera (27,9%), sport (26,7%), cultura e spettacoli (25,8%).

Differenze di genere, interessi diversi. I gusti degli utenti della radio cambiano in base al sesso. Gli uomini preferiscono la politica nazionale (il 45,5% contro il 34,4% delle donne), lo sport (il 45,4% contro il 7,2%) e l’economia (il 23,2% contro il 9,9%). Le donne sono attratte di più dalle notizie riguardanti stili di vita, viaggi e cucina (il 40,5% contro il 17,5% degli uomini), cultura e spettacolo (il 33,8% contro il 18,1%), gossip e cronaca rosa (il 28,8% contro il 6,2%).

Lunga vita alla radio, che non teme le piattaforme digitali. Il 63,1% degli italiani è convinto che il futuro dei contenuti audio non saranno le piattaforme online di musica a pagamento, che offrono lo streaming on demand di brani selezionati in base ai gusti personali dell’utente (la pensa così anche il 51,7% dei più giovani). Per il pubblico due fattori conferiscono un valore aggiunto alla programmazione radiofonica rispetto alle piattaforme digitali: i contenuti realizzati da una redazione di professionisti e la programmazione in diretta. Il 90,1% sottolinea la differenza tra i programmi offerti all’interno di un palinsesto realizzato da redazioni professionali, ricco di musica e di contenuti informativi, e le piattaforme on demand, che offrono esclusivamente musica selezionata in modo personalizzato. L’85,2% sottolinea che la peculiarità della radio è di essere live e di riuscire così a mantenere un contatto diretto con il proprio pubblico.

Questi sono i principali risultati del 2° Rapporto del Censis «La transizione verso la radiovisione», che è stato presentato oggi a Roma da Anna Italia del Censis e discusso da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, Luca Bernabei, Amministratore Delegato di Lux Vide, Igor De Biasio, Amministratore Delegato di Arexpo e Consigliere di Amministrazione della Rai, Massimo Giletti, giornalista e presentatore radiofonico e televisivo, e Massimiliano Panarari, saggista e sociologo della comunicazione presso l’Università Mercatorum.

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