l’autunno di Rai Tre (2)

Rai Tre cade a pezzi. Dopo un’estate che ha ribollito per catodici piú che meteorologici calori, l’autunno si preannuncia tutt’altro che mite. Dopo la mancata conferma della Dandini e la fuga di Ruffini che va a La7, è il caso di occuparsi nuovamente delle produzioni che hanno caratterizzato per alcune stagioni la domenica del canale, quelle nelle quali sembrava potersi apprezzare la mentalità vera di un’emittente di Stato (rileggi l’autunno di Rai Tre).

L’ultima vittima è Passepartout, più che gradevole rubrica che tratta (meglio, trattava) d’arte, cultura e varia umanità, in giro per l’Italia e per il mondo (pare che alcune puntate che non andranno in onda siano state girate in Cina).

Philippe Daverio, creatore e conduttore del programma, lo ha comunicato con un “certificato di decesso” e lo ha spiegato all’ADnkronos in virtú di

 “una pallottola vagante sparata durante il riordino amministrativo recente della Rai che si è trovata costretta a passare dall’ordinamento privato della sua gestione a quello pubblico più consono alle risorse erariali che la alimentano. Infatti da due anni la Cassazione aveva emesso un giudizio in tal senso, il quale è stato solo recentemente recepito per via della distanza geografica che separa le due istituzioni. Nell’attesa d’un utile chiarimento – dice ancora Daverio – Rai ha seguito percorsi dissonanti chiedendo da un lato di iniziare la produzione 2011, indicandone i tempi di consegna e annunciandola pubblicamente nella presentazione del palinsesto, mentre dall’altro evitava di stendere un contratto che si trovava nel trivio d’una scelta dilaniante fra appalti, incarichi e acquisti. (…)E il programma chiuderà anche se trasmetteranno le puntate vecchie. Hanno trecento repliche da mandare in onda”.

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