Malala, storia di coraggio e libertà

Nelle sale cinematografiche italiane arrivano oggi, tra gli altri, ‘007 -Spectre’ e ‘Snoopy & Friends’. Esce anche, nel suo piccolo, ‘Malala’, documentario dedicato alla vicenda di Malala Yousafzai, fanciulla pakistana vittima di un attentato a soli quindici anni, testimone degli orrori perpetrati dai talebani, simbolo del diritto all’istruzione femminile e piú giovane Nobel per la Pace della storia. Diretto da Davis Guggenheim (Oscar nel 2007 per il miglior documentario), il film è distribuito nelle sale da 20th Century Fox, sarà trasmesso in televisione nel 2016 da National Geographic.

Ecco il comunicato stampa ufficiale:

Per milioni di persone Malala è una figura capace di trasformare il mondo, e di grande ispirazione. Gli estremisti l’hanno perseguitata come una minaccia, un bersaglio. MALALA è film importante, necessario, dedicato alla giovane studentessa pakistana, un racconto che 20th Century Fox portanelle sale il 5 novembre e atteso successivamente in tv su Sky su National Geographic Channel. Un potente ritratto diretto dal Premio Oscar Davis Guggenheim (Una scomoda verità), e ispirato al libro Io sono Malala (Garzanti), 250.000 copie e una presenza in classica best-seller che dura ormai da due anni, che esprime un messaggio di libertà e tolleranza attraverso la straordinaria forza e il coraggioso esempio di questa giovane donna, a soli 18 anni simbolo della lotta per la libertà e per il diritto all’istruzione. In MALALA vediamo Malala Yousafzai, la più giovane Premio Nobel per la Pace della storia, nel suo profilo di comune ragazzina, coraggiosa e compassionevole insieme, in costante pericolo ma amante del divertimento, che semplicemente continua a lottare per il diritto universale di vivere e studiare. Realizzato in 18 mesi molto intensi, che Guggenheim ha trascorso con tutta la famiglia Yousafzai in Inghilterra e sulle strade di Nigeria, Kenya, Abu Dhabi e Giordania, il film è l’occasione intima e confidenziale di conoscere Malala, suo padre Ziauddin, sua madre Toor Pekai e i fratelli Khushal ed Atal, che hanno contribuito a forgiare la giovane donna che sta diventando.

È il racconto della cultura e dell’infanzia incantata di Malala, la storia di una famiglia che ha detto no alla tirannia e delle conseguenze di un evento sconvolgente che ha trasformato una scolara coraggiosa in una paladina dell’Istruzione conosciuta in tutto il mondo. Il film si articola in una fusione di interviste spontanee, di riprese del Pakistan più vero, di vivide animazioni disegnate a mano che riportano momenti del passato a nuova vita. Due forme di cinema completamente diverse l’animazione e il documentario, che qui convivono poeticamente. MALALA conduce gli spettatori dal momento in cui l’attivista ed insegnante pakistano Ziauddin Yousafzai ha dato il nome di Malala a sua figlia, in onore della leggendaria eroina del folklore Pashtun Malalai di Maiwand, alla coraggiosa decisione di Malala – all’età di 11 anni – di scrivere un blog per la BBC sotto pseudonimo, sulla sua vita di ragazzina in una città tiranneggiata dai Talebani, fino allo scioccante attentato e alla successiva lotta per la sopravvivenza. Il film si focalizza in particolare sul presente, sulla crescita di Malala mentre prende coscienza del suo potere come agente di un cambiamento globale ed epocale. La giovane è più concentrata che mai sulle più importanti battaglie del nostro tempo, contrastare la violenza, formare nuovi leader e opinionisti nelle comunità e soprattutto dare forza alle ragazze attraverso l’istruzione. “Io ho il diritto di cantare, ho il diritto di andare al mercato, il diritto di parlare. Avrò la mia istruzione, che sia a casa, a scuola, o da qualche parte. Non mi fermeranno” ha dichiarato Malala, dando voce agli oltre 60 milioni di ragazze in età scolare nel mondo che non possono frequentare la scuola e con in testa e nel cuore i circa 70 paesi del mondo in cui queste donne sono minacciate con la violenza solo per il desiderio di istruirsi. Eppure Malala Yousafzai è anche una comune adolescente alle prese con le sue idee sui ragazzi, i compiti a casa, i fratelli, i genitori ed il futuro. Il tutto vivendo sempre sotto i forti riflettori dei media. In occasione del lancio in Italia di MALALA, il 4 novembre alla Camera dei Deputati, il documentario sarà presentato alla presenza della Presidente Laura Boldrini e la proiezione sarà preceduta da un video-messaggio di ringraziamento che Malala ha voluto inviare alla Camera. L’evento è organizzato in collaborazione con Sky e 20th Century Fox per presentare il progetto che il gruppo 21st Century Fox, mettendo in campo tutti i mezzi di cui dispone, ha scelto di produrre e distribuire in tutto il mondo, nei cinema come in tv, dando voce a una storia di straordinario impegno civile e di coraggio, amplificando la voce di una giovane donna diventata, suo malgrado, un simbolo di tutte le ingiustizie e le violazioni delle più elementari libertà e che ha scelto di mettere in pericolo la propria vita per difendere queste stesse libertà

LA STORIA DI MALALA “Credevano che i proiettili ci avrebbero zittiti. Ma nella mia vita non è cambiato niente a parte questo: la debolezza, la paura e il pessimismo sono morti; sono nati la Forza, la Potenza e il Coraggio” – Malala La vicenda di Malala Yousafzai ha commosso il mondo intero. Il 9 ottobre del 2012, quando aveva appena 15 anni, la sua esistenza venne bruscamente sconvolta: fu colpita a bordo dello scuolabus dalle pallottole di un gruppo armato di Talebani. La sua colpa era quella di aver manifestato pubblicamente fin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. L’attentato che l’ha ridotta in fin di vita e che l’ha costretta a lunghi mesi di cure e riabilitazione, non ha però scalfito quello che ha reso Malala così straordinaria: la feroce intelligenza, l’impegno e la compassione che contrastavano con la sua giovinezza. Quando venne colpita, Malala aveva già attirato l’attenzione mondiale con la sua voce. Nel 2009 aveva cominciato a scrivere un audace, anonimo blog per la BBC esprimendo le sue vedute sull’istruzione e documentando la vita nella valle dello Swat, in Pakistan, dove i Talebani avevano bandito la musica e la televisione, rendendo impossibile alle donne uscire di casa per andare a fare compere, e limitando drasticamente la scuola per le femmine. Quando il blog è stato fermato Malala ha continuato ad esprimersi sulla stampa internazionale, ricevendo nel 2011 il primo Premio Giovanile per la Pace indetto in Pakistan. Così, poco dopo, in un meeting dei leader Talebani venne deciso che la teenager doveva essere assassinata. Dopo l’attentato, Malala inizia una nuova vita a Birmingham, dove era stata trasferita per delle cure mediche specializzate. Il proiettile che aveva quasi spezzato la sua vita la spinse sotto i riflettori dell’opinione pubblica mondiale: l’abominevole ed impensabile attacco a una ragazza così giovane destò l’interesse del mondo sulla sua storia di coraggio. Ma quella storia è stata solo l’inizio. Invece di chiudersi nel silenzio, Malala trova la determinazione per continuare la sua campagna, ritagliandosi un inedito ruolo come sostenitrice per ragazze e bambini di ogni parte del mondo – che fossero rifugiati, bambini in zone di guerra, o comunque privi di scuole o di istruzione – senza nessuna paura, esattamente come prima dell’attentato. Indomita, ha continuato il suo lavoro nel Regno Unito pur vivendo in una cultura completamente nuova. Con suo padre Ziauddin e Shiza Shahid ha fondato il Fondo Malala, promotore dell’istruzione femminile, ha scritto il libro Io Sono Malala diventato presto un best-seller; ha tenuto uno stimolante discorso alle Nazioni Unite; ha cominciato a viaggiare in tutto il mondo per difendere i diritti dei bambini. Nel dicembre del 2014, durante le riprese di MALALA, è diventata il più giovane Premio Nobel per la Pace, assegnatogli insieme all’attivista indiano Kailash Satyarthi, come lei promotore della salvaguardia e dei diritti dei bambini. “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo” ha detto Malala durante il suo applauditissimo discorso alla consegna del Nobel. Nell’agosto del 2015 Malala ha completato il 10° Grado (Anno 11 nel Regno Unito, “GCSE”) a Birmingham, in Inghilterra (ha perso un anno di scuola dopo l’attentato), vivendo con la sua famiglia e continuando fervidamente il suo lavoro con il Fondo Malala.  IL DOCUMENTARIO “Non ho paura di nessuno” – Malala MALALA è un ritratto intimo di questa straordinaria, giovane donna, del suo rapporto con il padre attivista e sostenitore del diritto allo studio delle donne in Pakistan, della sua nuova vita in Inghilterra e del suo legame ancora forte con la terra d’origine. Terra che Malala e la sua famiglia sono stati costretti ad abbandonare, un luogo duramente sferzato dalla guerra, ma anche una delle località più splendide del mondo. Obiettivo del regista Guggenheim è stato, tra l’altro, evocare durante il film la bellezza pittoresca e la ricca eredità culturale della Valle dello Swat: “Quando si pensa al Pakistan si tende ad associarlo a filmati sgranati e brutte notizie. Ma quando ho visto le foto della valle dello Swat ho scoperto un paradiso verde e lussureggiante, e con una forte tradizione di cultura ed istruzione, prima della venuta dei Talebani. Per questo volevo mostrare un po’ di quel mondo che è poco conosciuto” . Quanto a Malala, per Davis Guggenheim l’immagine pubblica della ragazza era certamente importante, ma era molto interessato anche a ciò che si celava dietro quel morbido sorriso e il suo sguardo aperto. “Trascorrere 18 mesi con Malala, suo padre e la sua famiglia è stata una delle più belle esperienze delle mia vita”, ha raccontato il regista, in cerca con questo toccante racconto anche dei veri, autentici dettagli della vita quotidiana di Malala e della sua famiglia, filmando stralci di vita casalinga, nel nido, tra le semplici cose di tutti i giorni, seguendoli nel loro viaggiare attraverso il mondo, sia nei momenti privati che in quelli pubblici, Fondamentale è, nel documentario, il rapporto di Malala con il padre, ma anche quello molto speciale con la madre, Toor Pekai, che con la sua straordinaria e silenziosa forza, ha influito molto sulla persona che Malala è diventata. Le immagini mostrano l’adolescente che pochi conoscono, una ragazza come tante – seppure eccezionale – che scherza con i fratelli, alle prese con i compiti di scuola e mentre parla di amore. Su quest’ultimo tema, come ogni adolescente, Malala era molto ‘cucita’ ma Guggenheim è capace di entrare con delicatezza e sensibilità in quel “campo minato di emozioni” che è di ogni ragazzina della sua età. Ciò che emerge, e che spiazza e commuove, è questa incredibile dicotomia di essere da un lato una leader a livello universale e dall’altro una ragazzina simile a ogni teenager del mondo, che a volte litiga con la madre e il padre o fa a botte con i fratelli. SOLO MALALA PUO’ RACCONTARE LA STORIA DI MALALA “Mio padre mi ha solo dato il nome Malalai. Non mi ha fatto diventare Malalai.Ho scelto io questa vita” – Malala All’inizio MALALA non doveva essere un documentario. I produttori Walter Parkes e Laurie MacDonald (Il Gladiatore, Prova a prendermi, Il cacciatore di aquiloni, Flight) dopo aver letto le prime pagine dell’autobiografia di Malala avevano pensato a un film drammatico di grande forza. Emerge ben presto però che un approccio documentaristico sarebbe stato un modo molto più potente per raccontare quella storia e permettere al pubblico di conoscerla. Il tutto facendo in modo che Malala e la sua famiglia ne mantenessero in un certo senso la proprietà creativa ed emotiva. Così il progetto arriva a Davis Guggenheim, un uomo di enorme curiosità, con uno sfavillante talento di documentarista e forte, tra l’altro, di un appassionato interesse al tema dell’istruzione. In sostanza, Guggenheim aveva la giusta combinazione di qualità per entrare nella vita della famiglia Yousafzai in modo indagatorio ma anche discreto, forte della sua grande curiosità verso il mondo che si traduce nel suo essere un ottimo ascoltatore e un eccezionale intervistatore. Così quello che viene fuori in questo film è autentico e fedele in ogni momento. Sembra di essere stati spinti in un’intima, naturale relazione con Malala e la sua famiglia I PROTAGONISTI: ZIAUDDIN YOUSAFZAI è un attivista dell’istruzione, e Consulente Speciale per l’Istruzione Globale alle Nazioni Unite. Riveste il ruolo di attaché per l’istruzione del Pakistan al consolato di Birmingham, in Inghilterra. Nella nativa valle dello Swat in Pakistan era un attivista sociale, insegnante e proprietario di una scuola. E’ il cofondatore del Fondo Malala, una organizzazione no-profit il cui lavoro in tutto il mondo si concentra sui diritti delle ragazze ad una istruzione adeguata.    MALALA YOUSAFZAI è una attivista dell’istruzione della valle dello Swat, Pakistan, vincitrice del Premio Nobel per la Pace del 2014 insieme a Kailash Satyarthi per il loro lavoro nell’ambito dei diritti dei bambini. Nata nel 1997, Malala Yousafzai è cresciuta nella valle dello Swat nel nord del Pakistan. Dall’età di 10 anni Malala ha cominciato la sua campagna per il diritto delle ragazze a ricevere l’istruzione scolastica. Sotto pseudonimo ha tenuto un blog per la BBC descrivendo la sua vita sotto il regime Talebano e le proprie idee per promuovere l’istruzione femminile. Nell’ottobre del 2012 la allora quindicenne Malala è stata vittima di un attentato Talebano mentre tornava a casa dalla scuola sul bus. Anche due suoi amici sono rimasti feriti nell’attacco a colpi di mitra. Malala è guarita dai gravi danni subìti e continua la sua campagna per i diritti femminili. E’ co-fondatrice del Fondo Malala, una organizzazione no-profit il cui lavoro nel mondo si concentra sul diritto delle ragazze a un’istruzione adeguata. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il primo Premio Pakistano Giovanile per la Pace, il Premio Internazionale Infantile per la Pace, il Premio di Amnesty International ‘Ambassador of Conscience’, e il Premio Sakharov.  TOOR PEKAI YOUSAFZAI è nata nella valle dello Swat (Shangla), nel nord del Pakistan. È la madre di Malala (18), Khushal (15) and Atal (11). Impossibilitata a ricevere un’istruzione adeguata quando era giovane, Toor Pekai è diventata una forte sostenitrice dell’attivismo di Malala per l’istruzione.

Fonti: Ansa, comunicati stampa ufficiali

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