Messiaen
Domenica scorsa, sempre nell’ambito di quei concerti che scrocco nelle chiese Romane, ero a Trinità dei Monti, dove ho avuto modo di ascoltare le Quatuor pour la fin du temps, di Messiaen, autore che non conoscevo e il cui nome credevo anzi essere uno pseudonimo (siete pregati di non sghignazzare).
È musica particolare, trovo abbia il potere di non lasciare indifferente chi l’ascolta, di pizzicargli l’anima, lasciandogli nel cuore un ricordo indelebile. Composta durante gli anni di prigionia nei campi di concentramento nazisti, tale musica tratta alcuni brani dell’Apocalisse, rileggendoli con originale sensibilità e con accenti spesso sorprendentemente brillanti. A chi osservava che tali sfumature fossero, appunto, troppo giocose per un contenuto di quel tipo, Messiaen, morto nel 1993, ribatteva che nell’Apocalisse non ci sono soltanto tragedie ma anche ineffabili misticità contemplative.

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