Mister D e la visita a Razinga

Mr D, come avrete ormai arguito, faceva di tutto per tessere rapporti fruttuosi e allargare il giro di conoscenze. Tra le tante, ne vantava una particolarmente illustre con il nipote di un cardinale, un ragazzo fondamentalmente simpatico, che indossava cinture anni ’70 e poteva sembrare un po’ citrullo ad un’analisi superficiale. Era comunque una brava persona.

Proprio grazie ai buoni uffici di zio e nipote, Mr D ottenne un biglietto per presenziare alla presa di possesso della Basilica di San Paolo da parte del neoeletto Benedetto XVI. Usciti di casa, la prima sconfortante sorpresa. Quattro piccioni particolarmente scorretti avevano firmato i finestrini della macchina del pianista con i loro escrementi. Non riuscireste mai a immaginare la precisione di quella loro iniziativa, avevano centrato tutti e quattro i finestrini come nemmeno un tiratore scelto sarebbe riuscito a fare!

La sontuosa cornice della basilica fu teatro del nostro ingresso. La folla aveva già adattato al nuovo pontefice le acclamzioni usate per il precedente, al posto di “Giovanni Paolo!” ora si acclamava “Benedetto!”

 Le roi est mort, vive le Roi.

Ci appollaiammo in un angolo, alla destra dell’altare, e assistemmo alla funzione con cuore palpitante. Mentre tentavo di fare sfoggio di cultura, leggendo il passo originale di San Giovanni in greco, Mr D esterrefatto mi chiese:

_ Tu conosci il greco?

_ Sì, ho fatto il classico, alle superiori mi piaceva…

_ Perché, al classico si studia greco?

Non stava scherzando, era oggettivamente convinto che al classico non si studiassero le lingue classiche…

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