47, morto che parla, secondo la Smorfia.
47, numero che la dice tutta, secondo Auditel.
47, infatti, è stato lo share sul target commerciale ottenuto da “Non smettere di sognare“, la fiction che Mediaset ha realizzato in alta definizione nei propri studi e che è andata in onda mercoledì sera su Canale 5 (31% sul target assoluto) .
Di fronte a tali risultati, in un’ottica commerciale, le valutazioni intrinseche hanno significato relativo.
In tempi di “SkRayset” (o “MediaSkRay”) reale, presunta o malignamente supposta, non è strano che una frase o uno slogan si sentano più volte. “Non smettere di sognare“, tra l’altro, è stata anche tag line di un’intera piattaforma nonché, più modestamente, description (sottotitolo) di questo blog.
È augurio tra i più alti. Invita chi lavora nello spettacolo a non mollare mai, a guardare sempre avanti, a dispetto delle difficoltà che inevitabilmente s’incontrano.
Il periodo che stiamo vivendo, in effetti, è alquanto movimentato.
Il Paese sta passando gradualmente al digitale, la concessionaria di Stato deve decidere quali suoi canali dovranno lasciare SKY e, a fine luglio, nascerà Tivù, la piattaforma satellitare partecipata pariteticamente da RAI e Mediaset, con la presenza anche di Telecom Italia Media.
Ovvio che la mutevolezza del sistema crei riflessi anche sull’individuo. Specie se operatore del settore…