pirateria? no, grazie! (2)

La pirateria digitale in Italia è un fenomeno quanto mai attuale e una ricerca della Fapav, Federazione antipirateria televisiva, in collaborazione con Ipsos, lo chiarisce con dovizia di particolari.
L’indagine è stata effettuata lo scorso dicembre, su un campione di oltre 1400 individui d’età superiore ai quindici anni e su un altro campione, di altri 200 individui, tra i dieci e i quattordici anni. Questi ultimi, neanche a dirlo, sarebbero addirittura piú birichini degli adulti, comportandosi da bucanieri nel 50% dei casi.
Secondo i dati raccolti, il 55% dei filibustieri adulti dell’etere sono uomini, per il 54% lavoratori, per il 62% in possesso di un diploma di scuola media superiore. Spesso svolgono funzioni autonome o direttive. Costituiscono il 39% degli adulti italiani e, nel solo 2016, hanno compiuto almeno una scorribanda nell’audiovisivo, una piratesca incursione alla ricerca di film, programmi televisivi, video musicali e canzoni, eventi sportivi, serialità a scrocco.
Il dato piú drammatico è che, dal 2010, gli atti di pirateria digitale (streaming o download illegale, copie non originali…) sono saliti del 78%; si sono abbassati dell’81% l’acquisto di DVD/ Blu-ray contraffatti e del 50% la pirateria indiretta (la ricezione di DVD/Blu-ray contraffatti o la visione di copie non originali altrui).
La pirateria dei film è scesa leggermente, dal 37% del 2010 al 33% del 2016; è molto aumentata, però, quella delle serie televisive (dal 13% del 2010 al 22% del 2016) e dei programmi (dall’11% al 2010 al 19% del 2016).
Altro dato allarmante è la mentalità del corsaro: solo un pirata su quattro ritiene di compiere “un gesto grave”, l’82% è consapevole che la pirateria è un reato ma solo il 57% teme di poter essere scoperto o sanzionato. Il 77% degli intervistati ritiene l’oscuramento dei siti la forma di deterrenza piú efficace; il 35% ha cercato in rete un’alternativa illegale e solo il 31% si è visto costretto a trovarne una legale. Il 92% di tutti, comunque, si dichiara disposto a utilizzare la legalità.
Il danno complessivo all’economia italiana è stimato in un miliardo e duecento milioni di euro, con una perdita di 427 milioni di Pil e 6540 posti di lavoro.

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