Cinecittà: una nuova era e… “un anno di Luce”…

  • Nicola Maccanico, amministratore delegato di Cinecittà, a Venezia per illustrare l’energia che attualmente si respira a Cinecittà Studios, si è dimostrato raggiante: «Si è aperta una nuova era! Il 2022 fotografa un bilancio di significativa crescita, con gli Studi integralmente occupati, una tendenza confermata per la prima parte del 2023. Il 70% delle produzioni è internazionale, e rileva la presenza significativa di coproduzioni. A Cinecittà oggi si girano film, serie, programmi per la tv, documentari, spot. Un’istantanea dinamica: i teatri accolgono produzioni delle major e delle piattaforme, cinema d’autore, serialità spettacolare, docu, film indipendenti. Gli Studios, oltre 80 anni di storia, tremila film e 51 Oscar, sono a pieno regime: dagli attuali 19 teatri si arriverà a 24, mentre se tutto andrà a buon fine altri 8 teatri saranno costruiti sul terreno di Torre Spaccata della Cassa depositi e prestiti, oggetto di pre-accordi, con 16 ettari all’aperto in piú. Sulla tecnologia grandi passi avanti: il Teatro 6 per riprese virtuali a 360⁰, e il nuovissimo T18, uno smart stage con il ledwall per riprese virtuali piú grande d’Europa, uno dei piú avanzati al mondo, per ricreare ogni tipo di ambiente digitale ad altissima definizione: una tecnologia in uso per le maggiori produzioni americane!» Piú che interessanti le produzioni ospitate in via Tuscolana e dintorni: l’esordio alla regia di Paola Cortellesi (produzione Wildside per Vision); la serie ‘M’, tratta dai libri di Antonio Scurati (The Apartment, gruppo Fremantle); poi ‘Book club 2’ con Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen, regia di Bill Holderman (Paramount); ‘Without Blood’, di Angelina Jolie, tratto dal romanzo di Alessandro Baricco, con Salma Hayek e Demián Bichir (The Apartment); ‘Domina 2’ con Kasia Smutniak (Cattleya per Sky); ‘Conclave’ di Edward Berger, con Ralph Fiennes e Stanley Tucci (Filmnation); ‘Finalmente l’alba’, il prossimo film di Saverio Costanzo, con Lily James e Willem Dafoe (Wildside); poi il nuovo film di Pietro Castellitto (The Apartment); ‘Il Comandante’, nuovo film di Edoardo De Angelis scritto con Sandro Veronesi (O’ Groove, Indigo Film, Rai Cinema).
  • A Venezia 79 s’è parlato anche delle produzioni di Luce Cinecittà, per “un anno di Luce”:

    Una casa per il documentario italiano e un trampolino per portare il genere all’estero e al grande pubblico. Questa è la factory produttiva di Luce Cinecittà, che ha presentato nell’ambito della 79ª Mostra del Cinema di Venezia, “Un anno di Luce”, la sua nuova linea editoriale di film documentari. Una line-up di titoli nuovi, i lavori di autori affermati e di giovani talenti, una più forte attenzione alle produzioni indipendenti. Soprattutto una visione rinnovata per portare i documentari prodotti a una più ampia platea di spettatori. A raccontare la nuova mappa produttiva e il nuovo disegno editoriale, la Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, con Enrico Bufalini, Direttore Cinema e Documentaristica e Archivio Luce Cinecittà. Un marchio, quello di Luce Cinecittà, che in 10 anni ha prodotto un’offerta di oltre 200 titoli e che ha svolto un ruolo importante per la promozione di un genere, che è oggi forse il più vitale del nostro cinema, accompagnandolo nei più importanti festival e premi internazionali con maestri del calibro di Gianni Amelio, Ettore Scola, Ermanno Olmi, il pioniere della documentaristica Folco Quilici, e più recentemente Pietro Marcello, Alice Rohrwacher, Wilma Labate, Costanza Quatriglio, per non citarne che alcuni. Forte della sua storia, che gli ha consentito di ottenere premi internazionali come l’Orso d’Oro a Berlino a Gianfranco Rosi, e due nomination agli Oscar, ma consapevole di un mercato in rapida evoluzione, Luce Cinecittà rinnova oggi la sua strategia produttiva. Innanzitutto, implementando le coproduzioni con partner importanti come Rai Cinema, Rai Documentari, Sky, e con il variegato mondo della produzione indipendente, garantendo una presenza maggiore nei palinsesti televisivi. Poi, sistematizzando la fase di valutazione dei progetti, attraverso la creazione di un comitato editoriale interno, dedicato all’analisi e alla catalogazione delle singole proposte ricevute. Una particolare attenzione è stata dedicata all’equilibrio di genere, che quest’anno ha visto venire alla luce i bei documentari “Bella Ciao!” di Giulia Giapponesi, “Hotel Sarajevo” di Barbara Cupisti e i nuovi lavori di Giovanna Gagliardo, Wilma Labate, Adele Tulli, Laura Chiossone. Sempre più centrale il posizionamento dell’Archivio Luce, immenso patrimonio di immagini cinematografiche, dal 2013 entrato ufficialmente nel Registro “Memory of the World” dell’Unesco, con l’obiettivo di utilizzare i suoi straordinari materiali per trovare sguardi originali e contemporanei per raccontare da vicino la nostra storia e la nostra realtà. Nell’ottica di raggiungere diverse fasce di pubblico, alla produzione di dvd, supporto ormai molto di nicchia, è stata affiancata la produzione di podcast. I primi quattro sono stati coprodotti con Chora Media (su Pier Paolo Pasolini / host Walter Siti; “La ballata dell’Andrea Doria” / host Luca Bizzarri; “La battaglia di El Alamein”/ host Pablo Trincia; il quarto, in arrivo, “La lunga strada delle donne sulla via dei diritti” / host Cristiana Capotondi). In sintesi, si è lavorato per ampliare le prospettive, a partire dai format del racconto, sempre attenti a tutti i generi: storici, “current” e di inchiesta, crime, arte, senza abbandonare gli anniversari più importanti. Un laboratorio eclettico di ricerca su stili, talenti, conoscenza ed emozioni, che il pubblico trova nella nuova line-up di Luce Cinecittà.
    Questi i nuovi titoli prodotti, coprodotti, distribuiti da Luce Cinecittà per il 2022/2023:
    “Carla Fracci. Istruzioni per una vita d’artista” di Daniele Luchetti produzione: Anele, Luce Cinecittà con Rai Cinema
    “Fela Kuti” (working title) di Daniele Vicari, produzione: Fabrique Entertainment, Grasshopper Film, Luce Cinecittà
    “Quei due” di Wilma Labate, produzione: Luce Cinecittà
    “Svegliami a Mezzanotte” di Francesco Patierno, produzione: Luce Cinecittà
    “Lato B” di Agostino Ferrente, produzione: Magneto, Arte, CdV Casa delle Visioni, Rai Cinema, Pirata M.C., Luce Cinecittà
    “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Enrico Ghezzi, produzione: Matango, Luce Cinecittà, Rai Cinema
    “Pio La Torre” di Walter Veltroni, produzione: Minerva, Rai Documentari e Luce Cinecittà
    “Good Morning Tel Aviv” di Giovanna Gagliardo, produzione: Luce Cinecittà
    “Lotta Continua” di Tony Saccucci, produzione: Publispei, Rai Documentari e Luce Cinecittà
    “Bellissima” di Laura Chiossone, produzione: Panama Films, Sky, Luce Cinecittà
    “Amate Sponde” di Egidio Eronico, produzione: Schicchera production, Eie Film, Luce Cinecittà, DBW Communication, Sky
    “In-Visible” di Adele Tulli, produzione: Pepito produzioni, FilmAffair, Luce Cinecittà, Les Films d’Ici, Egoli Tossel, Rai Cinema
    “Sophia!” di Marco Spagnoli, produzione: LaPresse, Luce Cinecittà, Rai Documentari
    “I magnifici 4 della risata” di Mario Canale, produzione: 3D produzioni, Luce Cinecittà, Rai Documentari
    “Il tocco di Piero” di Massimo Martella, produzione: Luce Cinecittà
    Vanno ricordati i titoli presentati nella prima parte del 2022 da Luce Cinecittà, portati in festival, in sala, e in tv:
    “Bella Ciao!” di Giulia Giapponesi, “Black Mafia” di Romano Montesarchio, “Bosnia Express” di Massimo D’Orzi, “Corpo a Corpo” di Maria Iovine, “Fellini e l’ombra” di Catherine McGilvray, “Giovanna, storie di una voce “di Chiara Ronchini, “Hotel Sarajevo” di Barbara Cupisti, “Italia. Il fuoco, la cenere” di Céline Gailleurd e Olivier Bohler, “La macchina delle immagini di Alfredo C.” di Roland Sejko (finalista ai David, vincitore del Nastro d’Argento documentario), “Il mondo a scatti” di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli, “L’onda Lunga – Storia Extra-Ordinaria di un’Associazione” di Francesco Ranieri Martinotti, “Marina Cicogna – La vita e tutto il resto” di Andrea Bettinetti, “PerdutaMente” di Paolo Ruffini e Ivana Di Biase, “Sergio Marchionne” di Francesco Miccichè, “Una squadra – Il film” di Domenico Procacci.
    Un listino la cui stella polare restano gli autori, la loro ricerca indipendente e creativa, e il talento. Troviamo così il senso di essere artista in Italia nello sguardo di Daniele Luchetti su Carla Fracci, così come nell’indagine su un musicista di genio come Fela Kuti, firmata da Daniele Vicari. Agostino Ferrente, David di Donatello per il miglior documentario con “Selfie”, sorprende con un “Lato B”, mentre Francesco Patierno, con “Svegliami a Mezzanotte”, fa dell’archivio un’avventura intima.
    È un originale viaggio nel fascismo “Quei due” di Wilma Labate, un epistolario visivo tra Edda e Galeazzo Ciano. E un viaggio fisico pieno di fascino è quello che compie Giovanna Gagliardo in “Good Morning Tel Aviv”, nella città che non dorme mai, la più laica e cosmopolita di tutte le città del Medio Oriente.
    La storia, intesa come passione civile, resta una grande protagonista. Nel listino si fa forte dell’esempio di Pio La Torre, il sindacalista e politico simbolo della lotta contro le mafie, riletto da Walter Veltroni. E un’esperienza cruciale e ancora dibattuta del Paese, come quella di “Lotta Continua”, è scandagliata da Tony Saccucci.
    È una storia sofisticata della moda “Bellissima” di Laura Chiossone, una serie d’archivio sul linguaggio che dall’Italia ha conquistato il mondo.
    Il contemporaneo è interpretato nei temi e nello stile di racconto. Dopo la rivelazione di “Normal”, con il suo humour sulle questioni di genere, Adele Tulli torna con un’indagine sulla dissolvenza del nostro mondo fisico in quello digitale, con “In-Visible”. Mentre addirittura la forma geofisica del nostro paese e le forme delle nostre città, è protagonista di un viaggio visivo e sonoro unico, nelle “Amate Sponde” di Egidio Eronico.
    Non può mancare il grande cinema e lo spettacolo, nei film targati Luce Cinecittà. Enrico Ghezzi insieme ad Alessandro Gagliardo compone un’opera-mondo intima ne “Gli ultimi giorni dell’umanità”.
    Sophia Loren viene raccontata dalle sue più giovani colleghe nel documentario di Marco Spagnoli, e Piero Umiliani, il compositore amato da Tarantino e Soderbergh viene celebrato da Massimo Martella. Mario Canale unisce i prìncipi della risata Benigni, Verdone, Troisi e Nuti.
    Tutte queste storie ci dicono che gli steccati che un tempo dividevano il grande cinema dal documentario oggi non hanno più senso, e che il documentario si impone come puro cinema: un’arte in grado di dare agli spettatori conoscenza, emozioni, l’immagine/tempo e in movimento delle nostre vite.
    Luce Cinecittà contribuisce molto a che questo steccato sia sempre più abbattuto, e a portare una grande tradizione del documentario sempre più verso il futuro. Come recita il claim del promo dei documentari: “Un Anno Luce avanti”.

    (⇐Cinecittà.com)

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