repetita iuvant (4)

Tre parole ho di recente incontrato*, anzi quattro mi va di trattare:

smagare, mescidare, tampoco, primazia.

  1. smagare v. tr. [lat. tardo exmagare «perdere le forze», der. del germ. *magan «avere forza, potere»] (io smagotu smaghi, ecc.). – 1. ant. a. Sminuire, indebolire: la vostra onestà … la quale non che i ragionamenti sollazzevoli ma il terrore della morte non credo che potesse s. (Boccaccio). b.Distogliere da qualche cosa, distrarre da ciò che si sta facendo o che si deve fare: E m’hai smagato dalla nostra chiesa (F. M. Martini); più frequente come intr. pron., distogliersi, sviarsi: Non vo’ però, lettor, che tu ti smaghi Di buon proponimento (Dante); turbarsi, smarrirsi, perdersi d’animo: per questo non si smagò, ma prese cuore d’abbattergli (M. Villani). 2. letter. Disincantare: vi sono tappeti di velluto, pareti dipinte di nero, ma siamo subito delusi e smagati dalle zuccheriere sui tavoli (N. Ginzburg); nell’intr. pron., disincantarsi, uscire da un’illusione: dopo quella esperienza si è finalmente smagatonon nego che alcuni Siciliani trasportati fuori dall’isola possano riuscire a smagarsi (Tomasi di Lampedusa). ◆ Part. pass. smagato, anche come agg.: avvegna che li occhi miei confusi Fossero alquanto, e l’animo smagato (Dante), smarrito; Seco ha ’l meo core, e’ miei occhi smagati [= indeboliti] Rimasi son de la lor luce scuri (Cino da Pistoia). Nell’uso letter. contemporaneo, la parola è stata ripresa talvolta, con sign. vicino a quello dantesco, per indicare uno stato di astrazione dalla realtà: una smagata malinconial’animo e le convinzioni dell’onesta mugnaia sedevano su fondamenti più saldi e più sinceri che non sia il passionato e smagato incanto della fortuna (Bacchelli); le anime … s’arrestano smagate alla dolcezza del canto di Casella (Flora); altre volte invece, come già il verbo nel n. 2, con sign. opposto, affine a disincantato (quasi «liberato da una magia»): un senso smagato della vita.
  2. mescidare (o mescitare) v. tr. [lat. tardo miscitare, iterativo di miscĕre «mescolare»] (io méscido, o méscito, ecc.), ant. o letter. – Mescolare, mischiare: E parlerai sol nel volgar toscano E porrai m. alcun volgari Consonanti con esso (Francesco da Barberino). ◆ Part. pass. mescidato, anche come agg., spec. nell’espressione sermoni m. (o maccheronici), prediche miste (donde il nome) di latino e di volgare, anche nella stessa frase, frequenti nel secolo 15°, ma risalenti a tempi più antichi.
  3. tampòco avv. [dallo spagn. tampoco, comp. di tan «tanto» (lat. tam) e poco «poco»]. – Neppure, nemmeno; è sempre preceduto dalla negazione né io t. ho preteso di provarla, ma solo di mostrare come dall’esperienza … (Galilei). È parola oggi sentita come ant., e perciò di uso raro e soltanto scherz., con il sign. prevalente di «tanto meno»: non ho intenzione di vederlo, né t. di parlargli.
  4. primazìa s. f. [der. di primate, ma con influsso semantico (per il n. 2) anche di primato]. – 1.Il titolo e l’autorità di primate. 2. letter. Primato, posizione di superiorità nei confronti degli altri: la superbia … è amore di primazia (Pascoli); preminenza politica, supremazia.
definizioni da www.treccani.it:

*se non incontrato ex novo, almeno ritrovato…

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