il futuro delle emittenti locali (4)

Le televisioni locali stanno attraversando un momento difficile, anche a causa della mancata adozione del regolamento di disciplina delle risorse previste dalla legge di stabilità e dalla riforma dell’editoria, nonché dai ritardi nell’assegnazione dei contributi. L’Associazione Tv Locali aderente a Confindustria e i sindacati confederali – Cgil, Slc, Fistel-Cisl, Uilcom hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che riproduciamo qui di seguito:

Ill.mo Presidente,
ci rivolgiamo a Lei per segnalare la situazione di particolare criticità in cui versa il comparto dell’emittenza televisiva locale determinatasi sia per la mancata adozione del nuovo regolamento che deve disciplinare le risorse economiche destinate alle Tv Locali che per i gravissimi ritardi nell’assegnazione dei contributi pregressi ad esse spettanti. Ciò è assolutamente inaccettabile e mette in pericolo la sopravvivenza di molte aziende e il posto di lavoro di migliaia di dipendenti, oltretutto in un quadro d’inadeguatezza degli ammortizzatori sociali. Come a lei noto, le emittenti televisive che producono e diffondono informazione sul territorio svolgendo la preziosa funzione di pubblico servizio possono beneficiare di un contributo a fondo perduto erogato dallo Stato introdotto dalla legge 448/98 (Legge finanziaria 1999). Il precedente Governo Renzi aveva intrapreso un percorso di riassetto normativo dell’emittenza televisiva locale che ha previsto, tra l’altro, la riforma dei contributi alle TV Locali attraverso l’introduzione di alcune disposizioni previste dalla legge di stabilità 2016 (L.208/2015) e dalla legge di riforma dell’editoria (L. 198/2016). Tali disposizioni prevedono l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione dal quale perverranno le risorse destinate sia al sostegno dell’emittenza televisiva e radiofonica locale, sia al sostegno dell’editoria quotidiana e periodica. In tale fondo confluirà quindi, come previsto dalla norma, una quota (destinata per il 50 per cento al settore televisivo e radiofonico locale), fino ad un importo di 100 milioni di euro in ragione d’anno per il periodo 2016 – 2018, La concreta attuazione delle disposizioni sopra descritte è demandata ad un apposito Regolamento che, come già indicato in premessa, non è stato ancora adottato. Scopo del Regolamento è quello di fissare criteri e regole certe per l’assegnazione delle risorse, attraverso una selezione dei beneficiari che consenta di premiare le aziende più meritevoli e qualificate dal punto di vista occupazionale, della capacità di autoproduzione, degli ascolti ed innovazione tecnologica. Obiettivo di tale riforma, inoltre, è la semplificazione delle procedure amministrative al fine di consentire la riduzione dei tempi di conclusione delle istruttorie per l’erogazione delle somme spettanti. Il provvedimento sarà adottato su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, ed emanato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio di Stato e previa pronuncia (entro trenta giorni dalla richiesta) dalle Commissioni parlamentari competenti. Il Regolamento risulta essere stato licenziato dal Ministero dello Sviluppo Economico ma da mesi è fermo in attesa di essere esaminato ed approvato dal Consiglio dei Ministri. Tale ritardo sta creando enormi sofferenze economiche alle imprese: a molte emittenti, già penalizzate dalla crisi economica, sono state tolte le frequenze della banda 800MHz a favore della telefonia mobile; altre hanno subito l’ulteriore sottrazione delle frequenze c.d. “interferenti” con gli stati esteri confinanti e sono già fallite o in procinto di portare i libri in Tribunale. A tutt’oggi le emittenti televisive locali, oltre a non conoscere le risorse relative agli anni 2016 e 2017 che, sulla base delle linee guida emanate dal Mise in occasione della consultazione pubblica sul nuovo regolamento, dovrebbero ricevere entro il 30 giugno dell’anno in corso (150 giorni dalla pubblicazione del bando) sono ancora in attesa di ricevere i contributi pregressi dell’anno 2015 (che avrebbero dovuto essere pagati nel giugno 2016). Allo stato, visto anche il quadro politico generale, sussiste il concreto rischio che l’iter di emanazione del regolamento possa non essere completato in tempi ragionevoli con conseguenze facilmente immaginabili. Ciò porta le aziende a non avere alcuna certezza giuridica sui tempi di riscossione dei contributi 2016 e 2017. Nella sua audizione all’8° Commissione Lavori Pubblici del Senato il Sottosegretario Giacomelli ha reso noto, tra l’altro, che la stesura del regolamento è stata completata dal Mise e da questo trasmesso in data 27 luglio 2016 al Mef per il formale concerto. Da quel momento è partito un iter che non si è ancora concluso e che ha visto più di ventitré passaggi per arrivare ad una nuova richiesta di integrazioni, modifiche e osservazioni da parte del Dipartimento Affari Giuridici (DAG) del MEF al Mise. E’ sconfortante constatare che il testo del regolamento presentato dal Mise il 27 luglio 2016 abbia affrontato un iter così lungo senza ancora approdare al Consiglio dei Ministri. La vicenda, Signor Presidente, sta assumendo contorni addirittura grotteschi. In un momento in cui centinaia di aziende sono allo “stremo” sembra quasi che la scomparsa dell’emittenza televisiva locale non interessi a nessuno o, al più, che essa avvenga in una sorta di indifferenza da parte delle istituzioni e del Governo.
Confidiamo quindi nel Suo autorevole intervento per giungere al più presto ad una soluzione della problematica in modo da garantire quanto prima la stabilizzazione delle misure di sostegno e tempi certi per l’assegnazione dei contributi alle aziende. Lo sblocco della situazione potrà servire a porre un argine alla crisi di molte testate storiche e difendere i livelli occupazionali oggi pericolosamente messi in discussione dalla diminuzione delle entrate delle aziende radio-televisive locali. Va garantita la sopravvivenza delle emittenti televisive locali di qualità, con particolare riferimento a quelle a vocazione informativa, che svolgono da sempre una preziosa funzione di pubblico servizio sul territorio a garanzia del pluralismo informativo e della conservazione di migliaia di posti di lavoro.

Con ossequi

ASSOCIAZIONE TV LOCALI
Maurizio Giunco

SLC – CGIL
Alessio De Luca

FISTEL – CISL
Paolo Gallo

UILCOM / UIL
Pierpaolo Mischi

Una risposta a “il futuro delle emittenti locali (4)”

  1. Il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, Antonello Giacomelli, ha dichiarato in una nota:

    “L’avvio delle procedure di erogazione dei contributi annuali per le emittenti locali avverrà in tempi brevi. Sono consapevole del ritardo per l’entrata in vigore dei decreti di riparto a livello regionale dello stanziamento ma i tempi non sono imputabili a noi. Secondo l’attuale regolamento, infatti, solo dopo l’approvazione delle graduatorie da parte di tutti i Corecom regionali, alcuni dei quali hanno deliberato con forte ritardo (l’ultima graduatoria è stata deliberata il 5 dicembre 2016 a fronte del bando adottato dal Mise ad agosto del 2015), è possibile la formulazione dei decreti. Il ministero questa volta è stato fermato dalla decisione del Tar del Molise a seguito di un ricorso presentato da un’emittente che ha contestato la graduatoria del Corecom regionale. Abbiamo dovuto adottare di corsa a febbraio i nuovi decreti di riparto in sostituzione di quelli del 6 dicembre scorso”

    .
    Non resta che attendere, dunque, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei due decreti con cui, a seguito della sentenza del Tar del Molise, si sono dovuti ridefinire i riparti regionali dello stanziamento per i contributi annuali alle emittenti televisive locali.

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