les (pré)visions de Victor Hugo

“Ursus et Homo étaient liés d’une amitié étroite.

Ursus était un homme, Homo était un loup.”*

Victor Hugo, L’Homme qui rit

“No-one can know exactly why or how the young wolf and bear became friends, I think that perhaps they were both alone and they were young and a bit unsure of how to survive alone… It is nice to share rare events in the wild that you would never expect to see.”**

the fotographer Lassi Rautiainen to the Daily Mail.

bear and wolf friendship
bear and wolf friendship

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the best friend of a (military) man

That a dog is a man’s best friend reminds a widespread way of saying as well, by the way, as in the never enough quoted ‘The Man who laughs’, by Victor Hugo.

Huffington Post informs us today of a commercial spot, commissioned by the Royal Dutch Guide Dog Foundation (KNGF), the Dutch institution that deals with the training of dogs that provide psychological comfort to those who have seen the horrors of war and sometimes are the victims of nightmares caused by the traumas that have suffered during the conflict.

The spot, for the creative direction of Niels Westra, winner of the Dutch “Gouden Loeki” as the best commercial spot, shows a Dutch soldier on the ground, on the battlefield. He sees, not far away, a dead child, along with various other eyesores; the man is reached by a fellow soldier, who tries to ease his pain, approaching his face and licking it.

In the next scene, the faithful friend is revealed to be a dog, just one of those dogs which were mentioned above, trained to alleviate the post-traumatic nightmares of Veterans:

Che il cane sia il migliore amico dell’uomo ce lo ricorda un diffuso modo di dire nonché, tra l’altro, il mai abbastanza citato ‘L’Uomo che ride‘, di Victor Hugo.

Huffington Post ci segnala oggi uno spot commerciale, commissionato dalla Royal Dutch Guide Dog Foundation (KNGF), istituzione olandese che si occupa dell’addestramento dei cani che forniscono conforto psicologico a chi ha visto gli orrori della guerra ed è talvolta vittima di incubi a causa dei traumi che ha dovuto subire durante il conflitto.

Lo spot, per la direzione creativa di Niels Westra, vincitore del  premio olandese “Gouden Loeki” come miglior spot commerciale, mostra un soldato olandese a terra, sul campo di battaglia, che vede, poco distante, una bambina morta, insieme a varie altre brutture; l’uomo è raggiunto da un commilitone, che tenta di alleviargli il dolore avvicinandosi al suo volto e leccandolo.

Nella scena successiva, l’amico fedele si rivela essere un cane, appunto uno di quei cani di cui si parlava sopra, addestrati ad alleviare gli incubi post traumatici dei veterani:

Peppa Pig e il suo successo, ora anche al cinema

Aggiornamento 10 agosto 2016: Si vende a caro prezzo il suino! I responsabili di Entertainment One, società canadese per cui lavorano  Phil Davies, Mark Beker e Neville Astley, hanno rifiutato il miliardo di sterline che Itv (Independent Television) ha offerto per rilevare i diritti della maialina e delle sue gesta, marchio compreso.

Peppa Pig ha sfondato, ha sfondato di brutto. È un successo ormai planetario, mito e feticcio di tutti i bimbi in età prescolare, oscuro oggetto del desiderio nei negozi d’oggettistica, giocattoli, cartolerie e librerie. Le sono stati dedicati, finanche, un intero parco tematico e un negozio specializzato, con tutti gli articoli del suo merchandising.

Adesso arriva pure al cinema, il suino, l’11, il 12, il 18 ed il 19 gennaio, grazie a Warner Bros., nell’entusiasmante avventura ‘Peppa, vacanze al sole ed altre storie‘; si tratta di dieci episodi di cinque minuti ciascuno, in cui Peppa interagisce col suo nucleo familiare (Mamma Pig, Papà Pig, fratello George) e coi suoi amichetti Emily Elefante, Danny Cane, Susy Pecora, Pedro Pony e Rebecca Coniglio.

A voler volare alto, già Orwell ci aveva messo in guardia dal pericolo che i maiali potessero conquistare un potere eccessivo (cfr. ‘La fattoria degli animali‘) ma lo stesso Piggley Winks, anch’egli un suide, dai meriti non inferiori a quelli di Peppa, ha mietuto il successo meramente necessario a rimanere giusto una citazione nella storia dei cartoni animati (perfino a Che tempo che fa hanno portato in studio un maiale dallo sguardo umano, domenica scorsa, per parlare del Porcellum ormai abolito).

Qual è, dunque, il segreto della maiala? Cosa spinge milioni di bambini a pendere dalle sue labbra, pardon dal suo grugno, senza perdere un solo grugnito delle sue avventure?

Forse la semplicità con cui è disegnata, forse il suo delicato colore rosa pastello, forse la simpatia del già citato grugnito… Probabilmente il suo mondo, cosí simile a quello di qualsiasi bambino, fatto di candide domande e rassicuranti risposte…

È un dato di fatto, comunque, che la serie televisiva nata in Inghilterra a opera di Phil Davies, Mark Beker e Neville Astley, ottiene ascolti di tutto rispetto (in Italia picchi del 4,79%) e ha mietuto perfino riconoscimenti di prestigio quali il Bradford Animation Festival, due Bafta Children’s Awards e l’italiano Pulcinella Awards a Cartoons on the Bay.

Turbo: va sano e va lontano!

Chi va piano va sano e va lontano. In piú, può sempre mettere il… Turbo!

Già, perché Turbo è il nome di una simpatica lumaca (o chiocciola?) con una passione che, per un mollusco gasteropode, è affatto originale: le corse di automobilismo! Sogna, il visionario, di partecipare alla mitica ‘Indy 500’, gara che si svolge negli Stati Uniti per il Memorial Day!

Può sembrare il classico sogno impossibile ma, come spesso avviene nei film della DreamWorks, anche il sogno piú ambizioso può diventare realtà, se perseguito con nobile cuore e purezza d’intenti.

Turbo’, il film che racconta le gesta di questa simpatica lumachina, uscirà in 3D nelle sale americane il 19 luglio, in quelle italiane il 21 agosto.

Netflix, un portale che all’estero ha un ruolo di primo piano nello streaming, ha inoltre concluso un accordo con la DreamWorks per la realizzazione di un’intera serie tv su questo gasteropode insolitamente veloce; s’intitolerà ‘Turbo: F.A.S.T. (Fast Action Stunt Team)’ e uscirà il prossimo dicembre. I film d’animazione della DreamWorks, peraltro, passeranno in toto a Netflix e non saranno piú trasmessi dalla HBO.

Turbo Dreamworks
Turbo, gasteropode tra i piú visionari, con alcuni Turbo friends

non solo agnelli

In questo periodo è in corso una campagna di sensibilizzazione verso i trattamenti che gli agnelli (e capretti?) subiscono per essere trasformati nel tradizionale manicaretto che si consuma durante il pranzo di Pasqua o nell’ambito della tradizionale gita fuori porta del lunedí successivo. Basterebbe pochissimo, a detta di chi se ne occupa, per ridurre i traumi psicologici e fisici cui gli animali sono sottoposti, appesi per le zampe, trattati come sacchi di patate e costretti a vedere ancor vivi i cadaveri di quelli già ammazzati.

Che il Signore benedica gli agnelli e le iniziative come queste ma perché non pensare anche al trattamento che subiscono gli altri animali?

La sorte di maiali, bovini e galline è forse  migliore?

G’Dello a primavera

          G’Dello, alce monello
G’Dello, mascotte ufficiale di G’Day, è cervide tra i piú simpatici.
Imparentato forse con le renne di Babbo Natale, delle quali anche questo blog s’è pur marginalmente occupato, intende, il cervide, inserirsi quale mite epigono nella schiera di mascotte ormai entrate a pieno titolo nella storia della televisione, quali Five,Uan, Four, il Tenerone, forse lo stesso Gabibbo. È vero pure che, dal punto di vista zoologico, egli è un alce, non una renna…
Numerosi, nondimeno, i meriti dell’artiodattilo:
  1. ha reperito per ben due volte delle torte celebrative, sottraendole, pur con discutibile iniziativa, a Benedetta Parodi;
  2. ha persuaso Gad Lerner, con altrettanto discutibile iniziativa, a ospitare Geppy Cucciari;
  3. ha forse posto in essere lubrica relazione con la moglie di Davide Mengacci;
  4. svolge indispensabile funzione di studio nel conferire “quel certo non so che”.

Uggie & Homo

Agli Oscar 2012 ha vinto il cinema muto.

Ebbene, uno dei film migliori di quell’epoca era dedicato proprio al nostro amico, piú volte salutato in questo blog,  Gwynplaine, l’Uomo che ride (si intitolava ‘The Man who laughs’, 1928, di Paul Leni, con Conrad Veidt nel ruolo del protagonista).

C’è,peraltro un’analogia narrativa. In ‘The Artist’, il cagnolino Uggie riesce a salvare il padrone dalla morte. In ‘The Man who laughs’, come nel romanzo da cui è tratto, il lupo Homo salva la vita di Gwyn, almeno la prima volta.

Potrebbe essere una citazione, chissà…

Silent Films were the real winners of Oscar 2012.

Well, one of the best movies of ‘Silent Era’ was right dedicated to our friend, often greated in this blog, Gwynplaine, ‘the Man who laughs’ (1928, directed by Paul Leni, with Conrad Veidt in the leading role).

There is, moreover, an analogy in narration. In ‘The Artist’, the dog Uggie manages to save his master’s life. In ‘The Man who laughs’, as in the novel from which it was taken, the wolf Homo saves  Gwyn’s life, at least the first time.

It could be a quote, who knows…

ALSO INTERESTING ‘THE MAN WHO LAUGHS, DISNEY QUOTATIONS’

(PLEASE NOTE I’VE FOUND OTHER QUOTATIONS, IN CARTOONS AND MOVIES… EVEN IN THE SIMPSONS…)

i diritti degli animali

OIPA Italia Onlus (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ha scelto di istituire un premio giornalistico per premiare l’attenzione dei media sul maltrattamento agli animali, sui disservizi e sulle negligenze degli enti preposti, ma anche nel fornire input sulla corretta convivenza con gli amici che abitano il pianeta assieme a noi.

La mitica “ciotola d’argento”, l’ambito premio messo in previsto dalla manifestazione, è toccata a Marco Berry e al suo ‘Bau Boys‘ (Italia 1, ogni domenica alle 19).

Il riconoscimento è stato riconosciuto nell’ambito della sezione ‘Programmi per ragazzi’, in virtú dell’ “impegno nel fornire una corretta educazione ai bambini, insegnando a non mostrare indifferenza davanti alla prevaricazione dei diritti degli animali, ma ad agire in modo concreto, collaborativo e costruttivo”.

Batman forever. Contro le zanzare, però…

Corriere.it riprende oggi l’idea di allearsi con i pipistrelli per combattere le zanzare, nemico numero 1 delle sere d’estate (basterebbe una ‘bat box‘ costruita con i dovuti criteri).

È argomento del quale questo blog si era già occupato in passato, schierandosi peraltro a difesa dei chirotteri dai pregiudizi che li accompagnano.

Si rilegga il principe dell’incubo contro l’incubo estivo.

Laika e le altre. Soprattutto le altre…

Space Dogs 3D è film d’animazione di produzione russa che  ha furoreggiato nell’est Europa la scorsa stagione e viene distribuito in Italia da quei birichini della One Movie Entertainment (uscita venerdì prossimo, 25 marzo).

Laika fu l’eroica cagnetta che morì nello spazio nell’ambito della spedizione  del 1957 (racconta Alberto Angela che il cuoricino dell’animale si fermò quasi subito,  in seguito allo spavento e all’accelerazione).

Fine migliore attese le due cagnette Belka e Shelka che, a bordo dello Sputnik 5, trascorsero l’intero 19 agosto 1960 nello spazio e tornarono sulla Terra ancora abbaianti e scodinzolanti.

Nel film, Strelka (randagia) e Belka (stella del circo di Mosca) vengono rapite da un’auto misteriosa e portate in un centro d’addestramento alle missioni spaziali, dove vengono allenate e supervisionate dall’arcigno pastore tedesco Kazbek (doppiato da Pino Insegno).

Particolarmente simpatico il topolino Vanja, alla continua quête di un pezzetto di formaggio, come Skratch con la ghianda ne L’era glaciale.

il canto del cigno

Era convinzione degli antichi che i cigni cantassero con voce aggraziata e che, in punto di morte, eseguissero un ultimo canto, dall’inesprimibile bellezza.

Era convinzione erronea perché i cigni non solo non cantano ma pare abbiano anche una voce alquanto sgraziata, un verso simile a quello delle oche, per intenderci.

È però rimasta la locuzione “il canto del cigno” per esprimere il senso di un qualcosa di particolarmente alto, che suggella l’uscita di scena di un divo, un artista, un’esperienza (in questo blog si è a suo tempo affermato che “Eyes wide shut” fu il canto del cigno di Stanley Kubrik perché sua ultima, grande opera prima della morte).

Il brutto anatroccolo dell’omonima favola di Andersen scopre alla fine delle sue peripezie di essere un cigno e “Il cigno nero”, vincitore di un premio Oscar, è in questo periodo nelle sale (trailer alla fine del post). (altro…)

a fox really smart

Lo sapete, non amo la caccia.

Pertanto, se mi raccontano che in Bielorussia una volpe, sul punto di essere uccisa gratuitamente da un essere umano, è riuscita, pur fortuitamente, a far partire un colpo di fucile contro il suo killer, non posso che esultare (l’animale, già ferito, ha premuto il grilletto con una zampa ed il colpo ha raggiunto il cacciatore ad una gamba) .

L’animale è riuscito a fuggire, l’uomo è andato al pronto soccorso per farsi togliere il proiettile dalla gamba.

Stavolta è andata bene all’animale ma, in considerazione di quello che avviene di solito, credo che quando ci decideremo ad abolire la caccia sarà sempre tardi

You know, I do not like hunting.

Therefore, if someone tells me that a fox in Belarus, about to be killed by a human being, managed to start a rifle against his killer, I cannot but rejoice (the animal, already wounded, pulled the trigger with its paw and the bullet reached the hunter in the leg).

The animal has managed to escape, the man went to the emergency room to get the bullet removed from his leg.

This time has been a case. Considering what usually happens, I think that when we decide to abolish the hunt will always be late!

the fate of the tigers

I  am afraid for the future of tigers.
I find this feline elegant and nice and it would be for me really sad if this species disappeared.

Currently, only 3, 000 tigers remain in the world.
They live in 13 countries and the leaders of these countries have been meeting in Russia, guests of Putin, to discuss how to save these big, big cats.

Conclusion of the meeting has been that we absolutely need to double the number of tigers in the next twelve years.

DarkLight