lazzaro felice

I Maestri hanno sempre saputo che soltanto ciò che è fuori dal tempo sopravvive al tempo.
Le manifestazioni dell’animo umano, d’altra parte, tendono a ripresentarsi, spesso in maniera identica, importa davvero poco se una situazione si sia verificata in un momento piuttosto che in un altro.
Le classi sociali sono sempre esistite e non è questa la sede per capire se siano condannate ad un eterno conflitto o in che misura sia possibile una perfetta conciliazione.
La nobiltà di un cavaliere è in grado di trascendere le differenze: ligio ai versi d’Ariosto, egli sa comportarsi con bontà e solidarietà anche col “rivale”, di fede, condizione o estrazione diversa; anche i cavalieri della Rohrwacher, infatti, “per selve oscure e calli obliqui/ insieme van senza sospetto aversi”.
Lazzaro è sempre felice, nella stessa misura in cui è ingenuo e disinteressato, alla stregua dell’Idiota di Dostoevskij.
Il suo cuore non potrebbe essere piú puro; se arriva a prendere discutibili iniziative, lo fa solo ed esclusivamente in nome dei sacri valori dell’Amicizia e della Cavalleria.

intellettualismo etico

Il male, spesso, è mancanza di ragionamento.
Nel corso della storia, le persone che si sono comportate in modo scorretto, o semplicemente hanno permesso che cose scorrette avvenissero, hanno fatto il ragionamento di chi (ancora) non usa l’intelletto.
Se solo avessero fatto qualche passaggio in piú, avrebbero capito che non è giusto danneggiare gli altri, non è giusto danneggiare l’ambiente, non è giusto recare danno alcuno a qualsiasi essere vivente.
Esiste anche, è vero, il male che nasce dall’egoismo, dai complessi da colmare e dalla fame.
Anche in questi casi, tuttavia, basterebbe (altro…)

spunti di riflessione (6)

La semplicità ha una sua raffinatezza; la raffinatezza ha sempre una buona dose di semplicità!

Pasquale Curatola

Gli esseri umani non dovevano arrivare a strutture statali e sovranazionali complesse come quelle che ci sono oggi. Si doveva rimanere nel quadro di villaggi o piccole città!

Piero Angela (cit. a memoria)

“I cosiddetti Stati – Nazione non furono il raggiungimento di un obiettivo democratico ma il semplice trionfo di una famiglia che, dopo aver combattuto con altre, guadagnava il dominio su un territorio, quando non semplici matrimoni d’interesse”

uno storico ascoltato di recente. adattato

the ways of (a cynic) governing

[Mankind is] a herd of beings that must be governed by fraud, effigy, and show.

                     Edmund Burke,
The Age of Improvement, 1783-1867

Also of interest:
Vulgus vult decipi, ergo decipiatur (Latin motto)
panem et circenses (Juvenal, Satire X, 81 )
“Bread flour, festivals, and gallows”
(Ferdinand II of Bourbon)

L’umanità è una mandria di esseri che devono essere governati con la frode, l’inganno, e con lo spettacolo.”

 Edmund Burke, The Age of Improvement, 1783-1867

Altrettanto interessanti:
vulgus vult decipi, ergo decipiatur (motto latino)
panem et circenses (Giovenale, Satira X, 81)
Farina, festa e forca” (Ferdinando II di Borbone)

spunti di riflessione (3)

  • La Libertà non può nascere prima che si sia acquisita precisa consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri.
  • Noi esseri umani parliamo di caso e di sfortuna quando l’architettura del cosmo si rivela piú complessa di quanto i nostri schemi avevano previsto.
  • Bisogna diffidare delle persone servili e di quelle che fanno troppi complimenti. Chi lecca, oltre a sapere di valer poco, sa leccare in tutte le direzioni, ad ogni cambiamento di vento. Quella che prima era zuccherosa saliva diventa venefico acido.

poveri ma belli

True richness is not related to money.

Real intelligence smells of humility.

Noblest beauty does not depend on the well-looking physique.

The force that deserves to be estimated does not lie in the muscles.

La vera ricchezza non è legata al denaro.

La vera intelligenza profuma d’umiltà.

La bellezza piú nobile non dipende dall’aspetto fisico.

La forza che merita d’essere stimata non risiede nei muscoli.

specie politica

Il voto è una cosa sacra, serve a definire chi dovrà governare e amministrare un Paese, una Regione, una comunità, farsi portavoce dei bisogni.

A me fanno ribrezzo i mezzucci e le tattiche di bassa lega che alcune persone usano nell’ambito delle loro campagne elettorali (talvolta anche prima, quando siano previste, ad esempio, delle primarie).

Alcuni cominciano a fare interminabili giri di telefonate per chiedere l’appoggio di parenti, amici, clienti, affini; altri gettano gratuito e mendace discredito sugli avversari; altri ancora tentano di blandire o corrompere l’elettorato, anche facendo promesse che mai, comunque, manterrebbero. Altri si sottraggono ai confronti.

Il poeta Giovenale aveva capito tutto della vita e ben sapeva come, per governare, siano spesso sufficienti “panem et circenses” (pane e giochi del circo); ancora oggi, alcuni amministratori drogano il popolo con feste e gozzoviglie per nascondere il vero stato delle cose. Vulgus vult decipi, credevano.

È cosa nota. Di seguito, gli spregiudicati consigli che duemila anni fa Quinto Tullio Cicerone, fratello del piú famoso Marco Tullio, gli elargiva per fargli conquistare i voti: (altro…)

il carro

I sistemi, pubblici e privati, sono simili a carri.

Il conducente sprona o pasce l’asinello e gestisce il carico.

L’asinello, a volte spronato, a volte pasciuto, va nella direzione che gli viene indicata.

Le ruote procedono quasi sempre senza sapere piú del necessario e senza porsi troppe domande, affinché l’andatura del carro non rallenti.

Il conducente è chi sta al vertice, imprenditore, o governante.

L’asinello in un’azienda privata è chi cura gli aspetti commerciali, nel pubblico chi appare in prima linea.

Le ruote sono gli ingranaggi, la burocrazia nel pubblico, gli aspetti amministrativi nel privato.

A bordo del carro ci sono i clienti, in un’azienda privata, i cittadini nel pubblico. Sono essi a produrre il fieno di cui si nutre l’asinello ed il cibo di cui si nutre il conducente.

A volte il singolo carro, anche visto come sistema, fa parte di un sistema piú grande, di un sistema di carri.

È diritto inalienabile di chi sta a bordo del carro quello di protestare, ribellarsi, scendere.

Strisciare. Camminare. Volare.

Strisciando non s’inciampa ma non si può vedere la Bellezza né la luce del Sole; si corre, inoltre, il rischio di essere schiacciati.

Camminando si corre forse il rischio d’inciampare ma si procede a testa alta e si vede quanta bellezza e quanta luce si vuole.

Volare sarebbe l’ideale ma gli esseri umani  difficilmente vi riescono.

DarkLight