Aquarius: the star Trappist-1, the possibility of life and other demons
According to the Greek mythology, (altro…)
‘Saint Seiya -Soul of Gold’ last episode was released in Italy on September 26 and the ending was sublime.
The twelve Gold Saints were called in Asgard to fight against Loki, the evil god of German mythology and managed to do it thanks to the divine cloths, Athena’s assistance and, what is sublime,
the pure feelings of human beings and of the nature.
All the knights did their job but Leo’s Aioria was quite the star and the entire ‘Soul of Gold’ saga could seem a sort of his ἀριστεία*. (altro…)
Con buona pace del vangelo apocrifo di Filippo, il calendario cattolico ricorda oggi la festività dell’Annunciazione, che ricorre nove mesi prima del santo Natale e ricorda l’arrivo dell’ἄγγελος Gabriele a casa della santa Vergine.
Un sarcofago paleocristiano, risalente al 330 – 350 d.C., rinvenuto nel 1941 a Boville Ernica (Fr), potrebbe sembrare la semplice rappresentazione della Natività ma, secondo recenti studi, sarebbe in realtà l’allegoria della vera Annunciazione, cioè del giorno in cui Gesú fu effettivamente concepito. Secondo i ricercatori, le particolari sproporzioni e anomalie nel bassorilievo sarebbero una mappa astronomica, che riproduce fedelmente il cielo e i pianeti alla mezzanotte tra 19 e 20 marzo dell’anno 1, effettivo primo equinozio di primavera dell’era volgare, quell’anno in leggero anticipo. Secondo i medesimi ricercatori, la posizione dei pianeti ha composto “la stella del re dei Giudei” (Mt 2,2) ovvero la Stella di Davide: (altro…)
«Sciocco,» gli disse, «in tutto tu credi a tua madree vai superbo d’un padre immaginario». (Ovidio, le Metamorfosi)
«E a tuo maggior dolore, madre mia, io che sono cosí impulsivo,cosí fiero, m’imposi di tacere: non sopporto che qualcunoabbia potuto insultarmi cosí, senza che potessi ribattere!Ma tu, se è vero che discendo da stirpe celeste,dammi prova di questi natali illustri e rivendicami al cielo».
«Per questo splendido fulgore di raggi abbaglianti» disse,«che ci vede e ci ascolta, io ti giuro, figliolo,che tu sei nato da questo Sole che contempli e che regolala vita in terra. Se ciò che dico è menzogna, mai piú mi consentadi guardarlo e sia questa luce l’ultima per i miei occhi!Del resto non ti sarà fatica trovare la casa paterna:la terra in cui risiede confina con la nostra, là dove sorge.Se questo hai in animo, va’ e chiedi a lui stesso».
Il 2015, con buona pace di alcuni professori che vanno in televisione, è l’anno della Capra, segno orientale caratterizzato da istinto, creatività, inventiva, mitezza ma anche pessimismo.
Quanto agli appuntamenti cinematografici, si sono già ricordati quelli internazionali e si tratterà di quelli italiani (proprio oggi, per inciso, esce ‘Si accettano miracoli‘, con Alessandro Siani).
Quanto agli appuntamenti non esclusivamente cinematografici e alle ricorrenze d’ogni tipo, nel 2015: (altro…)
Ricorre oggi il quarantacinquesimo anniversario dell’arrivo dell’uomo sulla Luna e la Rai lo ricorda con una programmazione dedicata:
“Tito Stagno in studio e Ruggero Orlando collegato da Houston: la notte più lunga della televisione italiana raccontò, a migliaia di telespettatori incollati agli schermi, il 20 luglio del 1969, il primo passo dell’uomo sulla luna. Una “veglia” entrata a far parte dell’immaginario collettivo.
Sono le 22,17 del 20 luglio 1969 quando l’astronauta americano Neil Armstrong compie il fatidico passo con il quale lascia il modulo spaziale ‘Eaglè e mette piede sulla Luna. La missione ripaga gli Stati Uniti dei primi insuccessi nella corsa alla spazio che, con lo Sputnik e con Gagarin, avevano visto la prevalenza dei sovietici.
Dopo 45 anni, quella storica nottata viene riproposta da Rai Cultura con “Stregati dalla luna”, in onda come allora – ininterrottamente – per dodici ore, dalle 21.00 di domenica 20 luglio alle 9 del mattino di lunedì 21 su Rai Scuola, canale 146 del Digitale Terrestre. A condurre il programma Luigi Bignami, che lo firma insieme a Renzo Salvi e al regista Dario Barezzi.
La trasmissione – realizzata dal Centro di Produzione Tv Rai di Milano – non solo ripercorre tutta la diretta Rai dell’epoca, sincronizzata al secondo (la successione e l’orario degli avvenimenti sono rigidamente rispettati), ma propone anche approfondimenti, filmati di repertorio dimenticati e documenti inediti, come le immagini dell’allunaggio rielaborate dalla Nasa in alta risoluzione, che, a differenza di 45 anni fa, sono a colori, con il sonoro originale tradotto in italiano. (altro…)
“Non esistono discipline ma problemi”
Giorgio Pasquali, filologo
“Quando i professori di latino faranno leggere in classe il settimo capitolo delle Questioni naturali di Seneca, dove l’autore si chiede quando arriverà un uomo in grado di spiegarci perché le comete entrano nello zodiaco da tutte le direzioni, gli studenti capiranno che le scoperte di Newton erano previste già dagli antichi!”
un’astronoma che ho sentito ieri (adatt.)
La cultura è una, sono gli esseri umani, mortali e limitati, a doverla spezzettare per comodità di studio.
Giacomo Leopardi lo sapeva bene e, oltre al trattato sulla storia dell’astronomia, cui attese all’età di quindici anni, considerò sempre l’arte di Urania come la scienza piú alta e permeò tutta la sua opera di riferimenti al sole, alla luna e ai vari astri del firmamento, inteso davvero come l’Infinito di uno dei suoi carmi piú celebri. Va ricordato, peraltro, che quel trattato fu a tal punto rigoroso che Margherita Hack lo fece ripubblicare tal quale, limitandosi ad aggiungere gli aspetti che il Recanatese non era riuscito a trattare.
Uno specialista di letteratura e cinema è stato capace di illustrarlo in modo magnifico, ieri, nell’ambito di una conferenza cui ho presenziato; oltre a riferimenti forse prevedibili, come il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, Alla Luna, Le ricordanze, La Ginestra e il già citato Infinito, ha riletto una delle Operette morali meno studiate a scuola, il Copernico, con il dialogo tra l’Ora prima ed un Sole che arriva a dichiararsi stanco del suo quotidiano viaggio:
“sai che è? io sono stanco di questo continuo andare attorno per far lume a quattro animaluzzi, che vivono in su un pugno di fango, tanto piccino, che io, che ho buona vista, non lo arrivo a vedere”.
Mercoledí scorso, piuttosto che taluni spettacoli vuoti e illusori, è stata l’offerta di Rai 4 a ottenere la mia attenzione, con il film ‘Agora’, di Alejandro Amenábar. Pellicola tra le piú commoventi, Agora è basato sull’interessante storia di Ipazia d’Alessandria, sorta di Margherita Hack del mondo antico che il sottoscritto si è visto costretto ad approfondire in età ormai avanzata, nonostante un corso sulle scienze nell’età ellenistica fatto in sede liceale in maniera piú che decorosa. Martire della libertà di pensiero, fu matematica, astronoma e filosofa; visse nel IV secolo dopo Cristo e fu uccisa in modo a dir poco barbaro da una folla di cristiani, forse monaci, fanatici e superstiziosi.
Figlia e discepola del matematico e astronomo Teone, «divenne migliore del maestro, particolarmente nell’astronomia» nonché «ella stessa maestra di molti nelle scienze matematiche» (Filostorgio); Damascio aggiunge che «fu di natura piú nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l’aveva introdotta, ma non senza altezza d’animo si dedicò anche alle altre scienze filosofiche». Avrebbe potuto tranquillamente succedere al padre nell’insegnamento al Museo d’Alessandria (o in ciò che ne era rimasto) e aveva al suo attivo pubblicazioni quali un commentario a un’opera di Diofanto di Alessandria, che dovrebbe essere, secondo gli interpreti, l’Arithmetica, e un commentario alle Coniche di Apollonio di Perga (forse anche un’opera originale sull’astronomia, un Canone astronomico). Le sue opere, con le quali sicuramente avrebbe potuto postulare un dottorato di ricerca in una buona università italiana, purtroppo non ci sono pervenute; il discepolo Sinesio racconta che astronomi del calibro di Tolomeo, Ipparco e successori «lavorarono su mere ipotesi, perché le piú importanti questioni non erano state ancora risolte e la geometria era ancora ai suoi primi vagiti», mentre, grazie a Ipazia, era stato possibile «perfezionarne l’elaborazione». L’esempio di tale perfezione sarebbe l’astrolabio, strumento che Ipparco aveva solo intuito come “orologio notturno”, che gli arabi avrebbero usato in modo assiduo per la navigazione e che Sinesio riuscí a costruire proprio in virtú degli insegnamenti ricevuti da Ipazia. Parimenti, venne costruito l’“idroscopio”, un tubo cilindrico che, immerso in acqua, rimaneva verticale e consentiva la misurazione del peso dei liquidi grazie a degli intagli praticati sulla sua superficie. Dal punto di vista squisitamente filosofico, sembra che l’argomento apicale nell’insegnamento di Ipazia fosse il neoplatonico Porfirio, Giamblico in seconda battuta. Secondo quanto raccontato da Sinesio, la donna insegnava ai discepoli che la filosofia «è uno stile di vita, una costante, religiosa e disciplinata ricerca della verità».
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