Aquarius: the star Trappist-1, the possibility of life and other demons

Being correspondent to Pasquale Curatola’s (and many other geniuses’) star sign, Aquarius as the best constellation in the sky was to be taken for granted. Recent NASA announcement on the possibility of water, oxygen and life in some planets of a system put inside that constellation is nothing but another confirmation, if necessary, of His talents ad potentialities.
According to the Greek mythology, (altro…)

50 shades of bear…

Alejandro G. Iñárritu’s ‘The Revenant’ is a wonderful film, without any doubt. However, exquisitely cinematic aspects aside, according to my humble opinion the skill of the Bear has not been appreciated enough. Yes, seriously: the Bear! Where did they find a plantigrade able to get into the scene in the perfect moment, beating the protagonist according to its natural instinct and manner, and leave him alive enough to deal with the rest of the picture? (And please remember that trying to shoot a bear’s cubs near to the mother is a particularly dangerous idea, and Leo did not use any stuntman). DiCaprio’s bravura is beyond dispute and Alejandro G. Iñárritu told he will never reveal how actually managed to make that incredible scene. Director,  actor, make up artists worthy for the Oscar. However, the Bear too deserves our estimation. And this must be the place to recall the importance of the bears throughout the entire history of cinema. Hanna & Barbera’s Yoghi &
‘The Revenant’, di Alejandro G. Iñárritu, è un film meraviglioso, senza alcun dubbio. Aspetti squisitamente cinematografici a parte, non è stata ancora valorizzata, a mio modesto parere, la bravura dell’Orso. Sí, sul serio: l’Orso! Dove hanno trovato un plantigrado in grado di entrare in scena al momento giusto, battendo il protagonista secondo il suo istinto e le sue naturali maniere, lasciandolo vivo abbastanza per affrontare il resto del film? Si consideri che tentar di sparare ai cuccioli di un orso vicino alla madre è un’idea particolarmente pericolosa e Leo non ha fatto uso di controfigure. La bravura di DiCaprio è fuor di discussione e Alejandro G. Iñárritu ha detto che non rivelerà mai come in realtà sia riuscito a girare quell’incredibile scena. Regista, attore, truccatori, tutti meritevoli di Oscar. Tuttavia, anche l’Orso merita la nostra stima. E questo sembra essere il posto giusto per ricordare l’importanza degli orsi in tutta la storia del cinema. Yoghi e

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Saint Seiya – Soul of Gold/ the Ending

Saint Seiya -Soul of Gold’ last episode was released in Italy on September 26 and the ending was sublime.

The twelve Gold Saints were called in Asgard to fight against Loki, the evil god of German mythology and managed to do it thanks to the divine cloths, Athena’s assistance and, what is sublime,

the pure feelings of human beings and of the nature.

All the knights did their job but Leo’s Aioria was quite the star and the entire ‘Soul of Gold’ saga could seem a sort of his ἀριστεία*. (altro…)

the Sun, il sole

The Sun is beautiful, strong and intelligent.

His Beauty scatters the darkness and, generous, gives herself the Creation.

His Force defeats the darkness and gives life the nature.

His Intelligence defends the Truth, increases the knowledge, turns itself in life.

Il sole è bello, forte e intelligente.

La sua Bellezza dirada le tenebre e si dona, generosa, al Creato.

La sua Forza sconfigge il buio e restituisce vita alla natura.

La sua Intelligenza difende la Verità, aumenta la conoscenza, si trasforma in vita.

illacrimabile Pluto*

Plutone sta meravigliando astronomi e astrofili regalando, complici talune sonde opportunamente inviate, insospettate visioni e panorami inaspettati.

Il dio che gli è legato e gli ha dato il nome, però, anche detto Hades dai Greci o Dite dai Romani, non si è distinto in modo altrettanto nobile perché ha chiamato a sé uno degli studiosi piú originali di quella cultura da cui gli dèi greci sono scaturiti: Franco Mosino.

Autore del fondamentale ‘Ibico, Testimonianze e frammenti’, citato nella bibliografia di tutti i manuali di letteratura greca, Mosino aveva postulato, qualche anno fa, una teoria sulla possibilità che l’Odissea, uno dei massimi poemi dell’umanità, possa essere stata scritta, almeno parzialmente, a Rheghion, fiorente città magnogreca nota oggi come Reggio Calabria (‘L’Odissea scritta a Reggio: prove testuali, topografiche, epigrafiche, filologiche, iconografiche, antropiche’, candidatura al Nobel nel 2011).

Difficilmente enumerabili gli studi (altro…)

Saturno (non piú) contro (2)

“Occhi su Saturno” è la lodevole iniziativa che ogni anno rende onore al sesto pianeta del Sistema solare, anche detto “Signore degli anelli”, nel momento in cui è particolarmente visibile.

Il vostro blogger preferito ha trascorso la serata presso un osservatorio astronomico che ben poco ha da invidiare a un planetario e che vanta, anzi, un telescopio di rara potenza, che ha consentito di vedere la Luna con i suoi crateri e Saturno con i suoi anelli e uno dei suoi satelliti, Titano, facilmente riconoscibile.

Peraltro (altro…)

influenze celesti

Le influenze celesti’, di Rodney Collin, è uno dei libri che in questo periodo sono oggetto delle mie attenzioni. Lettura tra le piú edificanti, consente a chi le si accosta di sentirsi parte del Tutto e di cogliere le innumerevoli e simmetriche armonie del Creato.

Si prenda la massa del Sole e la si divida per quella dei pianeti del Sistema solare: si avrà 80.

Si prenda la massa della Terra e la si divida per quella della Luna: si avrà 80.

Sono solo alcune delle coincidenze rilevanti (o armonie cosmiche) presentate nel libro. È possibile legarle anche all’attualità, forse anche alla politica.

Si perdoni, inoltre, la deformazione professionale  ma c’è un’altra possibile coincidenza che vale la pena di riportare.

In questo periodo è in onda, in contemporanea mondiale, ‘Saint Seya: Soul of Gold’, nuovo capitolo della saga dei Cavalieri dello Zodiaco; i cavalieri d’oro, che avevano pagato l’estremo prezzo della vita per aprire la porta dei Campi Elisi nella saga di Hades, si ritrovano ad Asgard, mitica terra d’Odino, per compiere nuove epiche gesta. È parte integrante dei progetti che commemorano i quarant’anni di carriera di Masami Kurumada, è prodotta da Toei Animation ed è disponibile sottotitolata in varie lingue e diverse piattaforme, unitamente ad una campagna di merchandising sulle nuove armature, divine, dei cavalieri d’oro. ‘Saint Seiya Omega’ è invece la narrazione delle gesta compiute dai cavalieri appartenenti alla generazione successiva a Pegasus & Co.  tra cui il figlio di Shiriu del Dragone (Sirio) ed è andata in onda in Giappone dal 2012 al 2014.

Bene, forse il buon Collin è in grado di fornirci una chiave di lettura di raro interesse per capire il motivo per cui il cavaliere dei Gemelli e quello del Sagittario, fin dall’inizio della saga dei Cavalieri dello Zodiaco, si sono trovati diametralmente opposti:

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annunciazione annunciazione

Con buona pace del vangelo apocrifo di Filippo, il calendario cattolico ricorda oggi la festività dell’Annunciazione, che ricorre nove mesi prima del santo Natale e ricorda l’arrivo dell’ἄγγελος Gabriele a casa della santa Vergine.

Un sarcofago paleocristiano, risalente al 330 – 350 d.C., rinvenuto nel 1941 a Boville Ernica (Fr), potrebbe sembrare la semplice rappresentazione della Natività ma, secondo recenti studi, sarebbe in realtà l’allegoria della vera Annunciazione, cioè del giorno in cui Gesú fu effettivamente concepito. Secondo i ricercatori, le particolari sproporzioni e anomalie nel bassorilievo sarebbero una mappa astronomica, che riproduce fedelmente il cielo e i pianeti alla mezzanotte tra 19 e 20 marzo dell’anno 1, effettivo primo equinozio di primavera dell’era volgare, quell’anno in leggero anticipo. Secondo i medesimi ricercatori, la posizione dei pianeti ha composto “la stella del re dei Giudei” (Mt 2,2) ovvero la Stella di Davide: (altro…)

Fetonte o… della gioventú bruciata

Fetonte era figlio di Helios, il dio del Sole. Un giorno, nell’ambito di una lite tra fanciulli quale spesso capita tra i ragazzini delle medie, un compagno di classe dubitò della sua discendenza e, anche in virtú del detto latino mater semper certa est pater nonnunquam, a lui rivolse alate parole:
«Sciocco,» gli disse, «in tutto tu credi a tua madre
 e vai superbo d’un padre immaginario». (Ovidio, le Metamorfosi)  
Ah Caino, ah bastaso!” avrà detto il fanciullo, pur esprimendosi in greco antico o nella versione latina di Ovidio; né è difficile immaginare quali filastrocche gli intonassero davanti i compagni: “La mamma di Fetonte è visionaria, la mamma di Fetonte è visionaria…”.
Tornato a casa, egli si rivolse alla madre Climene, dicendole d’essersi taciuto solo per non causarle maggiore dolore. Nondimeno, grave era l’onta, imperdonabile l’accusa:
«E a tuo maggior dolore, madre mia, io che sono cosí impulsivo,
cosí fiero, m’imposi di tacere: non sopporto che qualcuno
abbia potuto insultarmi cosí, senza che potessi ribattere!
Ma tu, se è vero che discendo da stirpe celeste,
dammi prova di questi natali illustri e rivendicami al cielo».
All’epoca non c’erano gli smartphone e Climene avrebbe dovuto penare non poco per rintracciare il marito che, peraltro, era un pezzo grosso. Si curò, comunque, di rassicurare il figlio, alzando le braccia al cielo e giurando in tal guisa:
«Per questo splendido fulgore di raggi abbaglianti» disse,
«che ci vede e ci ascolta, io ti giuro, figliolo,
che tu sei nato da questo Sole che contempli e che regola
la vita in terra. Se ciò che dico è menzogna, mai piú mi consenta
di guardarlo e sia questa luce l’ultima per i miei occhi!
Del resto non ti sarà fatica trovare la casa paterna:
la terra in cui risiede confina con la nostra, là dove sorge.
Se questo hai in animo, va’ e chiedi a lui stesso».
Non c’era bisogno di declamare tali esametri due volte! Fetonte, baldanzoso e affamato di rivalsa, abbandonò l’Etiopia, attraversò l’India e tornò alla casa del Padre, piú nello stile di C’è posta per te che del Figliuol prodigo.

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cosa ci riserva il 2015 (2)

Il 2015, con buona pace di alcuni professori che vanno in televisione, è l’anno della Capra, segno orientale caratterizzato da istinto, creatività, inventiva, mitezza ma anche pessimismo.

Quanto agli appuntamenti cinematografici, si sono già ricordati quelli internazionali e si tratterà di quelli italiani (proprio oggi, per inciso, esce ‘Si accettano miracoli‘, con Alessandro Siani).

Quanto agli appuntamenti non esclusivamente cinematografici e alle ricorrenze d’ogni tipo, nel 2015: (altro…)

anniversario dell’allunaggio in tv

Ricorre oggi il quarantacinquesimo anniversario dell’arrivo dell’uomo sulla Luna e la Rai lo ricorda con una programmazione dedicata:

“Tito Stagno in studio e Ruggero Orlando collegato da Houston: la notte più lunga della televisione italiana raccontò, a migliaia di telespettatori incollati agli schermi, il 20 luglio del 1969, il primo passo dell’uomo sulla luna. Una “veglia” entrata a far parte dell’immaginario collettivo.

Sono le 22,17 del 20 luglio 1969 quando l’astronauta americano Neil Armstrong compie il fatidico passo con il quale lascia il modulo spaziale ‘Eaglè e mette piede sulla Luna. La missione ripaga gli Stati Uniti dei primi insuccessi nella corsa alla spazio che, con lo Sputnik e con Gagarin, avevano visto la prevalenza dei sovietici.

Dopo 45 anni, quella storica nottata viene riproposta da Rai Cultura con “Stregati dalla luna”, in onda come allora – ininterrottamente – per dodici ore, dalle 21.00 di domenica 20 luglio alle 9 del mattino di lunedì 21 su Rai Scuola, canale 146 del Digitale Terrestre. A condurre il programma Luigi Bignami, che lo firma insieme a Renzo Salvi e al regista Dario Barezzi.

La trasmissione – realizzata dal Centro di Produzione Tv Rai di Milano – non solo ripercorre tutta la diretta Rai dell’epoca, sincronizzata al secondo (la successione e l’orario degli avvenimenti sono rigidamente rispettati), ma propone anche approfondimenti, filmati di repertorio dimenticati e documenti inediti, come le immagini dell’allunaggio rielaborate dalla Nasa in alta risoluzione, che, a differenza di 45 anni fa, sono a colori, con il sonoro originale tradotto in italiano. (altro…)

il cielo (infinito) di Leopardi

Non esistono discipline ma problemi”
Giorgio Pasquali, filologo

Quando i professori di latino faranno leggere in classe il settimo capitolo delle Questioni naturali di Seneca, dove l’autore si chiede quando arriverà un uomo in grado di spiegarci perché le comete entrano nello zodiaco da tutte le direzioni, gli studenti capiranno che le scoperte di Newton erano previste già dagli antichi!”
un’astronoma che ho sentito ieri (adatt.)

La cultura è una, sono gli esseri umani, mortali e limitati, a doverla spezzettare per comodità di studio.
Giacomo Leopardi lo sapeva bene e, oltre al trattato sulla storia dell’astronomia, cui attese all’età di quindici anni, considerò sempre l’arte di Urania come la scienza piú alta e permeò tutta la sua opera di riferimenti al sole, alla luna e ai vari astri del firmamento, inteso davvero come l’Infinito di uno dei suoi carmi piú celebri. Va ricordato, peraltro, che quel trattato fu a tal punto rigoroso che Margherita Hack lo fece ripubblicare tal quale, limitandosi ad aggiungere gli aspetti che il Recanatese non era riuscito a trattare.
Uno specialista di letteratura e cinema è stato capace di illustrarlo in modo magnifico, ieri, nell’ambito di una conferenza cui ho presenziato; oltre a riferimenti forse prevedibili, come il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, Alla Luna, Le ricordanze, La Ginestra e il già citato Infinito, ha riletto una delle Operette morali meno studiate a scuola, il Copernico, con il dialogo tra l’Ora prima ed un Sole che arriva a dichiararsi stanco del suo quotidiano viaggio:

“sai che è? io sono stanco di questo continuo andare attorno per far lume a quattro animaluzzi, che vivono in su un pugno di fango, tanto piccino, che io, che ho buona vista, non lo arrivo a vedere”.

Ipazia, questa sconosciuta

Mercoledí scorso, piuttosto che taluni spettacoli vuoti e illusori, è stata l’offerta di Rai 4 a ottenere la mia attenzione, con il film ‘Agora’, di Alejandro Amenábar. Pellicola tra le piú commoventi, Agora è basato sull’interessante storia di Ipazia d’Alessandria, sorta di Margherita Hack del mondo antico che il sottoscritto si è visto costretto ad approfondire in età ormai avanzata, nonostante un corso sulle scienze nell’età ellenistica fatto in sede liceale in maniera piú che decorosa. Martire della libertà di pensiero, fu matematica, astronoma e filosofa; visse nel IV secolo dopo Cristo e fu uccisa in modo a dir poco barbaro da una folla di cristiani, forse monaci, fanatici e superstiziosi.Ipazia d'Alessandria

Figlia e discepola del matematico e astronomo Teone, «divenne migliore del maestro, particolarmente nell’astronomia» nonché «ella stessa maestra di molti nelle scienze matematiche» (Filostorgio); Damascio aggiunge che «fu di natura piú nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l’aveva introdotta, ma non senza altezza d’animo si dedicò anche alle altre scienze filosofiche». Avrebbe potuto tranquillamente succedere al padre nell’insegnamento al Museo d’Alessandria (o in ciò che ne era rimasto) e aveva al suo attivo pubblicazioni quali un commentario a un’opera di Diofanto di Alessandria, che dovrebbe essere, secondo gli interpreti, l’Arithmetica, e un commentario alle Coniche di Apollonio di Perga (forse anche un’opera originale sull’astronomia, un Canone astronomico). Le sue opere, con le quali sicuramente avrebbe potuto postulare un dottorato di ricerca in una buona università italiana, purtroppo non ci sono pervenute; il discepolo Sinesio racconta che astronomi del calibro di Tolomeo, Ipparco e successori «lavorarono su mere ipotesi, perché le piú importanti questioni non erano state ancora risolte e la geometria era ancora ai suoi primi vagiti», mentre, grazie a Ipazia, era stato possibile «perfezionarne l’elaborazione». L’esempio di tale perfezione sarebbe l’astrolabio, strumento che Ipparco aveva solo intuito come “orologio notturno”, che gli arabi avrebbero usato in modo assiduo per la navigazione e che Sinesio riuscí a costruire proprio in virtú degli insegnamenti ricevuti da Ipazia. Parimenti, venne costruito l’“idroscopio”, un tubo cilindrico che, immerso in acqua, rimaneva verticale e consentiva la misurazione del peso dei liquidi grazie a degli intagli praticati sulla sua superficie. Dal punto di vista squisitamente filosofico, sembra che l’argomento apicale nell’insegnamento di Ipazia fosse il neoplatonico Porfirio, Giamblico in seconda battuta. Secondo quanto raccontato da Sinesio, la donna insegnava ai discepoli che la filosofia «è uno stile di vita, una costante, religiosa e disciplinata ricerca della verità». 

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