#Shakespearelives: Amleto e molto piú

“È veramente emozionante poter aprire la nostra produzione teatrale di Amleto ad un pubblico piú vasto. L’idea che le persone che, per un qualsiasi motivo, non possono raggiungere il teatro possano invece unirsi a noi per una notte nei cinema di tutto il mondo è straordinaria”

Benedict Cumberbatch

“L’idea che il teatro e il cinema s’incontrino è eccitante, per questo l’arrivo sul grande schermo dei nostri spettacoli apre la strada a una nuova sfida. I risultati, in particolare nell’esplorazione della magia insita nell’opera di Shakespeare, possono essere affascinanti.”

Kenneth Branagh

Lunedí 22 e martedí 23 agosto 2016 le sale cinematografiche del circuito The Space offriranno agli spettatori la proiezione dell’Amleto di Shakespeare, interpretato dal premio Oscar Benedict Cumberbatch, per la regia di Lyndsey Turner, presso il National Theater di Londra. Già andato in onda via satellite lo scorso ottobre nell’ambito dell’iniziativa #Shakespearelives, in Italia anche ad aprile, lo spettacolo è stato visto in venticinque Paesi, da oltre 225 mila spettatori. Il biglietto intero costa dieci euro e cinquanta, tutte le informazioni e le sale interessate possono essere trovate sul sito www.thespacecinema.it.
Dopo Amleto, però, ci sarà altro. Kenneth Branagh ha accettato di trasporre al cinema gli spettacoli della sua Kenneth Branagh Theatre Company, già andati in scena al Garrick Theatre di Londra. Il 18 e 19 ottobre (altro…)

festival a confronto (5)

Aggiornamento del 29 luglio: tutto confermato! Alla presentazione ufficiale del cartellone di Venezia 72, orchestrata dal direttore Alberto Barbera e dal presidente della Biennale Paolo Baratta, sono stati confermati in concorso ‘A bigger splash’ di Luca Guadagnino, ‘L’attesa dell’esordiente’ Piero Messina, ‘Per amor vostro’ di Giuseppe Gaudino e ‘Sangue del mio sangue’ di Marco Bellocchio. Tra i fuori concorso ‘Non essere cattivo’ di Claudio Caligari, il documentario ‘Gli Uomini di questa città io non li conosco’ di Franco Maresco nella categoria Non fiction, il documentario  ‘L’esercito piú piccolo del mondo’, di Gianfranco Pannone, prodotto con la Svizzera e Città del Vaticano. ‘Pecore in erba’, di Alberto Caviglia e ‘Italian Gangster’, di Renato De Maria sono in concorso nella sezione Orizzonti per l’Italia. Anche Venezia 72, come il Magna Graecia, renderà omaggio a Mario Monicelli. È d’uopo ricordare che la Selezione ufficiale comprende le sezioni Venezia 72, Fuori Concorso, Orizzonti e Venezia Classici, oltre ai tre film selezionati per il progetto Biennale College – Cinema; le Sezioni autonome e parallele comprendono la Settimana Internazionale della Critica (SIC) e le Giornate degli Autori, rassegne organizzate autonomamente secondo un proprio regolamento.

Aggiornamento del 27 luglio: l’ufficialità arriverà solo mercoledí ma, stando alle indiscrezioni, alla prossima Rassegna internazionale d’arte cinematografica di Venezia potrebbero essere in concorso ben quattro film italiani: ‘A bigger splash’ di Luca Guadagnino, ‘Sangue del mio sangue’ di Marco Bellocchio, ‘L’attesa’ di Piero Messina e ‘Per amor vostro’ di Giuseppe Gaudino. Alfonso Cuarón, presidente di Giuria, ha già dichiarato che premierà chi sarà in grado di stupirlo.Come dicono gli anglofili, Stay tuned! (and cross the fingers…)

Aggiornamento del 26 luglio: annunciati ufficialmente i vincitori del Giffoni Film Festival. Dal sito ufficiale:

“Film indimenticabili, emozionanti, difficili. Sono quelli che i 3.600 giurati del Giffoni Film Festival hanno deciso di premiare nell’edizione 2015 denominata Carpe Diem. Ecco i premi ufficiali Gryphon Award: nella sezione lungometraggi +6, il premio per il miglior film è stato vinto vinto dall’italiano “Grotto” di Micol Pallucca, al secondo posto “The amazing Wiplala” dell’olandese Tim Ollehoek; nella sezione +10 ha vinto il belga “Labyrinthus” di Douglas Boswell, al secondo posto il danese “The shamer’s daughter” di Kenneth Kains; nella sezione +13 vittoria per il tedesco “Sanctuary” di Marc Brummond, al secondo posto il norvegese “Beatles” di Peter Flinth; nella sezione +16 vittoria per l’americano “All the wilderness” di Michael Johnson, al secondo posto “Standing Tall” della francese Emmanuelle Bercot; nella sezione +18 Gryphon Award per “Coin Locker Girl” di Han Jun-Hee seguito da “Gabriel” dell’americano Lou Howe. Per la sezione Gex Doc, vittoria per l’italiano “Forever stars” di Mimmo Verdesca, secondo posto per il canadese “All the time in the world” di Suzanne Crocker. Nella sezione cortometraggi, riservata ai bambini con più di tre anni, ha vinto il francese “Captain Fish” di John Banana, il ceco “The wish fish” di Karel Janak si è aggiudicato la sezione +6 mentre al secondo posto si è classificato il tedesco “The present” di Jacob Frey; nella sezione +10 ha vinto l’americano”The red hunter” di Alvaro Ron, secondo classificato l’italiano (altro…)

Turing and the Imitation Game

Once out of the theater, everyone should hope that ‘The Imitation Game‘ get the nominations for two Oscars at least: Best Editing and Best Actor in a leading role. (To be honest, I hope the same for Eddie Redmayne and ‘The Theory of Everything’…).
Benedict Cumberbatch has been wonderful in replicating the complex and fragile personality  of Alan Turing, the mathematical genius who made  the United Kingdom win the Second World War interpreting the secret German messages.
(And his story was beautifully told in the film, as regards film categories).

A very special one, unlucky in feelings and social relationships, hated for his intelligence and for being Jew, Turing grew as a solitary genius, interested in mathematics, logics and cryptography. He dealt with his passions with his best friend, Christopher, who was going to become the most important love of his life, if an illness would have not killed him too early.
Una volta uscito dalla sala, chiunque dovrebbe sperare che ‘The Imitation Game‘ ottenga almeno due candidature agli Oscar: Miglior Montaggio e Miglior attore protagonista (ad essere sincero, spero lo stesso per Eddie Redmayne e ‘la Teoria del Tutto’…). Benedict Cumberbatch è stato meraviglioso nel riprodurre la personalità complessa e fragile di Turing, il genio della matematica che fece vincere la Seconda guerra mondiale al Regno Unito interpretando i messaggi tedeschi segreti (e la sua storia è stata meravigliosamente raccontato nel film, per quanto riguarda le categorie cinematografiche).
Tipetto tutto particolare, sfortunato nei sentimenti e nelle relazioni sociali, odiato per la sua intelligenza e per il fatto di essere Ebreo, Turing crebbe come un genio solitario, interessato alla matematica, alla logica e alla crittografia. Si occupò delle sue passioni con il suo migliore amico, Christopher, che sarebbe stato il piú importante amore della sua vita se una malattia non lo avesse ucciso troppo presto.

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