contenitore e contenuto

Le Istituzioni sono contenitori che acquisiscono significato e personalità in virtú del loro contenuto, dunque delle persone che entrano ad operarvi.

Quando il contenuto –istituzione si comporta in modo difforme dai suoi compiti, come si fa ad averne fiducia?

L’Italia non è una monarchia ma una repubblica parlamentare ed il Parlamento sembra talvolta un “Convalidamento” piú che un’assemblea che discute in modo critico. A volte non viene nemmeno consultato.

Certe scelte non possono rimanere nel chiuso dei palazzi, alla stessa stregua del pallone che, in una partita di calcio truccata, passa da un giocatore all’altro secondo regole pattuite clandestinamente, con il pubblico che paga i biglietti silente e passivo sugli spalti.

Forse a qualcuno sfugge la barbarie che c’è dietro certe decisioni, che non tengono conto del popolo sovrano ma constano di semplici rimpasti tra gattopardi che mai rinuncerebbero ai loro privilegi. Non possono essere due proprietari di ovini a decidere per conto delle pecore dei propri e degli altrui recinti né, ancor prima di questo, possono essere considerati pecore gli elettori stessi.

La democrazia oggi è internet, la libera condivisione delle idee e delle opinioni; i partiti tradizionali, nati agli albori dell’età moderna, non la rappresentano piú e sembrano, appunto, contenitori ormai vuoti.

il grill(in)o che ride

A poco a poco i banchi della Camera si riempirono. I lord cominciarono ad arrivare. L’ordine del giorno recava il disegno di legge che aumentava di centomila sterline l’appannaggio di George de Danemark, duca di Cumberland, consorte della regina. (…) un brusio in un’aula parlamentare non impedisce alla seduta di procedere, come la polvere su una truppa non ne impedisce la marcia. (…) Gwynplaine si alzò (…): -Silenzio, pari d’Inghilterra! (…) non vedete che vi trovate in una bilancia e che su un piatto sta la vostra potenza e sull’altro la vostra responsabilità? Dio vi giudica. Oh, non ridete. Meditate, piuttosto. L’oscillazione della bilancia divina è il tremore della coscienza. Voi non siete cattivi. Siete uomini come tutti gli altri: né peggiori né migliori.”

V. Hugo, L’Homme qui rit

A me fa ridere chi pensa di capire qualcosa della politica in base a quello che alcuni mezzi di comunicazione lasciano affiorare. Le Istituzioni sono contenitori che acquisiscono significato direttamente proporzionale a chi va ad operarvi e solo vivendo al loro interno si possono capire alcuni meccanismi che altrimenti sfuggirebbero. Nessun operatore dei media, d’altra parte, danneggia se stesso o i propri interessi e può capitare che alcuni casi subiscano processi d’elefantiasi e mettano in secondo piani aspetti ben più interessanti.

La settimana appena trascorsa, simpaticamente legata al compleanno, mi ha consentito di respirare l’aria della Camera, del Senato, degli annessi e dei connessi (oltre al dibattito delle camere, infatti, è da ricordare il lavoro delle commissioni e tutto un pullulare di riunioni, studi, ricerche che sfugge alla gran parte dei media).

Molte emozioni; molte sorprese; qualche delusione, come il verificare che alcuni leggono il giornale mentre il parlamentare fa il suo intervento o formula la sua proposta.

Molta gente gradevole e alacre, molta serenità nei corridoi, molto ardore nell’emiciclo.

A mensa, veniva spontaneo chiedersi in che misura chi serve il Paese sia consapevole di star mangiando con i soldi degli italiani, cosí come ci si può interrogare sulle diarie, sui privilegi, sulle immunità cui solo alcuni hanno saputo rinunciare…

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