anime d’Italia (4)

Aggiornamento sul settore: è nata AnimationItalia, Associazione Nazionale delle imprese dell’audiovisivo in animazion. Presieduta da Giorgio Scorza, raggruppa e rappresenta le imprese indipendenti della produzione audiovisiva e multimediale in animazione e quelle della relativa filiera. Fonte: Italian Film Commissions
Sono convocati oggi, 1° marzo 2016, a Roma, gli “Stati generali dell’Animazione”. L’iniziativa, promossa dalle associazioni di settore Cartoon Italia e Asifa Italia in collaborazione con ANICA, intende affrescare lo stato dell’arte sull’industria dell’animazione nel nostro Paese ed arrivare ad una sintesi, che sarà presentata a Venezia  venerdí 8 aprile alle 17, nell’ambito del festival internazionale ‘Cartoons on the Bay’,  alla presenza, ancora da confermare ufficialmente, del responsabile MiBact Dario Franceschini.

Intervengono al dibattito, tra gli altri, il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, la Presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo Silvia Costa, il Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto; i saluti sono affidati a Riccardo Tozzi (presidente ANICA), gli interventi di apertura di Anne-Sophie Vanhollebeke (presidente Cartoon Italia) e Maurizio Forestieri (presidente Asifa Italia). Si accede solo su invito. Ecco, dal sito internet ufficiale, quello che dovrebbe essere il programma: (altro…)

Disney boccia la tv dei ragazzi italiana

Disney Italia ha formalmente bocciato la qualità della tv per ragazzi in Italia, la programmazione televisiva per bambini che il nostro Paese offre ai piú piccoli. Lo scrive Alessandro Longo su Repubblica ed il caso esplode in un istante, come i raggi concentrici che si dipartono fino a raggiungere i bordi di uno stagno al semplice lancio di un sassolino:

“Disney boccia la tv dei ragazzi. Considera inadeguata la qualità dei cartoni animati italiani e l’Autorità garante delle comunicazioni le dà ragione. Così ha esonerato la multinazionale dall’obbligo di legge di destinare il 10 per cento della programmazione e degli introiti netti a opere europee di produttori indipendenti e opere cinematografiche di espressione originale italiana, sui suoi canali tv (Disney Channel, Disney Xd, Disney Junior, Disney in English)”.

È riportato anche un commento a caldo di Alfio Bastiancich (non Bastianich, come altri han scritto, che s’occupa di cucina e gastronomia!), presidente di Asifa, associazione di autori e professionisti:

«Siamo interdetti. Questo settore fattura 100 milioni di euro in Italia. La Rai vi investe 18 milioni di euro. Secondo stime fatte sui bilanci di Walt Disney Italia, per noi questo esonero è una perdita di circa 10 milioni di euro».

Si deve ricordare che la Rai deve investire una quota del canone in animazione per legge. Quanto alla deroga, essa è parziale, valida per il biennio 2013 -2014, è stata pubblicata da Agcom solo a settembre; prosegue, infatti, il Bastiancich (pron. Bàstiancic):

«È quindi retroattiva. Adesso la nostra battaglia sarà di cercare di recuperare quanto perso e di evitare che la deroga sia confermata anche per gli anni a venire».

Giovanna Koch, di Writers Guild Italia, aggiunge:

«C’è un aspetto che è persino offensivo per il made in Italy, nella delibera Agcom. A quanto si legge, infatti, Disney ha detto di non poter investire nei nostri prodotti, sui loro canali, perché non trova contenuti di qualità sufficiente. E per questo motivo ha chiesto una deroga. Notate la gravità: una nostra istituzione, accogliendo la richiesta della multinazionale, ha messo nero su bianco che i programmi italiani non sono buoni abbastanza».

Asifa, Writers Guild, Cartoon Italia e altre associazioni tanno meditando un ricorso al TAR del Lazio, prosegue l’articolo, ricordando come altre deleghe di questo tipo riguardino realtà d’assoluto interesse nella tv dei piú piccoli, come Fox International e Discovery Italia. Chi vivrà vedrà.

Quanto al pensiero del sottoscritto, non volendo, si badi bene, entrare nel merito, chiedere a Pasquale Curatola di difendere Disney piuttosto che l’animazione italiana è un po’ come domandare a un bimbo se vuol piú bene alla mamma o al papà. Dubbio non v’è che sempre abbia avuto a cuore il made in Italy, basti rileggere Anime d’Italia e Anime d’Italia (2). Dubbio non v’è che dolcissimi ricordi e ancor vive simpatie continuino a costellare il suo vissuto (unitamente, forse, a qualche amarezza).

Non per fare, ehm, il camaleonte ma Disney non è una cosetta qualsiasi. È risaputo che i suoi parametri sono ben precisi e, fatte salve le Winx e qualcos’altro, da noi si potrebbe davvero volare piú alto.

anime d’Italia

Nel nostro Paese sono rimaste solo società di progettazione, mentre l’animazione viene fatta altrove. Se va bene, si realizzano progetti italiani con animatori solo coreani”.
Francesco Testa, presidente di Asifa Italia
Il problema del cinema d’animazione in Italia non è certo la bontà del prodotto, è che c’è bisogno di un certo lavoro di box office perché il film abbia successo. In fatto di creatività non ci batte nessuno, ma per sfondare servono gli investimenti. Ma nessuno sembra interessato. E dire che sarebbe anche un buon investimento: tanto che dei prestiti che eroga il ministero per il cinema, quello d’animazione ha sempre restituito fino all’ultimo centesimo. Nonostante questo, manca ancora una certa lungimiranza. In questo contesto di scarsa imprenditorialità ridurre i costi, è diventato un imperativo. E per farlo si subappalta parte del processo in paesi dove la manodopera costa meno. È inevitabile, altrimenti si sfora con i costi”.
Piero Campedelli, presidente di Cartoon Italia
 

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