la rivincita del mercoledí (2)/ dalla Cina con fulgore (4)

Alla mostra del Cinema di Venezia, alla Villa degli Autori, è stato siglato un accordo in virtú del quale la Cina effettuerà in Europa, particolarmente in Italia, investimenti per seicento milioni di dollari nell’industria cinematografica. L’accordo, definito “Sino-Italian Film Culture Development Fund”, è stato firmato dal presidente della Shanghai Film Art Academy, Jiang Bo, e da Ai Yu, general manager del China Everbright Limited, prestigioso fondo d’investimento quotato alla borsa cinese. Il progetto, che metterà a disposizione i seicento milioni di dollari in tre comode tranche , si colloca nel quadro delle attività del China Film Forum ed è finalizzato a sostenere la realizzazione di film italiani e cinesi, promuovere giovani talenti, contribuire alla crescita dell’industria cinematografica sino-italiana e sino-europea a partire dalle giovani generazioni di autori. La collaborazione con la terra di Confucio si concretizzerà anche, peraltro, nella creazione dell’”Asian Pacific Art Film Festival”; si tratterà di una piattaforma di scambio culturale gestita dalla Shanghai Film Art Academy e altri professionisti che, per i prossimi cinque anni, realizzerà con le Giornate degli Autori e nel quadro della Mostra del Cinema di Venezia, iniziative di promozione e formazione intese a favorire e promuovere i giovani talenti delle cinematografie cinesi ed europee. (AdnKronos)
Nella stessa giornata, sempre nell’ambito aggiornamento della Mostra del Cinema di Venezia, è stata presentata l’iniziativa annunciata in passato: dal 14 settembre prossimo venturo, ogni secondo mercoledí del mese, il biglietto del cinema costerà soltanto due euro. Il progetto si chiama “Cinema2Day” ed è stato annunciato al Lido dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini, assieme ad alcuni esponenti delle società Anica, ANEC e Anem. Per il film in 3D, il biglietto scende comunque, a 4 o 5 euro.
Intervistato dall’Ansa, Franceschini ha dichiarato: (altro…)

Hong Kong journalists sentenced and jailed in China

Last July, 26, two veteran Hong Kong journalists were sentenced by a court in Shenzhen (China) for “illegal trade” of newspapers. AsiaNews explains they are the publisher Wang Jianming and the director Guo Zhongxiao; they two worked for the monthly ‘New Way’ and for the magazine ‘Multiple Face’, which published topics of politics, gossip, and curiosity on the Chinese leaders, often reporting the internal political struggles of the Chinese Communist Party. The articles were published in Hong Kong, but some copies were marketed in China.
Wang was sentenced to five years and three months in prison, Guo to two years and three months; Wang was also found guilty of two other charges: bid-rigging and bribery. They pleaded guilty in a trial in November last year. The two newspapers were closed.
The defence lawyer of the two journalists, during the trial at Shenzhen’s Nanshan District Court, said (altro…)

The magic of Disney conquers China: Shanghai Disney Resort

Shanghai Disney Resort‘ was finally inaugurated, in a triumph of films, fireworks and the music of a synphonic orchesta. (No matter it was raining…) After 17 years of work, Shanghai Disneyland, built up in the Pudong area, currently is the largest park of Mainland China (389 hectares), the most technological in the world and that one that needed the most courageous investment in the history: 5,5 billions dollars. Inside the park, there is the hugest and tallest castle of ever, with a tower of 200 feet, and some attractions such as ‘Tron’ and ‘Pirates of the Caribbean’.
The leaders of China and USA greeted the born of the park; China President, Xi Jinping, called the project:

“a commitment to cross-cultural cooperation and our innovation mentality in the new era”

whereas Barack Obama, U.S. President, wrote in an official letter:

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“il Cobra (non) è (solo) un serpente…”

Vasily Klyukin, a Russian architect living in Monaco, designed a cobra-shaped skyscraper, possibly to be built in an Asian city, perhaps in Middle East. It is called ‘Asian Cobra Tower’ and Klyukin’s staff are allowed to suppose it will have success, given that the Snake, in those Countries, is seen as a symbol of Wisdom.
Speaking to the Daily Mail, the visionary architect, in the spotlight in the past too for some projects such as helicopter-jet-yachts, said:
“In Japan telling someone that he is a snake means a compliment. In China snakes and dragons often mean the same”.
We are able to add that
Vasily Klyukin, un architetto russo residente a Monaco, ha progettato un grattacielo a forma di cobra, probabilmente per costruirlo in una città asiatica, magari in Medio Oriente. Si chiama ‘Asian Cobra Tower’e lo staff di Klyukin è autorizzato a supporre che avrà successo, dato che il serpente, in quei Paesi, è visto come simbolo di Saggezza.
Parlando al Daily Mail, il visionario architetto, al centro dell’attenzione anche in passato per alcuni progetti come yacht con elicottero incorporato, ha detto:
In Giappone dire a qualcuno che è un serpente significa fargli un complimento. In Cina serpenti e draghi spesso significano la stessa cosa”.
Siamo in grado di aggiungere che,

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brevi dai media (16)

  • Gli analisti di Mediobanca Securities hanno avuto un incontro con alcuni dirigenti Mediaset e sembrano aver riportato rassicuranti riscontri , sia sull’andamento del mercato pubblicitario, sia sulla pay tv. Secondo una nota Reuters, ripresa da Digital – Sat, i citati attendono un avvio positivo del 2016 soprattutto in virtú dei dati macroeconomici; con riguardo alla pay tv dichiarano:

    “la nostra sensazione è che il management sia fiducioso sull’obiettivo di 2 milioni di abbonati a fine 2015, mentre l’incremento dei prezzi per Premium ha avuto per ora un impatto migliore delle attese sulle sottoscrizioni, anche se solo nei prossimi mesi il quadro sarà più chiaro (…) “sembra che la penetrazione della pay Tv nel nostro Paese sia stabile; non ci sono discussioni in corso in termini di M&A”.

    (Reuters attraverso Digital -Sat)

  • Avrà luogo dal 9 al 12 febbraio, presso la stazione Leopolda di Pisa, la seconda edizione del ‘Pisa Chinese Film Festival’, iniziativa organizzata dall’istituto Confucio della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dalla società di produzione Polis s.r.l., in collaborazione con l’amministrazione comunale della città toscana e con la citata istituzione ferroviaria. Il festival è dedicato a tre maestri tra i piú in vista del cinema dagli occhi a mandorla, professionisti del calibro di Wong Kar Wai, Diao Yinan, e Zhang Yimou; le proiezioni sono in cinese, con i sottotitoli in italiano. (Ansa)
  • Avrà luogo presso il Museo del Cinema di Torino, invece, dal 25 a 28 febbraio, la seconda edizione di ‘Seeyousound’, festival cinematografico dedicato ai film che parlano di musica (ed il direttore Barbera si stupisce che non ve ne siano altri animati dal medesimo intendimento). In programma quattrocento lavori, tra cui diverse anteprime e alcune chicche di raro interesse, come ‘Low’, di Renaud Cojo, sulla figura di David Bowie, e ‘Danny Collins’, di Don Fogelman, con Al Pacino. Previste tre sezioni di concorso, lungometraggi, cortometraggi e videoclip. (Ansa)
  • Steven Soderbergh, a un anno dall’annuncio dal suo ritiro dal mondo del cinema, starebbe per girare ‘Lucky Logan’, film del quale (altro…)

Warner, China, Oscar, Topo Gigio, DiCaprio

Update of September 28: the film that will be presented by Italy at the Oscars will be ‘Non essere cattivo’, by Claudio Caligari.
Time Warner Inc. has signed an agreement with the private-equity company China Media Capital to create a joint venture for the production of films in Chinese, intended for the East market. Dow Jones speaks about; it would be a joint venture called Flagship Entertainment Group., based in Hong Kong, 49% owned by Warner Bros. It is to remember that the Chinese film market is the second in the world and shows no signs of abating; in the first eight months of this year ticket sales totaled thirty billion yuan (4.71 billion dollars), surpassing the entire 29.6 billion obtained in 2014.

 Here are the Italian films that will play a chance to win an Oscar in 2016 for best film not in the English language:
Aggiornamento del 28 settembre: il film che sarà presentato dall’Italia agli Oscar sarà ‘Non essere cattivo’, di Claudio Caligari.
 Time Warner Inc. ha siglato un accordo con la società di private-equity China Media Capital per creare una joint venture che produca film in lingua cinese, destinati al mercato orientale. Ne parla il Dow Jones; si tratterebbe di una joint venture denominata Flagship Entertainment Group., con sede a Hong Kong, al 49% proprietà di Warner Bros. È d’uopo ricordare che il mercato cinematografico cinese è il secondo del pianeta e non mostra segni di cedimento; nei primi otto mesi dell’anno in corso le vendite di biglietti hanno totalizzato trenta miliardi di yuan (4,71 miliardi di dollari), superando i 29,6 miliardi dell’intero 2014.

 Ecco i film italiani che si giocano la possibilità di vincere l’Oscar 2016 per il miglior film in lingua non inglese:

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Cu-Cin-otta (2), ovvero dalla Cina con fulgore (3)

aggiornamento 31 luglio: Pechino ospiterà le Olimpiadi invernali del 2022.

Bolle speculative e andamento delle Borse a parte, la Cina è sempre attuale.

È attuale la bellezza, per esempio, che sarà premiata il prossimo 2 agosto al Casinò di Campione d’Italia; dodici fanciulle nate nella terra di Confucio ma residenti nel nostro continente, si contenderanno la fascia di “ragazza cinese piú bella d’Europa” nella finalissima di ‘Miss Chinese Cosmos Pageant’, concorso nato con l’intento di accorciare le distanze tra i cinesi che vivono sparsi per il pianeta.

È attuale Maria Grazia Cucinotta che, come già rivelato in un precedente post, ha visto nella Cina un terreno piú che interessante per investire; l’attrice e imprenditrice, peraltro madrina dei festeggiamenti per il primo anniversario del Cinecittà World, reciterà da protagonista nel film italo-cinese ‘Magic Card‘, girato a Pavia, nel ruolo di un’imprenditrice che difende il made in Italy in un complesso scenario che collega l’Expo di Shangai del 2010 con quello italiano (c’è di mezzo un traffico illegale di carte di credito…).

È attuale l’industria cinese dell’intrattenimento, comunque il suo interesse nello scacchiere internazionale: il Disney Shanghai Resort (altro…)

le scelte del Biscione (3)

Aggiornamento 13 aprile 2017: “Le coincidenze appaiono quasi astrali: nello stesso giorno della cessione del Milan ai ‘cinesi’, Fininvest può iniziare a crescere nell’azionariato di Mediaset, con acquisti che fino al 27 aprile possono arrivare a quasi l’1,4% del capitale. (Ansa) La prestigiosa agenzia giornalistica ricorda come la Fininvest, grazie alla vendita del Milan, oltre a deconsolidare debiti per 220 milioni, possa contare su un netto di circa 440 milioni.

Aggiornamento 6 settembre 2016:

“Fininvest conferma con soddisfazione l’avvenuto pagamento da parte della Sino-Europe Sports Investment Management Changxing Co.Ltd. della seconda tranche della caparra di 100 milioni di Euro concordata nel preliminare di vendita del Milan siglato lo scorso 5 agosto. Nel rispetto dei tempi concordati, a seguito del versamento dei primi 15 milioni di Euro avvenuto contestualmente alla firma, oggi gli investitori cinesi hanno provveduto a versare alla Fininvest i rimanenti 85 milioni di Euro. Un passaggio importante nel percorso verso il “closing” dell’operazione previsto entro fine anno.” (Comunicato stampa)

Aggiornamento del 5 agosto 2016: Silvio Berlusconi ha ceduto il 99,93% del Milan alla Sino-Europe Investment Management Changxing, cui fanno capo, tra gli altri, Haixia Capital, fondo cinese di Stato per lo sviluppo e gli investimenti, ed il manager Yonghong Li.  La Fininvest ha inoltre  diramato un comunicato stampa: “Con l’accordo gli acquirenti si impegnano a compiere importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell’arco di tre anni, di cui 100 milioni da versare al momento del closing“.
La domanda sorge spontanea: che significato ha lo 0,07?

Aggiornamento del 1° agosto 2015:

“nel corso del faccia a faccia a Villa Certosa, Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol hanno trovato un accordo sul futuro assetto del Milan (…) è stato concordato il passaggio al gruppo del magnate thailandese del 48% della società rossonera a fronte di un versamento a Fininvest di circa mezzo miliardo di euro. Si tratta di un pre-accordo vincolante ed è stata fissata al 30 settembre la scadenza per il closing.” (Corriere.it)

Aggiornamento del 5 giugno 2015:
Comunicato stampa congiunto Fininvest – Mr. Bee Taechaubol: accordo per trattativa in esclusiva su collaborazione nel Milan
Il presidente Silvio Berlusconi ha approvato l’accordo firmato dall’amministratore delegato di Fininvest Pasquale Cannatelli e Mr. Bee Taechaubol che prevede di trattare in esclusiva per un periodo di otto settimane un rapporto di collaborazione relativo all’Ac Milan.  In questo periodo Silvio Berlusconi, che continuerà ad essere presidente, e Mr. Taechaubol lavoreranno per costruire insieme un grande ed ambizioso progetto economico e sportivo per riportare il Milan ai massimi livelli del calcio italiano ed internazionale che gli competono per storia, prestigio e risultati. In questo quadro, l’ipotesi di accordo, che verrà dettagliatamente esaminata, prevede che il controllo del club rimanga nelle mani del presidente Silvio Berlusconi e della Fininvest, cui farà capo una quota di maggioranza assoluta pari al 52%. Il consorzio rappresentato da Mr. Taechaubol acquisirà’ invece una quota di minoranza pari al 48%.  L’ipotesi di accordo ha come obiettivo la valorizzazione e la commercializzazione del brand Milan in particolare nei Paesi asiatici, al fine di ottenere un forte impulso dei ricavi e di conseguenza quelle risorse finanziarie indispensabili per riportare, grazie a un progetto tecnico e sportivo estremamente incisivo, il Milan a competere con i principali club del calcio mondiale.”

Aggiornamento 26 luglio 2016: leggi

Mediaset parlerà francese? Il Milan si esprimerà in cinese? O addirittura in thai? Le voci si rincorrono… Ieri il titolo di Mediaset in Borsa ha goduto di un sostanzioso rialzo in virtú di un’indiscrezione secondo la quale Mediaset Premium starebbe per essere venduta a Sky; ipotesi improbabile (definita dal gruppo di Murdoch “fantascienza”, Pier Silvio avrebbe detto “fantatelevisione”), anche in considerazione del fatto che Premium, all’epoca, è nata proprio per contrastare l’avanzata di Sky sulla tv a pagamento. Non che la storia in queste cose abbia sempre ragione, s’intende ma cedere a un concorrente un asset consolidato, per il quale si è molto sofferto, sarebbe davvero un sacrificio gravoso.

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web in Italy and development countries

Two interesting studies, (Censis – UCSI and Pew Research Center) have highlighted the relationship of people with internet, respectively in Italy and in some countries in the developing world. A casual combination.
The landline is disappearing; only 1% of the population of Ghana, Nigeria, Bangladesh and Uganda have a fixed line, compared to 60% of the citizens of the United States of America. By them as well, mobile and smartphones have replaced the drive.
52% of Chinese buy on the web; 93% of Filipinos use forms of social networking, 75% of Lebanese do it for talking of politics (66 in Egypt, 63%in Jordan).
In Ukraine only 53% of the population has access to the network but 80% of the population said they follow politics thanks to the internet.
And in Italy?

Due interessanti studi, (Censis – Ucsi e Pew Research Center) hanno messo in luce il rapporto delle persone con internet, in Italia e in alcuni Paesi in via di sviluppo. Accostamento casuale.
Il telefono fisso sta scomparendo; solo l’1% della popolazione di Ghana, Nigeria, Bangladesh e Uganda possiede una linea fissa, contro il 60% dei cittadini degli Stati Uniti d’America. Anche da loro, cellulare e smartphone hanno soppiantato il fisso. Il 52% dei cinesi compra sul web; il 93% dei filippini utilizza forme di social networking, il 75% dei libanesi lo fa per parlare di politica (in Egitto il 66 e in Giordania il 63%).
In Ucraina ha accesso alla rete solo il 53% della popolazione ma l’80% della popolazione ha dichiarato di seguire la politica grazie a internet.
E in Italia?

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awaiting Expo, ‘Italy’ as an increasing brand

Scandals a part, Expo 2015 will start on May Day, in Italy; it is seen as a very important opportunity to show to the world Italian potentialities and for reasoning on such a subject as the Food, given the ever larger number of human beings on the planet and the ever smaller amount of disposable resources.
Waiting for May, another interesting piece of information deserves to be taken into consideration: according to the search ‘Brand Finance Nation Brands‘, made in the view of the next Bologna Licensing Trade Fair, the only Italian trade fair in the field of licensing and development of products based on established brands and property, the brand “Italia” is growing. The second edition of the annual research “Brand Finance Nation Brands” has compiled a list of Nations with the brand stronger and appreciated around the globe. The search uses a range of data provided by major international institutions and organizations (the World Economic Forum, Oxford Economics, Bloomberg, IMD). The results for 2014 show the brand ‘US’ in first place, with a perceived value of 19.261 billion dollars; China is the second (6.352 billion dollars), followed by Germany (4.357 billion) and the United Kingdom (2.833 billion). As anticipated, Italy is the eleventh (1,289 billion dollars), gaining an increase of 24% respect of 2013. Immediately after our country, are the Russian Federation and Switzerland (both around 1.1 trillion). Taillights of the standings, Albania and Jamaica (both with less than 10 billion).

Scandali a parte, Expo 2015 inizierà il Primo maggio, in Italia; è vista come un’ occasione importante per mostrare al mondo le italiche potenzialità e ragionare su un argomento come il Cibo, dato il numero sempre maggiore di esseri umani sul pianeta e la quantità sempre minore di risorse disponibili.
In attesa di maggio, un’altra interessante notizia merita di essere presa in considerazione: secondo la ricerca ‘Brand Finance Nation Brands‘, realizzata per la prossima fiera del licensing di Bologna (BLTF), l’unica fiera italiana in materia di concessione di licenze e sviluppo di prodotti basati su marchi consolidati e di proprietà, il marchio “Italia” è in crescita.
La seconda edizione della ricerca annuale “Brand Finance Nation Brands” ha compilato una lista delle nazioni con il marchio piú forte e apprezzato a livello globale. La ricerca utilizza una serie di dati forniti dalle principali istituzioni e organizzazioni (il World Economic Forum, Oxford Economics, Bloomberg, IMD) internazionali. I risultati per il 2014 indicano il marchio ‘Stati Uniti’ al primo posto, con un valore percepito di 19,261 miliardi di dollari; Cina per la seconda (6.352 milioni di dollari), seguita da Germania (4.357 milioni) e Regno Unito (2.833 milioni). Come anticipato, l’Italia è l’undicesimo (1.289 miliardi di dollari), con un aumento del 24% rispetto al 2013. Subito dopo il nostro Paese, ci sono la Federazione russa e la Svizzera (entrambe a 1,1 miliardi). “Fanalini di coda” l’Albania e la Giamaica (entrambe con meno di 10 miliardi).

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cosa ci riserva il 2015 (2)

Il 2015, con buona pace di alcuni professori che vanno in televisione, è l’anno della Capra, segno orientale caratterizzato da istinto, creatività, inventiva, mitezza ma anche pessimismo.

Quanto agli appuntamenti cinematografici, si sono già ricordati quelli internazionali e si tratterà di quelli italiani (proprio oggi, per inciso, esce ‘Si accettano miracoli‘, con Alessandro Siani).

Quanto agli appuntamenti non esclusivamente cinematografici e alle ricorrenze d’ogni tipo, nel 2015: (altro…)

War & Peace in the international cinema

The cinematographic relationships between East and West are very topical at this time, no doubt about it. If North Korea, whose computers still work hiccups, called ‘monkey’ Barack Obama, even the writers, the director and producers of ‘Exodus – Gods and Kings‘ do not fare much better. Apparently the film by Ridley Scott enjoyed very little to the competent Egyptian authorities, that stigmatize the poor historical correctness of some details, like the fact that the Jews are presented as the builders of the pyramids and Moses a general rather than a prophet, together with the problem of the impossibility to represent the prophets and religious figures in the Muslim Nations. Even the Egyptian Coptic Orthodox Church, in its own small way, expressed its opinion and has hinted a possible boycott of the film.
Moreover, it is from another country of Islamic culture, Pakistan, that comes the attack on the television series ‘Homeland‘, aired on Showtime, centered on a CIA agent suffering for bipolar disorder. According to the government of Islamabad, the series, winning in the West Global Award and Emmy, gives an image of Pakistan that is not correct at all to the truth, by representing the capital as a chaotic babel devoid of green and the entire country a kind of hell hole, inhabited only by rude, unpleasant and ignorant people, as well as terrorists. Terrorists, however, that would be inserted in series with the sole purpose of endorsing the cliché according to which Pakistan protects them, whereas, on the contrary, the sacrifice of those who work for the security of the country. should be praised Islamabad, moreover, is linked to the United States from many years of friendship and it is paradoxical, according to the Pakistani diplomacy, that the scenes that are in the movie were filmed in South Africa, in Cape Town.
As for Italy and its relationship with China, it is instead to detect a fruitful exchange of amorous feelings. At this time Italy, particularly Puglia, Tuscany and Lombardy are subject of a special attention but also of concrete initiatives by an Hong Kong production, on which reigns absolute secrecy. It seems that in the last two years, at least 14 Indian films and two blockbuster Chinese have been shot in Milan, and one under construction, to release in the spring of 2015, is also presented as a potential blockbuster, with a couple strolling so pleasant in the midst of boutique of the fashion and have a strictly oriental toast of tea against the backdrop of the Duomo.
The Chinese market is huge and you can bet that a film made in Milan, home of Expo 2015, by the way, may constitute a promotion strategy with outstanding performance and an attractive asset for the city’s economy which grossed in 2014 only 11 EUR 205 million for the film.
Alberto Contri, former head of Lombardia Film Commission, told the ‘Corriere della Sera’:
“The classic comedies and Oriental love stories provide continuous shifts then replicated by viewers fans. A typical example? Poor chasing him for the world the beloved woman, usually rich or vice versa. Movements that often are due also to the cachet that the same city are willing to offer: I saw the film on paper ambientati the sea change plot and be filmed in the mountains just to get more money. Films like the Chinese one are extraordinary opportunities not only to attract tourists. But also for product placement of Italian excellence or the linked activities in the city. Now equipment and workers are always choosen directly in Italy. As last item in the chapter “linked activities” there is the shopping of the troupe: the protagonists of a mysterious film are told to have spent in via Montenapoleone 40 000 euro in two hours. Nothing to do with five Indian gourmet documentary filmmakers, able to leave in the ‘quadrilateral of fashion’ 600 000 euro in a single afternoon”
Le relazioni cinematografiche tra Oriente e Occidente sono di grande attualità, in questo periodo, non c’è che dire. Se la Corea del Nord, i cui computer funzionano ancora a singhiozzo, ha dato della scimmia a Barack Obama, non se la passano molto meglio nemmeno gli sceneggiatori, il regista e i produttori di ‘Exodus – Dei e Re‘. Pare che il film di Ridley Scott sia piaciuto ben poco alle competenti autorità egiziane, che stigmatizzano la scarsa correttezza storica di alcuni particolari, come il fatto che gli Ebrei vengano presentati come i costruttori delle piramidi e Mosè un generale piuttosto che un profeta, unitamente al problema di non poter rappresentare profeti e figure religiose nelle Nazioni di fede musulmana. Anche la Chiesa ortodossa copta egiziana, nel suo piccolo, si è fatta sentire e ha lasciato intendere un possibile boicottaggio della pellicola.
Da un altro Paese di cultura islamica, il Pakistan, proviene peraltro l’attacco alla serie televisiva ‘Homeland‘, in onda sul canale Showtime, incentrata su un agente della Cia affetto da disturbi bipolari. Secondo il governo di Islamabad, la serie, premiata in Occidente con Global Award ed Emmy, restituisce un’immagine del Pakistan che non rende punto giustizia alla verità dei fatti, con una capitale che viene rappresentata come una caotica babele priva di verde e l’intero Paese una sorta di buco infernale, abitato solo da gente rozza, sgradevole e ignorante, nonché da terroristi. Terroristi, peraltro, che sarebbero inseriti nella serie al solo scopo di avallare il luogo comune secondo il quale il Pakistan li protegge, laddove, al contrario, andrebbe elogiato il sacrificio di chi lavora per la sicurezza del Paese. Islamabad, oltretutto, è legata agli Stati uniti da pluriennale amicizia ed è paradossale, sempre secondo la diplomazia pakistana, che le scene che la rappresentano nel film siano state girate in Sudafrica, a Città del Capo.
Quanto all’Italia e al suo rapporto con la Cina, è invece da rilevare un proficuo scambio d’amorosi sensi. In queste ore l’Italia, in particolare Puglia, Toscana e soprattutto Lombardia sono oggetto di attenzioni ma anche di concrete iniziative da parte da parte di una produzione di Hong Kong, sulla quale regna assoluto riserbo. Pare che negli ultimi due anni, iano stati girati a Milano almeno 14 film indiani e due kolossal cinesi e quello in fase di realizzazione, in uscita nella primavera del 2015 presentato come un potenziale blockbuster, con una coppia che passeggia in modo ameno in mezzo alle boutique del quadrilatero della moda e pasteggia tè e sakè rigorosamente orientali sullo sfondo del Duomo.
Il mercato cinese è vastissimo e c’è da scommettere che un film realizzato a Milano, peraltro sede di Expo 2015, possa costituire una strategia di promozione di rara efficacia ed un interessante asset per l’economia della città che ha incassato nel solo 2014 11 milioni di euro per 205 film.
Alberto Contri, già responsabile della Lombardia Film Commission, ha dichiarato al Corriere:
“Lo schema classico delle commedie e delle storie d’amore orientali prevede continui spostamenti poi replicati dagli spettatori appassionati. Un esempio tipico? Lui povero che insegue per il mondo la donna amata, di solito ricchissima o viceversa. Spostamenti che spesso sono dovuti anche ai cachet che le stesse città sono disposte a offrire: ho visto film sulla carta ambientati al mare cambiare trama ed essere girati in montagna solo per ottenere più denaro. Pellicole come quella cinese sono occasioni straordinarie non solo per attirare turisti. Ma anche per il product placement delle eccellenze italiane o per l’indotto cittadino. Ormai e attrezzature e maestranze sono sempre scelte direttamente in Italia. Per ultima voce al capitolo «indotto» c’è lo shopping della troupe: i protagonisti del misterioso film avrebbero speso in via Monte Napoleone la bellezza di 40 mila euro in due ore. Niente a che vedere con cinque documentaristi enogastronomici indiani, capaci di lasciare nel Quadrilatero 600 mila euro in un solo pomeriggio.”
DarkLight