DI(C)O

Le due manifestazioni di sabato, quella di piazza san Giovanni e quella di piazza Navona, hanno accentrato, come prevedibile, l’attenzione dei media.
Una cosa che mi ha dato molto fastidio, a prescindere dalle valutazioni di merito, è stata la presenza della statua della Madonna di Fatima a piazza san Giovanni.

Chi si sposa rivendica i diritti di chi si sposa.

Chi non si sposa rivendica i diritti di chi non si sposa.

È affermazione lineare, tautologica, forse perfino lapalissiana.

Ma la Madonna con queste cose c’entra davvero poco.

Non credo che la Santa Vergine abbia un pensiero politico in qualche modo avvicinabile alle beghe parlamentari italiane, a quelle che qualcuno ha correttamente assimilato alle dispute medievali tra guelfi e ghibellini.

Né credo che Dio si abbassi volentieri a strumentalizzazioni di cosí bassa lega.

Essere cristiani significa credere in valori quali la tolleranza, l’amore, la solidarietà.

Come ognun sa, san Giuseppe aveva preso la Madonna in tutela, e i due erano genitori putativi di Gesù. Il quale, peraltro, aveva probabilmente dei fratelli nati da un precedente matrimonio di san Giuseppe.

Nonostante questo, ovviamente, i valori che risplendevano nel vissuto quotidiano della Sacra Famiglia erano i più alti.

E tali valori non sono riconducibili a nessuna formalizzazione, laica o ecclesiastica che sia.

de futura societate

In questi giorni cresce forte la polemica sulle unioni civili e sui loro diritti/doveri.
La Chiesa continua a insistere sul mantenimento di schemi socio-antropologici tradizionali, basando la stabilità del sistema sociale sul ruolo della famiglia classicamente intesa.
Ma salta agli occhi di chiunque che in un sistema in cui moltissime coppie divorziano a pochi mesi dal matrimonio e molte non arrivano al grande passo anche per semplici valutazioni economiche, c’è necessariamente qualcosa che deve essere cambiato.
Peraltro la valutazione delle problematiche sociali dovrebbe essere a parte rispetto alle tematiche spirituali.

Né ci risulta che i momenti della storia in cui  forme alternative al matrimonio erano previste siano stati di secondario apporto al cammino dell’uomo.

Gesù stesso, che in effetti cita la Legge dei Padri, viveva in un contesto fortemente ellenizzato e, da grande anticonformista che era, avrebbe capito i confini tra Moralismo e Giustizia, tra Vuoto e Formale Conformismo e Osservazione Spregiudicata della Realtà.
Tutto è puro per i puri. Chi ha orecchi per intendere intenda.