Quali saranno le fiction di Mediaset nel 2013? Per la par condicio, è d’uopo integrare gli articoli scritti lo scorso autunno o piú di recente con le novità in fase di realizzazione o prossime alla messa in onda da parte del Biscione (ovviamente per Canale 5): (altro…)
“Peccato che Giovanni Floris resti in Rai. Mi ero mosso, ne avevo già parlato in azienda, avevo previsto la cosa, il come e il quando. Avrei portato Giovanni Floris a Mediaset (…) Non ho parlato con mio padre di questa idea. Ma lui sa come lavoriamo in azienda e quali sono i criteri delle nostre decisioni”.
Il peccato e la vergogna si può considerare sicuramente una miniserie riuscita. Pur sembrando un’estetica della cattiveria, attanaglia e convince.
Il direttore di Retequattro Giuseppe Feyles, nel suo libro “La televisione secondo Aristotele”, risale al pensiero dello Stagirita e alle immortali categorie del pensiero per decodificare i meccanismi del tubo catodico, arrivando finanche a interpretare le nomination del Grande fratello alla luce della Poetica, laddove si afferma che i meccanismi per l’entrata e l’uscita dal dramma devono essere interni al dramma stesso.
Di classicheggianti riverberi la fiction dominata da Garko & Arcuri ne contiene, oltre a riverberi d’altra origine.
C’è il riferimento ai semidei e all’emozione lirica per la bellezza maschile, ci sono inquadrature in cui alcuni personaggi sembrano pastori arcadi, eroi omerici ligi al kalòs kagathòs o gobbi e turpi Tersite o Efialte, empi d’infamia (5a puntata in particolare).
C’è chi vuol fare lo schiavo per riconoscenza e chi pensa, talvolta con empirico riscontro, che il mondo debba girargli attorno.
È un duplice universo tolemaico, in effetti, quello della fiction. Nito è un Sole eccezionalmente cattivo, che muove attorno a sé tutte le donne (e qualche uomo). Carmen è una Luna eccezionalmente calda e mediterranea, che muove attorno a sé tutti gli uomini (ma sa essere persuasiva anche con le donne).
Cosa ci riserva ancora la meticolosa sceneggiatura della miniserie?
Qualche sospettuccio ce l’avrei…
Ares currently
In un precedente post mi sono occupato del dio greco della guerra, ricordando come il signore Enialio fosse immortale tra i più violenti, uso al caos e dedito al furore.
Ebbene, non tutti gli Ares vengono per nuocere!
La Ares produzioni, ad esempio, ha mutuato sì il nome del bellicoso nume ma ha saputo realizzare un prodotto come Il peccato e la vergogna, protagonista per sei puntate dalla prima serata di Canale 5. Prodotto che è sembrato convincente e ha conquistato già alla prima puntata un esercito di 5.659.000 telespettatori, corrispondente al 27,10 % di share!
Pollyanna e la Sfinge
Dallo scorso giugno è tornata in onda la serie a cartoni animati di Pollyanna, la deliziosa bambina che riesce ad allargare il cuore e ad illuminare il mondo di tutte le persone che incontra.
In alcune puntate la bimba è costretta ad appoggiarsi ad un bastone a causa di un problema alle gambe e la mitologia sorge spontanea, vista la profondità della piccola e partendo dall’assunto che l’idealismo debba talvolta essere preferito al realismo.
“Qual è quell’essere che cammina al mattino su quattro zampe, a mezzogiorno su due e alla sera con tre?”, chiese la Sfinge a Edipo. “L’uomo! – rispose quegli – “che al mattino della vita, cioè durante la prima infanzia, cammina carponi, a mezzogiorno, cioè nell’età adulta, cammina sulle due gambe, alla sera, cioè durante la vecchiaia, si regge al bastone!”
Orbene,
“Qual è quella bimba dei cartoni animati
che è così saggia
da poter camminare a tre zampe
anche al mattino della vita?”,
chiediamo noi a nostri lettori!
La titanessa
Secondo il blog di Davide Maggio, Maria de Filippi e la Fascino starebbero per traslocare definitivamente alla Titanus – Elios, centro di produzione Mediaset in località Settecamini, sulla Tiburtina.
Lo riportiamo per la completezza del post, giacché anche i Titani hanno una loro importanza, nel mito.
Era il 28/08/1938. Data piena di 8, come quella delle ultime Olimpiadi.
Un frugoletto di nome Maurizio veniva al mondo, ignaro del catodico destino che lo attendeva.
Non è questa la sede per sciorinare la biografia di Maurizio Costanzo, le innovazioni e i cambi epocali che ha introdotto nella nostra televisione. Vogliamo solo fargli gli auguri, il podio dei settant’anni è sicuro motivo di vanto per una persona che ha navigato in mezzo a oceani talvolta burrascosi, riportando innumerevoli vittorie.
Simone Rossi, di Digital Sat lo ha intervistato la settimana scorsa, gli ha chiesto un bilancio:
«I traguardi sono utili per qualche riflessione. Penso di essere molto fortunato. Ho fatto ciò che sognavo di fare sin da ragazzino: giornalismo e teatro. Ho avuto genitori che me lo hanno permesso, malgrado mio padre fosse un impiegato e mia madre una casalinga. E a quei tempi si diceva che la notte, per strada, giravano solo ladri, puttane e giornalisti! Ho avuto la fortuna di fare il primo talk show in Italia, quando non si sapeva bene cosa fosse. La fortuna di interpretare la prima sit com, “Orazio”, che Silvio Berlusconi, per pudore, chiamava “scenetta”. Ho fatto anche il primo teatro-cabaret a Roma…».
Che je devi di’? Di lui si dice di tutto, cose vere e cose false, soprattutto cose false (Ezio Greggio mi perdonerà questa citazione dai tempi del Drive in…).
A me è sempre piaciuta la sua militanza in alcune cause, per esempio l’amore per gli animali e le sue crociate contro l’abbandono dei cani in estate (ma, ovviamente anche in autunno, inverno e primavera). E la sua conoscenza del mezzo televisivo. Una volta arrivai perfino a proporre ad un suo collaboratore un vero e proprio Maurizio Costanzo Channel, per ospitarvi all’un tempo le produzioni passate, le puntate storiche del suo show e i format di oggi.
Perché no, magari proprio sul digitale terrestre!
Anch’io, nel mio piccolo, sono stato al Costanzo Show. Per la precisione, al “Maurizio Costanzo show – Parlando”, quando il palcoscenico veniva allungato e ospitava anche dei giovani, che intervenivano con le loro domande e riflessioni.
Pomeriggio ricco, due registrazioni consecutive.
Gabriel Garko, Nancy Brilli, Francesca Neri, Giuliana De Sio, Melissa P…
La violenza negli stadi, il Bello delle donne, la corruzione nelle università, i graffi dell’anima…
Quante cose ho imparato quel pomeriggio!
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